Nelson Mandela, stragi, terrorista
Egregio Direttore,
È morto Nelson Mandela, il volgare criminale esaltato dai media occidentali
Egregio Direttore,
è sconcertante con quanta ipocrisia e falsità si è celebrato alcuni giorni fa il “Mandela Day” in onore di Nelson Mandela, ex presidente del Sud Africa, con uno spreco di lodi e venerazioni al limite della blasfemia.
Se si osservano realisticamente e oggettivamente i fatti, diventa chiaro che una falsa immagine di Mandela è stata presentata al mondo. E’ difficile stabilire quanto abbia influito l’ingenuità di certi giornalisti pappagalli e quanto abbia influito la propaganda capitalista e comunista, nel costruire quest’immagine del tutto errata. Egli non è affatto l’amante della pace, della giustizia e della libertà che si crede, ma solo un tiranno, un comune delinquente. Non venne imprigionato a Robben Island senza ragione, e non perché era un semplice oppositore dell’apartheid. Venne incarcerato per aver pianificato di rovesciare lo stato, causando, in tale processo, la morte violenta di migliaia di persone innocenti (neri compresi). Un crimine che prevedeva la pena di morte, per cui deve considerarsi fortunato che il cosidetto regime dell’apartheid non l’abbia applicata. Nella sua autobiografia intitolata: Il Lungo Cammino Verso la Libertà, ha amesso di aver dato lui l’ordine per la bomba di Church Street, scoppiata alle ore 16.30 di Venerdì 20 Maggio 1983, nella cui strage morirono 19 persone e altre 217 rimasero ferite.
Furono poi i paesi occidentali come l’Inghilterra, l’America e i Paesi Scandinavi a finanziare i movimenti terroristi in Sud Africa. Parteciparono anche attivamente con la rete comunista internazionale nel costruire l’immagine di Mandela facendovi riferimento come l’uomo che avrebbe salvato la nazione, la venuta del Messia Nero. Il supporto attivo dei poteri occidentali all’ANC fece sì che, in tutto il mondo, non vi fosse praticamente alcuna critica alla campagna di violenze dell’ANC. Quanto profondamente l’occidente fosse coinvolto è confermato dal fatto che la sede dell’ANC non era in un paese comunista, ma a Londra, da sempre capitale di intrighi ed inganni internazionali organizzati dai poteri forti politici e finanziari.
Saluti
Fonte.
Lettera di Gian Franco Spotti alla “Gazzetta di Parma” 3 agosto 2013
Il signor Mandela non è mai stato un amante della pace, non combatteva per parificare i diritti civili dei neri a quelli dei bianchi, ma combatteva per sovvertire l’ordine statale nel vero senso della parola; secondo Il “rivoluzionario”, il Sudafrica sarebbe dovuto essere governato dai neri. Per essere più chiari, Mandela non ha mai sognato l’uguaglianza, il suo era piuttosto un sogno di supremazia razziale. Per questo motivo ci appare quantomeno ridicolo che venga rappresentato come un combattente per i diritti civili, quando probabilmente ai tempi dei moti rivoluzionari, non aveva la più pallida idea di cosa fossero.
Già di per se, manifestare l’idea di voler sovvertire l’ordine dello stato costituisce reato in qualsiasi stato nazionale (anche in Italia), tuttavia il signor Mandela non è stato incarcerato direttamente per questo, ma per aver compiuto ed ordinato diversi atti terroristici volti a raggiungere questo scopo. Non è un mistero, come peraltro ammesso da Mandela, che fu lui stesso ad aver dato l’ordine di far esplodere la famosa bomba di Church Street, scoppiata alle ore 16.30 di Venerdì 20 Maggio 1983, nella cui strage morirono 19 persone e altre 217 rimasero ferite. Di questo aspetto in occidente non è mai stata data notizia, del resto l’ANC (partito politico che tuttora governa il Sudafrica fin dai tempi dalla rivoluzione) è stato finanziato proprio dai poteri occidentali interessati ad avere un Sudafrica debole e facilmente sfruttabile.
I risultati della rivoluzione mandeliana sono sotto gli occhi di tutti. Nonostante lo stato continui ad essere relativamente ricco grazie all’impostazione boera, la povertà è largamente diffusa tra la popolazione, il 40% delle persone è costretta a vivere con meno di 2 dollari al giorno. Il caos e la violenza sono talmente radicate nel territorio da aver reso Johannesburg la città più pericolosa del mondo.
In ogni caso, sono sicuro che dopo aver letto queste poche righe, molti di voi continueranno a pensare a Mandela come un eroe perché “ha sconfitto il razzismo”. A questo proposito vi invito a documentavi sul genocidio del popolo boero.
In Sudafrica uccidere un bianco non è reato.
Se andate in Sudafrica per i mondiali di calcio fate un salto a Petersburg, nelle province settentrionali. Da quelle parti troverete una collinetta disseminata di croci bianche. Il Sud Africa post-apartheid, ad esempio, è tutto fuorché un paese tollerante. Dal 1994 il paese è ininterrottamente governato da una coalizione composta da Anc (African National Congress), Cosatu (Sindacati Neri) e Sakp (Partito Comunista Africano). Gli Afrikaners, i bianchi di etnia boera e lingua Afrikaans, subiscono una vera e propria ghettizzazione che secondo alcuni sfocerebbe in un vero e proprio genocidio.
In Sudafrica, se sei donna, oggi hai più probabilità di essere violentata che di imparare a leggere. Il 30% delle adolescenti è iniziato al sesso attraverso uno stupro: si stima che ne avvenga uno ogni 26 secondi, ma i casi taciuti sarebbero dieci volte tanti. Anche in questo caso, il fenomeno assume inquietanti dimensioni razzistiche: si calcola che dalla fine dell’apartheid siano oltre 70.000 le donne bianche stuprate, talvolta solo allo scopo di trasmettere loro il virus dell’Aids, endemico tra i neri sudafricani.
Anche questo è il Sudafrica di Rolihlahla Dalibungu (“Nelson” fu aggiunto in seguito) Mandela. Nato il 18 luglio 1918 a Mvezo, Madiba ha studiato nelle scuole buone di matrice britannica del Sud Africa. Nel 1943 entra a far parte dell’Anc, di cui, grazie alla sua carismatica personalità, diverrà capo. A partire dal 1960, l’organizzazione verrà dichiarata illegale e così Mandela, fonderà Mk, ala militare dell’Anc, con il proposito di realizzare una rivoluzione comunista tramite la lotta armata.
Il signor Mandela non è mai stato un amante della pace, non combatteva per parificare i diritti civili dei neri a quelli dei bianchi, ma combatteva per sovvertire l’ordine statale nel vero senso della parola; secondo Il “rivoluzionario”, il Sudafrica sarebbe dovuto essere governato dai neri. Per essere più chiari, Mandela non ha mai sognato l’uguaglianza, il suo era piuttosto un sogno di supremazia razziale. Per questo motivo ci appare quantomeno ridicolo che venga rappresentato come un combattente per i diritti civili, quando probabilmente ai tempi dei moti rivoluzionari, non aveva la più pallida idea di cosa fossero.
Già di per se, manifestare l’idea di voler sovvertire l’ordine dello stato costituisce reato in qualsiasi stato nazionale (anche in Italia), tuttavia il signor Mandela non è stato incarcerato direttamente per questo, ma per aver compiuto ed ordinato diversi atti terroristici volti a raggiungere questo scopo. Non è un mistero, come peraltro ammesso da Mandela, che fu lui stesso ad aver dato l’ordine di far esplodere la famosa bomba di Church Street, scoppiata alle ore 16.30 di Venerdì 20 Maggio 1983, nella cui strage morirono 19 persone e altre 217 rimasero ferite. Di questo aspetto in occidente non è mai stata data notizia, del resto l’ANC (partito politico che tuttora governa il Sudafrica fin dai tempi dalla rivoluzione) è stato finanziato proprio dai poteri occidentali interessati ad avere un Sudafrica debole e facilmente sfruttabile.
I risultati della rivoluzione mandeliana sono sotto gli occhi di tutti. Nonostante lo stato continui ad essere relativamente ricco grazie all’impostazione boera, la povertà è largamente diffusa tra la popolazione, il 40% delle persone è costretta a vivere con meno di 2 dollari al giorno. Il caos e la violenza sono talmente radicate nel territorio da aver reso Johannesburg la città più pericolosa del mondo.
In ogni caso, sono sicuro che dopo aver letto queste poche righe, molti di voi continueranno a pensare a Mandela come un eroe perché “ha sconfitto il razzismo”. A questo proposito vi invito a documentavi sul genocidio del popolo boero.
In Sudafrica uccidere un bianco non è reato.
Se andate in Sudafrica per i mondiali di calcio fate un salto a Petersburg, nelle province settentrionali. Da quelle parti troverete una collinetta disseminata di croci bianche. Il Sud Africa post-apartheid, ad esempio, è tutto fuorché un paese tollerante. Dal 1994 il paese è ininterrottamente governato da una coalizione composta da Anc (African National Congress), Cosatu (Sindacati Neri) e Sakp (Partito Comunista Africano). Gli Afrikaners, i bianchi di etnia boera e lingua Afrikaans, subiscono una vera e propria ghettizzazione che secondo alcuni sfocerebbe in un vero e proprio genocidio.
In Sudafrica, se sei donna, oggi hai più probabilità di essere violentata che di imparare a leggere. Il 30% delle adolescenti è iniziato al sesso attraverso uno stupro: si stima che ne avvenga uno ogni 26 secondi, ma i casi taciuti sarebbero dieci volte tanti. Anche in questo caso, il fenomeno assume inquietanti dimensioni razzistiche: si calcola che dalla fine dell’apartheid siano oltre 70.000 le donne bianche stuprate, talvolta solo allo scopo di trasmettere loro il virus dell’Aids, endemico tra i neri sudafricani.
Anche questo è il Sudafrica di Rolihlahla Dalibungu (“Nelson” fu aggiunto in seguito) Mandela. Nato il 18 luglio 1918 a Mvezo, Madiba ha studiato nelle scuole buone di matrice britannica del Sud Africa. Nel 1943 entra a far parte dell’Anc, di cui, grazie alla sua carismatica personalità, diverrà capo. A partire dal 1960, l’organizzazione verrà dichiarata illegale e così Mandela, fonderà Mk, ala militare dell’Anc, con il proposito di realizzare una rivoluzione comunista tramite la lotta armata.
Spesso, per non dire sempre, la verità è tutto il contrario della versione ufficiale, quella di chi ha vinto e dei libri di storia.
RispondiEliminaLa frase che amo di più : "Londra, da sempre capitale di intrighi ed inganni internazionali organizzati dai poteri forti politici e finanziari."