Leggiamo e pubblichiamo.
Il movimento del 9 dicembre è un movimento spontaneo. Esso è sorto dalla iniziativa di alcuni gruppi e associazioni ma ha visto la partecipazione di un rilevante numero di cittadini e, sia pure a titolo individuale, per rispetto delle direttive del comitato promotore che non voleva apparissero altri simboli di associazioni e partiti, di altri piccoli gruppi e associazioni, nazionali e locali.
Ora il problema fondamentale è di evitare che la partecipazione, l'emozione e la speranza suscitate si disperdano e sfumino nella delusione per la mancanza di sbocchi immediati. Invece, bisogna elevare questa esperienza importante a prova generale di una sollevazione popolare democratica, per la quale è necessario un po' di tempo.
A questo fine mi permetto di proporre a tutti i partecipanti una strada da percorrere, nella speranza che i manifestanti ne discutano.
IL NOME: MOVIMENTO PER LA SOVRANITA' COSTITUZIONALE
Intanto è necessario un nome, che sia potente, ossia che abbia un futuro radioso; chiaro, perché esprima profondamente il cuore del problema che ci affligge e la soluzione; massimamente inclusivo, perché tenga dentro opinioni oggi parzialmente diverse ma saldamente ancorate al cuore del problema e alla soluzione, e al tempo stesso esclusivo delle opinioni irriducibili al movimento stesso. Un nome che tracci chiaramente il confine delle opinioni che dibatteranno e si organizzeranno nei mesi a venire dalle opinioni che, consapevolmente o inconsapevolmente, sono per loro natura estranee alle istanze che hanno dato luogo a questo primo vagito di sollevazione popolare, e, anzi, sono in aperta contraddizione con esse.
Direi che la competenza alla scelta del nome debba certamente essere riconosciuta ai promotori del movimento. Da parte mia, come semplice partecipante, mi permetto soltanto un suggerimento: "Movimento per la Sovranità Costituzionale" (MSC). Le parole Sovranità e Costituzione campeggiano nel volantino ufficiale della manifestazione e sono potenti, chiare, inclusive e perfettamente idonee ad escludere persone e movimenti che siano antisovranisti o sovranisti ma al di fuori della Costituzione della Repubblica.
Perché sovranità? Perché gli antisovranisti sono avversari politici del movimento. Sono certo che col tempo sempre più antisovranisti diverranno sovranisti. Ma il confine va tracciato. Oggi sovranisti e antisovranisti sono avversari politici, anche quando sembrano sostenere, su problemi secondari e corollari, opinioni simili. Includere nel movimento sovranisti e antisovranisti significherebbe replicare il vizio del movimento cinque stelle, quindi significherebbe non compiere quel passo avanti che è necessario, per la chiarezza delle idee, per la forza del Movimento e quindi per ricostruire lo Stato ed il Popolo italiano.
Il richiamo alla Costituzione è necessario, per due ragioni.
In primo luogo, perché la sovranità che abbiamo perduta non è vuota; non è potere del popolo di decidere ciò che vuole, bensì potere del popolo di ricominciare ad attuare la Costituzione; potere di riprendere la strada incrinata già nel 1981 dal colpo di stato di Ciampi e Andreatta (maestro di Prodi e di Letta e fratello di idee di Monti, Amato e Padoa Schioppa), ossia dal divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, e poi abbandonata istituzionalmente con l'adesione al Trattato di Maastricht, con l'adozione dell'euro e con tutti i più recenti trattati europei. Restaurare la Costituzione in luogo dei Trattati europei che ci hanno distrutti e liberarci dalla dittatura della elite finanziaria e industriale europea germanocentrica, per iniziare a ri-atturare e rivitalizzare la democrazia costituzionale e sociale italiana, devono essere le istanze del Movimento popolare che sta emettendo i primi vagiti.
In secondo luogo, perché il movimento è, vuole essere e deve essere, democratico. Se il Movimento ha bisogno di sei mesi o magari un anno per organizzarsi e far emergere dal proprio ventre le nuove idee e la nuova classe dirigente – che si candiderà alle prossime elezioni, per spazzare via la classe dirigente traditrice della Costituzione (traditrice, prima che corrotta) – allora è bene che il movimento cominci ad organizzarsi. Pretendere di cacciare l'attuale governo e allo stesso tempo, nella consapevolezza di non essere pronti, desiderare o accettare dittature militari, significa non essere fedeli alla Costituzione della Repubblica ed essere quindi esattamente come gli avversari che si asserisce di voler combattere, i quali hanno provocato il disastro attuale proprio distruggendo la democrazia italiana e dandoci in pasto alla dittatura della elite finanziaria europea germanocentrica.
L'ORGANIZZAZIONE: TRASFORMARE I PRESIDI IN COMIZI DELLA PLEBE
Come dobbiamo organizzarci?
Sarebbe o sarà un errore voler organizzare immediatamente la manifestazione nazionale a Roma. La partecipazione sarebbe minore rispetto a ciò che molti, in buona fede ma ingenuamente, credono. E non otterrebbe né il risultato sperato (quale?) né alcun altro risultato. Trattandosi di un movimento spontaneo, comincerebbe a serpeggiare in molti la delusione e si correrebbe il rischio di disperdere parte dell'entusiasmo e della partecipazione che sono stati generati. Inoltre, durante la manifestazione, priva di un servizio d'ordine esperto, minoranze organizzate compirebbero azioni nelle quali la maggior parte dei partecipanti non si riconoscerebbe e darebbero modo ai media servi della elite finanziaria e industriale europea germanocentrica di squalificare il movimento agli occhi di coloro che ancora non hanno partecipato ma ci guardano con interesse o, eventualmente, con atteggiamento dubbioso che è nostro compito sciogliere in nostro favore.
Perciò, la manifestazione nazionale deve essere rinviata di tre mesi.
Cosa fare in questi tre mesi?
Ogni presidio che si è costituito dovrà coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini e dovrà organizzare assemblee settimanali (mi sembra la cadenza migliore, che evita l'attivismo che alla fine stanca ma mantiene un ritmo serrato). Le assemblee dovranno svolgersi possibilmente all'aperto: si parla con un megafono, ascoltati in religioso silenzio. E' il glorioso istituto dei comizi della plebe in versione moderna e adattato alla situazione attuale.
Per evitare il cattivo funzionamento dei comizi e il ripetersi dello squallido e mortifero assemblearismo, negazione dell'assemblea popolare, è necessario adottare due accorgimenti.
In primo luogo, i comizi dovrebbero essere diretti con il pugno di ferro da persone scelte dai partecipanti per l'equilibrio e l'autorevolezza che essi hanno dimostrato e che comunque sono ad essi riconosciuti.
In secondo luogo, i comizi del Movimento per la Sovranità Costituzionale, dovranno avere un tema unico, preciso, rigorosamente delimitato: qual è la causa prima del nostro decadimento? e quale è la soluzione? Si tratta di accorgimento necessario per evitare che alcuni cittadini prendano la parola per sproloquiare di mille argomenti, annoiando o generando risa, o magari di un solo argomento,eventualmente importante, che tuttavia certamente non è, nemmeno a loro avviso, la chiave del problema. Ci interessa soltanto la causa prima del decadimento; non altro. Senza questo accorgimento, taluni parleranno della corruzione, altri dei privilegi della casta, altri della distruzione delle carriere amministrative, altri dei centri commerciali che devastano il commercio, altri del lavoro precario, altri della scuola che non forma più i cittadini e non è più uno strumento di mobilità sociale, e così via. Le assemblee degenererebbero. Non creerebbero ma ucciderebbero; non chiarirebbero ma oscurerebbero; non formerebbero ma confonderebbero.
Naturalmente, per il Movimento per la sovranità costituzionale il problema è dato ed è iscritto nel nome. E infatti è di questo che bisogna parlare, non di altro: che significa che abbiamo perso la sovranità? come l'abbiamo persa? quando l'abbiamo persa? chi è oggi il sovrano? perché la disoccupazione di massa, il lavoro precario, la mancanza di domanda per coloro che si abbeverano sul mercato, l'altissima imposizione fiscale, la distruzione della scuola, il prevalere delle rendite sui redditi da lavoro autonomo e subordinato, la mancanza di investimenti, la bolla del credito prima e il crollo del medesimo credito ora hanno un'unica causa? qual è questa causa? Come se ne esce? Che cosa prevede e impone la Costituzione e che, invece, è vietato dai Trattai europei? Quali soluzioni adottammo nel trentennio glorioso (1945-1981), nel quale fummo i primi al mondo per sviluppo economico e mobilità sociale, e che ci sono impedite dalla dittatura germanocentrica del grande capitale finanziario e industriale europeo, fondata sui Trattati europei?
I comizi, se svolti con i due accorgimenti segnalati, genereranno idee chiare, formazione delle persone comuni e semplici, che però sanno di non sapere e si sono avvicinate con la volontà di capire; uniranno coloro che fino ad oggi hanno votato partiti diversi e (apparentemente) opposti; e genereranno con il consenso popolare la nuova classe dirigente, che non si deve credere composta da poche persone ma da decine di migliaia di persone (la classe dirigente è locale, regionale, nazionale). La classe dirigente deve essere partorita dal ventre del popolo.
Al tempo stesso i comizi, se ben gestiti, vedranno crescere la partecipazione popolare e prepareranno la grande manifestazione nazionale.
Tre, infatti, sono gli obiettivi del movimento: affermare e diffondere idee nuove, racchiuse nel nome – Movimento per la Sovranità Costituzionale -; generare la nuova classe dirigente, che deve essere partorita dal ventre del popolo (far fuori la casta è soltanto un corollario, una conseguenza); organizzare, tramite i comizi della plebe, una grande manifestazione popolare nazionale, che susciterebbe ulteriore grande entusiasmo e mostrerebbe ai traditori che ci governano che il loro tempo sta per scadere e che ben presto saranno gettati nella pattumiera della storia.
Stefano D'Andrea
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