accompagnata dal fidanzato - pur non essendo né capo di governo né capo di Stato, quindi non formalmente invitata ad assistere ai funerali di Nelson Mandela.
La presidente della Camera Laura Boldrini è andata in Sudafrica, con l'aereo di Stato, per partecipare alla commemorazione di Nelson Mandela, nello stadio di Johannesburg.
Subito sono scoppiate le polemiche, legate al fatto che, per l'occasione, erano stati invitati capi di Stato e di governo. E la Boldrini non è né l'uno nè l'altro. E' anche vero, però, che non avendo preso parte alla commemorazione né Napolitano né Grasso (prima e seconda carica dello Stato), la terza in ordine di importanza era proprio lei. L'aereo su cui ha viaggiato la Boldrini era lo stesso del Presidente del Consiglio, Enrico Letta. E sul velivolo, come ha chiarito lo stesso premier, sono avvenuti i pernottamenti, sia all'ndata sia al ritorno. Quindi non ci sono state ulteriori spese a carico dello Stato per le camere d'albergo necessarie ad ospitare la rappresentativa italiana.
Non pochi hanno sottolineato il fatto che, in precedenza, Clemente Mastella, all'epoca ministro della Giustizia, era stato quasi crocifisso perché aveva utilizzato un volo di Stato per poter assistere al Gran Premio di Monza. L'accostamento tra la commemorazione di Mandela e la Formula Uno ha molto infastidito la Boldrini. Che ha preso carta e penna per scrivere a Repubblica, rivolgendosi a Corrado Augias, che si era occupato della vicenda nella rubrica delle lettere del giornale fondato da Scalfari. Lo ha scritto con una certa stizza: "Voglio continuare a nutrire la fiducia che il nostro Paese sappia ancora distinguere tra la partecipazione ufficiale alla cerimonia funebre per un Grande della storia, ad un Gran premio di Formula uno o una festa privata".
Ma non è finita qua. Infastidita per le accuse di essersi portata dietro il compagno - anche lui sul volo di Stato - la Boldrini ha tenuto a precisare che in moltissime altre occasioni in cui lui l'ha accompagnata, su aerei di linea e treni, si è sempre pagato il biglietto di tasca propria. Non contenta di questa puntualizzazione, ha aggiunto che, alla commemorazione di Mandela, era presente anche la moglie del Presidente del Consiglio Enrico Letta e i partner di altri rappresentanti istituzionali. Insomma, la Boldrini inciampa sulla cattiva abitudine di puntare il dito sugli altri: se lo fanno loro perché non posso farlo anch'io? Ma non è forse lei che da tempo cerca di far credere a tutti di essere migliore degli altri?
Nessun commento:
Posta un commento
Commenti dai camerati.