La posizione del presidente de La Lega della Terra.
Il 9 dicembre 2013 l'Italia si fermerà come segno di protesta contro quel sistema che ha strangolato, e sta strangolando le famiglie italiane. Parliamo di un evento sociale che sta avendo molta risonanza sui Social Network, dove l’intero Paese è invitato a fermarsi per protestare contro un sistema che ha portato le famiglie al collasso, le imprese a chiudere, i giovani a cambiare Paese. Con questa forma di protesta si vuole dare un forte segnale alla politica, ai sindacati, alle associazioni di categoria, alle banche e a tutto quel sistema che ha affossato e sta affossando il nostro Paese.
L’iniziativa è rivolta a tutti e si propone di bloccare l’Italia, nel vero senso della parola, attraverso sit-in, bloccando le strade, smettendo di lavorare e attraverso tutte quelle iniziative ritenute più idonee. Una forma di protesta netta e pacifica che ci induce a fare una seria riflessione: si potrebbe pensare che bloccando strade o creando difficoltà alle attività produttive sia un contro senso in questo difficilissimo periodo di crisi economica, ma potrebbe anche rappresentare la fine di un immobilismo del popolo italiano verso tutto quello che gli viene buttato addosso, la fine di un lungo periodo di letargo da parte dei cittadini ormai allo stremo delle forze.
La situazione attuale è molto grave! La crisi non è destinata a finire in tempi brevi ed ha creato un livello di disoccupazione altissimo, soprattutto tra i giovani, con aziende che continuano a chiudere o a trasferirsi all’estero. Sono, oramai. troppi gli imprenditori che si sono tolti la vita per la impossibilità di riuscire a pagare i debiti o per l'eccessivo carico fiscale imposto dallo stato o per la difficoltà e impossibilità di incassare i propri crediti.
Per questo motivo crediamo fermamente che non si possa rimanere indifferenti di fronte a questa serrata nazionale, motivo per cui anche la Lega della Terra, sosterrà il blocco del 9 dicembre, ritenendo che possa offrirci l'occasione per portare avanti quella che è la nostra battaglia per il rilancio dell'agricoltura italiana.
Nessuno tra coloro che scenderà in strada il 9 dicembre, ha le idee così chiare come le nostre per il rilancio e la valorizzazione dell'agricoltura italiana. Affermazione forte, la nostra, ma per capirla basta leggere il nostro Piano Agricolo Nazionale, il primo piano di riforma legislativa agraria da oltre novant’anni ad oggi contenente una serie di linee guida che toccano tutti gli argomenti dai giovani all’imprenditoria femminile, dalle banche ai consorzi agrari, dall’informatizzazione ai mutui sociali per la costruzione di un rapporto diretto tra lo Stato e le famiglie degli agricoltori.
Se vogliamo ripartire con tutta la nostra economia, se vogliamo rilanciare l’occupazione, se vogliamo pretendere un futuro migliore dobbiamo ripartire dall'agricoltura italiana. La nostra enogastronomia racchiude la nostra storia e le nostre tradizioni millenarie, dalla Magna Grecia all’attualità passando per quella Comunale e delle Signorie. Sostenendo politicamente ed economicamente l’agricoltura italiana si realizzerà un effetto domino sul settore secondario e terziario ossia su tutta l’economia italiana.
Noi vogliamo ripartire subito perché non c'è più tempo! Nello stato in cui siamo ridotti, non possiamo esimerci dal prendere una posizione di fronte alla serrata del 9 dicembre utilizzando metodi che verranno stabiliti di comune accordo a tempo debito.
“Chi crede nell’agricoltura crede nella nostra Italia”.
Il 9 dicembre 2013 l'Italia si fermerà come segno di protesta contro quel sistema che ha strangolato, e sta strangolando le famiglie italiane. Parliamo di un evento sociale che sta avendo molta risonanza sui Social Network, dove l’intero Paese è invitato a fermarsi per protestare contro un sistema che ha portato le famiglie al collasso, le imprese a chiudere, i giovani a cambiare Paese. Con questa forma di protesta si vuole dare un forte segnale alla politica, ai sindacati, alle associazioni di categoria, alle banche e a tutto quel sistema che ha affossato e sta affossando il nostro Paese.
L’iniziativa è rivolta a tutti e si propone di bloccare l’Italia, nel vero senso della parola, attraverso sit-in, bloccando le strade, smettendo di lavorare e attraverso tutte quelle iniziative ritenute più idonee. Una forma di protesta netta e pacifica che ci induce a fare una seria riflessione: si potrebbe pensare che bloccando strade o creando difficoltà alle attività produttive sia un contro senso in questo difficilissimo periodo di crisi economica, ma potrebbe anche rappresentare la fine di un immobilismo del popolo italiano verso tutto quello che gli viene buttato addosso, la fine di un lungo periodo di letargo da parte dei cittadini ormai allo stremo delle forze.
La situazione attuale è molto grave! La crisi non è destinata a finire in tempi brevi ed ha creato un livello di disoccupazione altissimo, soprattutto tra i giovani, con aziende che continuano a chiudere o a trasferirsi all’estero. Sono, oramai. troppi gli imprenditori che si sono tolti la vita per la impossibilità di riuscire a pagare i debiti o per l'eccessivo carico fiscale imposto dallo stato o per la difficoltà e impossibilità di incassare i propri crediti.
Per questo motivo crediamo fermamente che non si possa rimanere indifferenti di fronte a questa serrata nazionale, motivo per cui anche la Lega della Terra, sosterrà il blocco del 9 dicembre, ritenendo che possa offrirci l'occasione per portare avanti quella che è la nostra battaglia per il rilancio dell'agricoltura italiana.
Nessuno tra coloro che scenderà in strada il 9 dicembre, ha le idee così chiare come le nostre per il rilancio e la valorizzazione dell'agricoltura italiana. Affermazione forte, la nostra, ma per capirla basta leggere il nostro Piano Agricolo Nazionale, il primo piano di riforma legislativa agraria da oltre novant’anni ad oggi contenente una serie di linee guida che toccano tutti gli argomenti dai giovani all’imprenditoria femminile, dalle banche ai consorzi agrari, dall’informatizzazione ai mutui sociali per la costruzione di un rapporto diretto tra lo Stato e le famiglie degli agricoltori.
Se vogliamo ripartire con tutta la nostra economia, se vogliamo rilanciare l’occupazione, se vogliamo pretendere un futuro migliore dobbiamo ripartire dall'agricoltura italiana. La nostra enogastronomia racchiude la nostra storia e le nostre tradizioni millenarie, dalla Magna Grecia all’attualità passando per quella Comunale e delle Signorie. Sostenendo politicamente ed economicamente l’agricoltura italiana si realizzerà un effetto domino sul settore secondario e terziario ossia su tutta l’economia italiana.
Noi vogliamo ripartire subito perché non c'è più tempo! Nello stato in cui siamo ridotti, non possiamo esimerci dal prendere una posizione di fronte alla serrata del 9 dicembre utilizzando metodi che verranno stabiliti di comune accordo a tempo debito.
“Chi crede nell’agricoltura crede nella nostra Italia”.
Il Presidente de La Lega della Terra, Daniele Spairani
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