Un grande flop secondo le principali testate giornalistiche, ma siamo sicuri che sia andata realmente così? Ieri pomeriggio (non domenica, ma mercoledì pomeriggio!) a Roma abbiamo visto 3000 liberi pensatori, spinti a scendere in piazza solamente dalla percezione della profonda ingiustizia sociale che permea la nostra società. Non c’erano militanti di partito costretti a scendere in piazza a pena di perdere i loro privilegi, non c’erano aderenti ai sindacati costretti a scendere in piazza per non perdere il lavoro e non c’erano immigrati scesi in piazza alla ricerca di ulteriori sussidi. C’erano solamente 3000 ITALIANI, liberi e fieri.
Una manifestazione popolare di queste proporzioni, nel nostro paese, non avveniva da decenni; allora perché la stampa parla di flop? Forse perché le ambizioni di Calvani hanno portato a scegliere una piazza eccessivamente grande rimasta vuota per metà?
Il problema fondamentale è che i presenti a piazza del popolo ieri, a differenza della maggior parte degli italiani, avevano una visione di insieme di quali siano stati i problemi del nostro paese degli ultimi anni. Era una folla che fischiava indistintamente lo scellerato europeismo del presidente napolitano (il minuscolo è voluto) e l’ingerenza nelle nostre politiche migratorie da parte di Papa Francesco. Tra i numerosi elementi oggetto di biasimo da parte dei manifestanti c’era ovviamente la stampa asservita; i giornalisti sono stati scherniti, derisi, offesi e allontanati talvolta anche con le cattive. D’altronde cosa si aspettavano dopo decenni di disinformazione sistematica? Evidentemente i pennivendoli devono aver pensato di vendicarsi del clima ostile con cui sono stati accolti bistrattando la manifestazione stessa.
L’arbitrarietà con cui i giornalisti hanno trattato la vicenda diventa ancora più evidente se confrontiamo il trattamento riservato alla nostra manifestazione a quello riservato all’altra “grande” manifestazione di ieri pomeriggio, quella delle associazioni per la casa e per i diritti degli immigrati. Una manifestazione di appena 1000 persone, appoggiate dalla nostra classe politica, e portata avanti da persone interessate solamente ai loro più biechi interessi personali; in quel caso la manifestazione è stata considerata un successo ed il numero di manifestanti è misteriosamente salito fino addirittura a 5000 persone!
Per il resto, la manifestazione, come previsto, è andata avanti pacificamente, senza scontri e senza incidenti di alcun tipo.
Nonostante i numerosi coordinatori intervenuti sul palco, il vero protagonista della giornata è stato Simone Di Stefano, l’eroe che qualche giorno fa si arrampicò sula balcone della sede romana del parlamento europeo con l’unico scopo di strappare la bandiera dell’unione europea, vessillo tanto odiato nonché simbolo di oppressione. È stato emozionante osservare come qualche ragazzo preferisca ancora farsi fotografare insieme ad un vero eroe moderno, piuttosto che con calciatori e veline.
In conclusione, avendo potuto percepire personalmente il clima della manifestazione di ieri, posso assicurarvi che questo non sarà che l’inizio di un qualcosa di molto più grande, altro che flop!
Una manifestazione popolare di queste proporzioni, nel nostro paese, non avveniva da decenni; allora perché la stampa parla di flop? Forse perché le ambizioni di Calvani hanno portato a scegliere una piazza eccessivamente grande rimasta vuota per metà?
Il problema fondamentale è che i presenti a piazza del popolo ieri, a differenza della maggior parte degli italiani, avevano una visione di insieme di quali siano stati i problemi del nostro paese degli ultimi anni. Era una folla che fischiava indistintamente lo scellerato europeismo del presidente napolitano (il minuscolo è voluto) e l’ingerenza nelle nostre politiche migratorie da parte di Papa Francesco. Tra i numerosi elementi oggetto di biasimo da parte dei manifestanti c’era ovviamente la stampa asservita; i giornalisti sono stati scherniti, derisi, offesi e allontanati talvolta anche con le cattive. D’altronde cosa si aspettavano dopo decenni di disinformazione sistematica? Evidentemente i pennivendoli devono aver pensato di vendicarsi del clima ostile con cui sono stati accolti bistrattando la manifestazione stessa.
L’arbitrarietà con cui i giornalisti hanno trattato la vicenda diventa ancora più evidente se confrontiamo il trattamento riservato alla nostra manifestazione a quello riservato all’altra “grande” manifestazione di ieri pomeriggio, quella delle associazioni per la casa e per i diritti degli immigrati. Una manifestazione di appena 1000 persone, appoggiate dalla nostra classe politica, e portata avanti da persone interessate solamente ai loro più biechi interessi personali; in quel caso la manifestazione è stata considerata un successo ed il numero di manifestanti è misteriosamente salito fino addirittura a 5000 persone!
Per il resto, la manifestazione, come previsto, è andata avanti pacificamente, senza scontri e senza incidenti di alcun tipo.
Nonostante i numerosi coordinatori intervenuti sul palco, il vero protagonista della giornata è stato Simone Di Stefano, l’eroe che qualche giorno fa si arrampicò sula balcone della sede romana del parlamento europeo con l’unico scopo di strappare la bandiera dell’unione europea, vessillo tanto odiato nonché simbolo di oppressione. È stato emozionante osservare come qualche ragazzo preferisca ancora farsi fotografare insieme ad un vero eroe moderno, piuttosto che con calciatori e veline.
In conclusione, avendo potuto percepire personalmente il clima della manifestazione di ieri, posso assicurarvi che questo non sarà che l’inizio di un qualcosa di molto più grande, altro che flop!
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