QUESTO IL COMUNICATO DEL QUESTORE DI TORINO
AUTOTRASPORTO: QUESTURA TORINO, CASCHI TOLTI NON PER SOLIDARIETA MANIFESTANTI
MA PER VENIR MENO DELLO STATO DI TENSIONE E DELLE ESIGENZE DI ORDINE PUBBLICO Torino, 9 dic. – (Adnkronos) – I poliziotti che, durante le manifestazioni di oggi, si sono tolti il casco, non lo hanno fatto in segno di solidarietà ma per il «venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico». Lo sottolinea una nota della Questura di Torino in cui si legge che in relazione a notizie «secondo cui alcuni poliziotti, in occasione delle manifestazioni svoltesi oggi in Torino, si sono tolti il casco in segno di solidarietà con i manifestanti” si precisa che » Verso le 10,30, al termine di un intervento disimpegnato da un contingente della Polizia di Stato in questo corso Bolzano, per contenere una improvvisa azione dei manifestanti in prossimità della sede dell’Agenzia delle Entrate, i poliziotti in servizio, su disposizione del funzionario responsabile, si sono tolti il casco, essendo venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo”. «Trattasi, pertanto – conclude la nota – di comportamento da considerare ordinario e correlato al venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico. A tale gesto non appare possibile, pertanto, riconnettere significati non attinenti alle regole d’impiego dei dispositivi individuali di protezione e, tantomeno, di condivisione delle istanze dei manifestanti». (Rre-Abr/Ct/Adnkronos) 09-DIC-13 18:21
QUESTA LA LETTERA AL NOTO BLOGGER DI ANDREA MAVILLA DI UN UOMO DELLE FORZE DELL’ORDINE
Cari amici,
per l’onestà intellettuale sempre dimostratavi, non posso non pubblicare il messaggio inviatomi qualche minuto fa.
Buonasera Sig. Mavilla.
Ho Visto che nella sua pagina ha condiviso il comunicato rilasciato dalla Questura di Torino nel quale si legge che “gli agenti presenti a Torino si sono tolti il casco perché erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo. Nessuna solidarietà da parte nostra”.
Sig. Mavilla quello che ha diffuso la Questura di Torino é falso, io e molti miei colleghi ci siamo tolti i caschi, subito dopo abbiamo abbassato gli scudi. Questa azione é non solo sconsigliata, ma viene proibita a chi, come me, deve garantire e gestire l’ordine pubblico.
NON É ASSOLUTAMENTE VERO QUELLO CHE HA SCRITTO LA QUESTURA DI TORINO.
Abbiamo deciso di nostra iniziativa dopo che intere famiglie ci urlavano “unitevi a noi”. Può leggere i comunicati dei vari Sindacati della Polizia che hanno condiviso ed appoggiato la nostra iniziativa.
Deve sapere che la Questura di Torino ha chiesto l’identificazione di tutti quelli che, come me, hanno tolto i caschi e si sono uniti ai manifestanti. Sicuramente saremo severamente puniti con gravi sanzioni disciplinari, ma in quel momento abbiamo sentito il dovere di proteggere il popolo e non lo Stato, quello stesso Stato che ha portato tutti noi alla deriva.
Lei é una persona intelligente, non si faccia influenzare da quello che scrive la stampa.
Se vuole pubblicare questo messaggio deve garantirmi l’anonimato, potrei rischiare il posto di lavoro per aver rivelato l’azione intrapresa della Questura di Torino.
Un servitore del popolo.
basta casta
Fonte
AUTOTRASPORTO: QUESTURA TORINO, CASCHI TOLTI NON PER SOLIDARIETA MANIFESTANTI
MA PER VENIR MENO DELLO STATO DI TENSIONE E DELLE ESIGENZE DI ORDINE PUBBLICO Torino, 9 dic. – (Adnkronos) – I poliziotti che, durante le manifestazioni di oggi, si sono tolti il casco, non lo hanno fatto in segno di solidarietà ma per il «venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico». Lo sottolinea una nota della Questura di Torino in cui si legge che in relazione a notizie «secondo cui alcuni poliziotti, in occasione delle manifestazioni svoltesi oggi in Torino, si sono tolti il casco in segno di solidarietà con i manifestanti” si precisa che » Verso le 10,30, al termine di un intervento disimpegnato da un contingente della Polizia di Stato in questo corso Bolzano, per contenere una improvvisa azione dei manifestanti in prossimità della sede dell’Agenzia delle Entrate, i poliziotti in servizio, su disposizione del funzionario responsabile, si sono tolti il casco, essendo venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo”. «Trattasi, pertanto – conclude la nota – di comportamento da considerare ordinario e correlato al venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico. A tale gesto non appare possibile, pertanto, riconnettere significati non attinenti alle regole d’impiego dei dispositivi individuali di protezione e, tantomeno, di condivisione delle istanze dei manifestanti». (Rre-Abr/Ct/Adnkronos) 09-DIC-13 18:21
QUESTA LA LETTERA AL NOTO BLOGGER DI ANDREA MAVILLA DI UN UOMO DELLE FORZE DELL’ORDINE
Cari amici,
per l’onestà intellettuale sempre dimostratavi, non posso non pubblicare il messaggio inviatomi qualche minuto fa.
Buonasera Sig. Mavilla.
Ho Visto che nella sua pagina ha condiviso il comunicato rilasciato dalla Questura di Torino nel quale si legge che “gli agenti presenti a Torino si sono tolti il casco perché erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo. Nessuna solidarietà da parte nostra”.
Sig. Mavilla quello che ha diffuso la Questura di Torino é falso, io e molti miei colleghi ci siamo tolti i caschi, subito dopo abbiamo abbassato gli scudi. Questa azione é non solo sconsigliata, ma viene proibita a chi, come me, deve garantire e gestire l’ordine pubblico.
NON É ASSOLUTAMENTE VERO QUELLO CHE HA SCRITTO LA QUESTURA DI TORINO.
Abbiamo deciso di nostra iniziativa dopo che intere famiglie ci urlavano “unitevi a noi”. Può leggere i comunicati dei vari Sindacati della Polizia che hanno condiviso ed appoggiato la nostra iniziativa.
Deve sapere che la Questura di Torino ha chiesto l’identificazione di tutti quelli che, come me, hanno tolto i caschi e si sono uniti ai manifestanti. Sicuramente saremo severamente puniti con gravi sanzioni disciplinari, ma in quel momento abbiamo sentito il dovere di proteggere il popolo e non lo Stato, quello stesso Stato che ha portato tutti noi alla deriva.
Lei é una persona intelligente, non si faccia influenzare da quello che scrive la stampa.
Se vuole pubblicare questo messaggio deve garantirmi l’anonimato, potrei rischiare il posto di lavoro per aver rivelato l’azione intrapresa della Questura di Torino.
Un servitore del popolo.
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