lunedì 16 dicembre 2013

CasaPound Italia

CasaPound Italia
Solidarietà a Simone Di Stefano e ai giovani militanti malmenati dalla polizia senza alcun motivo.


La protesta non si arresta !



FLASH IMPORTANTE: Arrestato Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound, per "furto aggravato" di bandiera UE durante il 'blitz' pacifico del popolo del 9 dicembre alla sede di rappresentanza in Italia della Commissione europea in via IV Novembre a Roma. Di Stefano è stato bloccato dalle forze dell'ordine mentre con una scala tentava di sostituire un Tricolore alla bandiera blu dell'Unione europea....
Il video: http://www.youtube.com/watch?v=k9irUEMfPCE
 

Dopo l'arresto del vicepresidente Di Stefano parla il leader di CasaPound Gianluca Iannone

Una punizione immotivata e feroce contro un’azione assolutamente simbolica. Così considera Casapound la reazione della polizia al tentativo di issare il Tricolore nella sede della rappresentanza europea «Quella che è ormai a tutti gli effetti la sede di un esercito di occupazione economica» spiega a Il Tempo il leader di CasaPound, Gianluca Iannone.
Cosa è accaduto?
L’arresto di Simone Di Stefano per «furto di bandiera» è stato surreale. Una cosa che non si è mai vista. La manifestazione era assolutamente pacifica. Eppure, contro quegli italiani disarmati, senza caschi, senza spranghe e senza bombe carta, si è scatenata una reazione violenta, rabbiosa, immotivata della polizia. Una repressione feroce come non si vedeva da tempo e una «punizione» altrettanto feroce nei confronti di chi ha messo in atto un gesto totalmente simbolico. Non mi pare che ultimamente nelle strade si siano verificati altri episodi simili di fronte a manifestazioni di tutt’altra aggressività.
È arrivata la scomunica di Letta. Perché secondo lei?
La nostra risposta è che la vecchia politica ha paura di un dissenso reale, che non riesce a intercettare. Aveva ragione il caro Pound quando diceva che i politici sono i camerieri dei banchieri...
Non pensate di essere etichettati come movimento anti storico?
Dal punto di vista sociale l’Italia è regredita all’Ottocento, e saremmo noi gli antistorici? Inoltre questa idea per cui c’è un cammino obbligato che è già scritto e rispetto al quale non sono ammesse deviazioni è superstizioso, medievale, per l’appunto antistorico. La verità è che si può benissimo ipotizzare un’economia complessa su grande scala diversa dall’attuale e disastroso assetto globalizzato.
La vostra battaglia è anche contro l’euro. Perché?
La nostra battaglia è contro qualsiasi moneta non stampata dallo Stato, sia essa la lira o l’euro. Noi siamo contro la Bce, non necessariamente contro qualsiasi tipo di moneta unica europea.
Se si esce dall’euro i prezzi dei prodotti saranno più bassi ma si perderà l’ombrello di valuta forte per acquistare le materie prime.
Credo che gli italiani non abbiano la percezione di essere al calduccio sotto la protezione di questo ombrello, francamente.
Le vostre tesi sono le stesse di Grillo. Cosa avete in comune con lui?
Grillo ha messo la pietra tombale su ogni velleità rivoluzionaria mandando in Parlamento decine di nerd dalle idee confuse che come primo provvedimento hanno proposto di inasprire i reati d’opinione. Se vuole davvero combinare qualcosa spenga il computer e venga nelle piazze dove davvero si respira la rabbia. Che poi CasaPound e Grillo dicano entrambi che chi viene gettato in acqua deve iniziare a nuotare è vero, ma il problema è dei vari Letta e Alfano che suggeriscono di aspettare l’aiuto della mano invisibile del mercato.
Non è che pescate nella disperazione?
Noi diciamo le stesse cose da più di dieci anni, ora che i fatti confermano le nostre idee dobbiamo essere accusati di essere opportunisti? E poi dare risposte alla disperazione è esattamente uno dei compiti della politica. O dobbiamo forse affidarci ai sodali nostrani di quel politico greco che recentemente ha detto che “dare da mangiare al popolo non può essere un compito dello Stato”?
Se l’Italia esce dall’euro porebbe essere un caos.
C’è un equivoco: nel caos economico ci siamo ora! Il fondo è questo, lo stiamo toccando con mano proprio adesso. Quindi agitare lo spauracchio di uno scenario post-apocalittico è inutile dato che molti italiani già ora non hanno più nulla da perdere. Detto questo, ribadisco che la posizione di Cpi non è banalmente anti-euro, noi non combattiamo un feticcio, combattiamo un sistema creato apposta per indebitare i popoli.
Il giudizio sui forconi?
Si tratta di un movimento sostanzialmente spontaneo, che nasce da una rabbia vera, e che quindi è talora un po’ confusionario. C’è stata però sin da subito la chiarezza di scegliere solo il tricolore come simbolo. A noi tanto è bastato per schierarci con esso, senza simboli, strumentalizzazioni o infiltrazioni. Le barricate all’insegna del tricolore le facciamo da dieci anni, quindi il diritto di sentirci a casa direi che ce lo siamo conquistati sul campo.
Cosa pensate dell’attuale classe politica?
È semplicemente composta da nemici del popolo. Quanto alla gestione della crisi, semplicemente non c’è stata. Ci si è affidati agli apprendisti stregoni dell’alta finanza e a programmi di governo dettati dagli stessi che la crisi l’hanno creata. La nostra soluzione è semplice: il congelamento per almeno un anno dei pignoramenti di Equitalia, il congelamento del debito estero e protezionismo europeo per evitare che i lavoratori italiani subiscano la concorrenza degli schiavi cinesi. Sarebbe un buon punto di partenza.
 

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