venerdì 27 dicembre 2013

organizzazioni giovanili Fasciste.



A quattro anni un bambino italiano diventa figlio della lupa e indossa la sua prima camicia nera. A otto diventa balilla e a quattordici avanguardista.
L'educazione fisica e lo sport diventano un fenomeno di massa: tutti sono sollecitati a praticare l'attività fisica. Ogni sabato, il sabato fascista, vi sono riunioni, inquadrate nelle attività del partito, per lezioni di dottrina fascista e per praticare sport, e dare sfoggio della propria abilità.
I ragazzi fanno volteggi, maneggiano il moschetto, si lanciano attraverso cerchi di fuoco. Le ragazze, in camicetta bianca e gonna nera, fanno roteare cerchi, clave, bandiere e si esibiscono nella corsa e nel salto. Vengono creati i Littoriali della cultura e quelli dello sport.
Le attività sportive vengono regolate nel 1928 all'interno del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI). Nel piano di inquadramento del tempo libero rientrano anche il Dopolavoro nazionale, agevolazioni per viaggi familiari e svaghi collettivi. Lo stato organizza le colonie estive, suddivise in alpine e marine, per i figli dei lavoratori fino all'età di 16 anni, ove i ragazzi sono sempre organizzati in strutture di tipo militare e in divisa.[7] Nel 1939 ebbe inizio il Servizio Premilitare dei giovani, con l'obbligo di presentarsi, ogni sabato pomeriggio ai rispettivi Gruppi Rionali. Nel 1940, ebbe luogo la Marcia della Gioventù, attraverso le città d'Italia, con la partecipazione della classe 1922.


 

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti dai camerati.