lunedì 2 dicembre 2013

LA TRAGEDIA DI PRATO.

 
 
 

Il 15 luglio 2013, quindi pochissimo tempo fa, il ministro Kyenge si recò a Prato e in quell'occasione ripropose l'abituale solfa dell'integrazione in Italia. “Ho visto una reazione fortissima contro i cinesi nella zona di Prato - blaterò - Qualcuno fa fatica ad accettare che il Paese è cambiato” e invitò “i cinesi a non chiudersi nella loro comunità, ma ad aprirsi al dialogo... e trovare spazi in comune con tutti i popoli”.
Quando la Kyenge, che è ignorante, dal verbo ignorare, auspica l'integrazione dei cinesi dimostra, appunto, tutta la sua ignoranza, poichè ignora che i primi a non volersi integrare sono proprio i cinesi, che della loro specificità, della loro identità sono i primi difensori. La lingua dei mandarini, che per millenni è stato l'unico idioma scritto, la comune discendenza dall'etnia "Han" sono fattori identitari incancellabili che hanno segnato la loro storia, fatta di progressiva conquista dei territori e di successiva colonizzazione agricola. I cinesi sono ottimi soldati, ottimi contadini, ottimi lavoratori; conquistavano la terra e ci s'insediavano, esattamente come i primi coloni romani. Stanno ora acquisendo milioni d'ettari di terre in Africa mentre in Europa, non essendoci terre da colonizzare, accedono a settori di mercato conquistandoli grazie al loro stakanovismo nel lavoro, alla totale indifferenza delle regole e al loro forte spirito identitario che permette loro di creare, all'interno dei territori, cittadelle proibite e quasi inespugnabili. Cinesi "collaborazionisti" colle autorità locali se ne sono visti pochissimi.
La Kyenge, dunque, in quell'occasione commise due bestialità; la prima tacendo, ossia non profferendo parola alcuna sulla questione delle gravi illegalità amministrative e fiscali, di cui i cinesi sono maestri, coi loro laboratori che sono un concentrato di irregolarità, previdenziali, lavorative, d'igiene sul lavoro, di orari. La seconda aprendo la bocca, invocando un'integrazione che è semplicemente un'ipotesi risibile.
L'emigrazione cinese è del tutto peculiare, imparagonabile a quella nordafricana, perchè è un dato geopolitico. E' un'espansione commerciale spesso favorita dalla criminalità organizzata che, finanziandola, collabora in questo senso alla politica estera di Pechino. I cinesi, la stragrande maggioranza deg'immigrati, resta cinese sempre e all'estero può anche riprodursi senza problemi, laddove in patria vi è una forte limitazione delle nascite.
Se si integrano, e fanno i bravi democratici, il loro gioco geopolitico è finito.
Al contrario, grazie al loro forte spirito identitario conquistano fette di mercato e i morti o gli arresti sono danni collaterali che loro mettono in conto. Il loro spirito identitario garantisce loro compattezza, spirito di sacrificio e indica loro una rotta, quella della conquista attraverso il lavoro, anche semischiavistico se necessario, cosa che qui da noi è impensabile.
Identità v/ integrazione. I cinesi non hanno mai avuto dubbi, e infatti sono vincenti.
Mentre la Kyenge - e con lei tutta la sua claque fatta di paccottiglia progressista/democratica - è un' ignorante, dal verbo ignorare.
https://www.facebook.com/pages/Forza-Nuova-Viareggio/370971649610228

Segue notizia di oggi.

Maxi-blitz al Centro Ingrosso Cina: alloggi abusivi tra i capannoni


Uomini di polizia, carabinieri, finanza e polizia locale all’alba nei padiglioni dei commercianti cinesi in Corso Stati Uniti. Raffica di perquisizioni: trovati appartamenti abusivi, un'infermeria e un'aula con i banchi per i bambini.
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/11/26/news/maxi-blitz-al-centro-ingrosso-cina-capannoni-al-setaccio-1.8185000
Kyenge a Parma: “Investire in accoglienza è una ricchezza, garantire alloggi”

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