Il 5 ottobre verrà dichiarato Beato: è stata una delle prime decisioni prese da Papa Francesco
Rolando Rivi, 14 anni, venne barbaramente ucciso dai comunisti in Emilia solo perché voleva farsi prete. Al Meeting la mostra in suo onore è stata visitata da decine di migliaia di persone, soprattutto ragazzi ai quali certi insegnanti raccontano solo quello che fa comodo
Rolando Rivi aveva appena compiuto 14 anni quando alcuni partigiani comunisti, che già da tempo stavano mettendo a ferro e a fuoco la zona tra Modena e Reggio, lo presero e lo tennero prigioniero per tre giorni in un casolare, picchiandolo e infliggendogli le più tremende torture. Rolando Rivi aveva appena compiuto 14 anni quando i ‘liberatori’ comunisti decisero di liberarsi anche di quel ragazzino, con due colpi di pistola alla tempia, lascandolo morire – era il 13 aprile del 1945 –c ome un cane, in mezzo ad un bosco, ridendo del suo ultimo desiderio di pregare per i genitori e strappandogli la talare che indossava. Perché Rolando era un piccolo seminarista, costretto a tornare a casa per gli eventi bellici. Ma da buon seminarista, la talare continuava ad indossarla, per essere ‘segno’. Tra le nefandezze della guerra. Tra le zozzerie dei partigiani che vollero ammazzarlo “perché domani ci sarà un prete in meno” come urlò il capo degli assassini..
Rolando Rivi è nel cuore di Papa Francesco, che il 27 marzo scorso, appena inseidatosi e tra i primi atti se suo pontificato, ha autorizzato il decreto riguardante il martirio del ragazzino, ucciso “in odium fidei” dai partigiani comunisti.
Il 5 ottobre prossimo, nela piazza grande di Modena e alla presenza di tutti i vescovo della rossa Emilia Romagna, Rolando Rivi verrà dichiarato beato dalla Chiesa.
Una storia, quella del piccolo di Castellarano, che in questi giorni ha incantato e appassionato (nel senso duplice di ‘passione’) centinaia di migliaia di persone al Meeting di Rimini. Tutti in fila per visitare la mostra dedicata a Rolando, significativamente allestita a ridosso del Villaggio dei ragazzi in uno degli stand della kermesse ciellina. E proprio tanti ragazzi hanno usufruito delle visite guidate alla mostra, semplice ma intensa: pochi pannelli colorati, con qualche documento d’epoca, come quello della condanna (fin troppo mite) per i partigiani che uccisero Rolando. Tanti bambini ad ascoltare la storia drammatica di un loro coetaneo, un frutto che ha portato seme: all’intercessione di Rivi si deve già un primo miracolo (la guarigione di un bambino inglese) e altri di certo ne seguiranno.
Ma il ‘miracolo’ più grande è stato proprio quello della gente in fila alla mostra riminese, tra le più visitate, anche rispetto a rassegne forse più ‘alte’ da un punto di vista culturale ed artistico. Una mostra dal titolo sconvolgente: “Testimone della verità”. Quella verità che in troppi si ostinano a nascondere.
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