martedì 31 dicembre 2013

SOLO UN FASCISTA DI MERDA ?

DI ENRICO GALOPPINI
ideeinoltre.blogspot.it
Io non so chi sia Simone di Stefano, vicepresidente di Casa Pound Italia, e non m’interessa che per qualcuno sia solo un "fascista di merda".
So solo che quello che ha fatto avrei voluto farlo io e, certamente, molti altri italiani come lui e me.
Niente di delinquenziale, intendiamoci, se con ciò s’intende esporre l’altrui incolumità ad un grave pericolo, oppure devastare senza senso dei beni pubblici come invece capita di vedere durante le manifestazioni di certi alternativi.

Quello di Di Stefano è stato un classico "bel gesto". Di quelli che, complice la possibilità di mostrarlo e rivederlo attraverso un filmato, suscitano immediatamente consenso, s’imprimono nella memoria e infondono coraggio.

Il "bel gesto" è quell’atto che da tempo si vorrebbe veder fare, ma nessuno, per un motivo o per l’altro, si sente di compierlo. E chi lo fa diventa subito un eroe.

Un "bel gesto" è anche un simbolo. Mostra immediatamente, senza bisogno di minacciare nessuno né di devastare nulla, che al di là dei mille distinguo di cui questo popolo è capace esiste qualcosa su cui si è d’accordo in parecchi senza bisogno di chiacchiere o ideologie. Sempre che non si appartenga alla genia dei soddisfatti e degli arrivati; di quelli che sguazzano beati in quest’andazzo schifoso.

Non fa onore alle forze dell’Ordine andare a legnare chi, ostentando la sola bandiera nazionale - cioè quella di tutti quanti, e non un vessillo di partito - esprime il disagio dei propri connazionali sotto la sede italiana di un’istituzione senza volto e senz’anima come l’Unione Europea. Sono o non sono anche loro italiani?

Grazie Simone per averci fatto vedere quell’emblema della dittatura finanziaria volare giù dal balcone come un qualsiasi straccio qual è in effetti.

Dopo decenni di ‘tabu patriottico’ post-bellico, sono vent’anni che ci danno il permesso di esporre il tricolore dai palazzi istituzionali, ma a patto che venga affiancato, cioè esorcizzato, dalla bandiera blu con la coroncina di stelle. Era l’ora che qualcuno la togliesse di mezzo.



 

giustamente pubblichiamo il messaggio di un Papà.

 
Papà di Stella: “Assassino mia figlia è libero, è un cosa schifosa”
 
 
Si rivolge al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, il papa’ di Stella, bambina di nove anni vittima dell’immigrazione e dell’assurdità chiamata Schengen, grazie alla quale un romeno può vivere in Italia quando e quanto vuole.
Ammazzata ad Aprilia, in un ‘incidente’ causato da un ventenne romeno sotto effetto di droga e alcol che andava contromano: non aveva patente né assicurazione. Ma è libero.
“C’è il rischio che se ne va – ha detto Manzi riferendosi all’investitore – Lui adesso se ne puo’ andare perche’ è denunciato a piede libero, è una cosa schifosa”.
“Cancellieri fa qualcosa”, chiede Manzi secondo il quale “questo non è un incidente stradale, e’ un omicidio”. “Si possono trovare i modi per arrestarlo, perché paghi per quello che ha fatto, così non lo fa piu’”, conclude.
Mai nulla, tranne impiccarlo al palo più alto, potrà essere abbastanza perché paghi. Quando si guida ubriachi e drogati non è ‘incidente’, è un assassinio premeditato. Ma è inutile affidarsi alla Cancellieri, lei i delinquenti non li fa andare in galera, lei li libera.


 

Ecco i nuovi antifascisti.


Comunita' Militare


                 Tutti noi siamo pienamente d'accordo con la Comunità Militare.
       31 DICEMBRE TV SPENTA    LA PAZIENZA è FINITA.

NOI NON VI DIMENTICHEREMO MAI.

Marò, una vergogna italiana: prigionieri da 600 giorni in India .
La verità è che non contiamo niente sul piano internazionale.
Che vergogna, petizione pro marò Negli Usa, non qui.

Le nuove indagini sono praticamente ferme e chissà quando verrà celebrato il processo.
Liberateli subito .

Lasciate i bambini congolesi in Congo



Sono giorni che i media ci molestano con la storia delle ventiquattro coppie di italiani ‘bloccati’ in Congo perché quel paese ha fermato le loro adozioni di bambini congolesi.
Sia perché sono fanatici delle adozioni internazionali, sia perché utilizzano la vicenda per meri fini politici contro un’altra congolese, quella che fa il ministro in Italia, non c’è politico o giornalista che non si sprechi in ridicole grida di dolore posticcio.
E allora tocca a noi dire quello che nessuno dice: lasciate quei bambini in Congo.
Non entriamo nella vicenda dal punto di vista legale, e sull’accordo disatteso dallo Stato africano, a noi interessa la vicenda dal punto di vista culturale e morale. E siamo profondamente convinti che, in questo senso, quello delle adozioni internazionali sia uno dei business più osceni generati dalla Globalizzazione. Ancora più osceno, quando prevede lo spostamento coatto di bambini da luoghi lontani in società tanto diverse.
Le adozioni internazionali sono negative. Lo sono per le società di origine, perché le privano dei loro giovani; lo sono per quelle di accoglienza, perché gli adottati si rivelano – statistiche alla mano – fattori destabilizzanti e con un’alta incidenza al comportamento antisociale. E lo sono soprattutto per loro, i bambini, che vengono catapultati in una realtà che non li appartiene, estranea e straniera, che, non a caso, genera molto spesso infelicità e rigetto con le conseguenze descritte prima nel modo di essere e di comportarsi.
Quello di questi genitori che vanno a caccia per il mondo di ‘bambini’, come fossero ‘prede’ da portarsi a casa, è il ‘grande egoismo’ dell’epoca moderna. E lo vendono come ‘amore’. Ricattano l’opinione pubblica con l’amore. Ma chi veramente vuole fare del bene a dei bambini, sceglie le adozioni a distanza, l’unica vera forma d’amore disinteressata.
Per questo a noi questa telenovela dei quarantotto italiani ‘prigionieri’ in Congo ha ampiamente stufato. Per questo ci sentiamo vittime di uno ‘stalking’ mediatico: nessuno li ha costretti ad andare. Lascino il ‘malloppo’ e tornino a casa, e se vogliono fare del bene, aiutino delle famiglie del posto a prendersi cura di quei bambini. Tutto il resto è egoismo camuffato. O propaganda politica e culturale a seconda del politico o del media che la propina.
E poi, dal punto di vista italiano: ci mancano solo nuovi e futuri ‘kyenge’.

Fonte articolo      http://identità.com/blog  

Con l'oro di Dongo comprarono anche Botteghe Oscure»

Varese – I partigiani Gianna e Neri furono assassinati per ordine del partito comunista e non della Resistenza. I due volevano che l'oro requisito al Duce, in fuga verso la Svizzera, venisse restituito all'erario .

Con l'oro di Dongo comprarono anche Botteghe Oscure»

Quando Benito Mussolini nell'aprile del '45 fu fermato dai partigiani a Dongo, piccolo paesino sulla riva occidentale del Lago di Como, aveva con sé una vera fortuna: danaro contante (circa 230 miliardi di allora) e oltre 42 chili in lingotti d'oro, ovvero tutto quel che restava del patrimonio della Rsi. Passato alla storia come il famigerato "oro di Dongo", quel "bottino" ha segnato il destino di molte persone, tra cui anche quelli dei partigiani Neri e Gianna. I due, infatti, volevano che la fortuna requisita al duce in fuga verso la Svizzera fosse restituita all'erario italiano e per questo furono fatti eliminare dal Pci. Renato Morandi, classe 1923, all'epoca dei fatti era un giovane comandante partigiano della Brigata Garibaldi, che operava proprio nel comasco. (foto: la tessera di Renato Morandi del C.d.L.N)
Morandi, lei conosceva personalmente Gianna e Neri? «Certo, io operavo in quella zona con loro, ma all'epoca dei fatti non c'ero perché a causa di una grave malattia avevo dovuto allontanarmi dalle operazioni. Ricordo però molto bene la figura di Neri come una persona intelligente e aperta, un vero comandante, con un'esperienza militare grandissima. Si era formato in Abissinia e sul fronte russo, dove aveva imparato le tecniche della guerriglia. Era un camminatore formidabile, su e giù per le valli, non era mai stanco». Perché ad un certo punto lei diventa un testimone fondamentale di questa vicenda? «La vicenda della morte di Gianna e Neri è sempre stata presente nella vita di molti partigiani di quella zona. Nel 1999 io ero stato attaccato da un giornalista per un'altra vicenda, sempre legata alla lotta partigiana nel comasco. Per fare luce su quegli episodi e per ricostruire vicende di cui ricordavo poco andai all'istituto storico della Resistenza di Como e lì iniziai a prendere atto direttamente, de visu, della brutta fine che fecero alcune persone oneste, in relazione alla sparizione dell'oro di Dongo, tra questi c'erano anche i partigiani Gianna e Neri. E così iniziai a chiedere conto sia all'Anpi sia al partito. Ci furono comunque altre persone coinvolte e ridotte al silenzio». Chi e in che modo? «Beh Moretti e Terzi dovettero espatriare all'estero, in Jugoslavia. Erano testimoni scomodi e vennero allontanati subito dopo i fatti e tramite la sezione del Pci di Udine portati in Jugoslavia, dove hanno lavorato per molti anni. Ho incontrato Terzi a Varese nel 1991 a casa di Franco Giannantoni. E anche in quella occasione si parlò di Gianna e Neri». Che cosa accadde dopo il sequestro dei beni della Rsi? «Neri il 4 maggio del 1945 va a trovare il segretario del partito comunista di Como, chiedendo ragione della fine dell'oro di Dongo. Dei valori sequestrati erano stati stilati da lui stesso tre elenchi, ma nulla di quell'enormità era finito all'erario, cioè allo Stato. Neri venne ucciso dopo quella visita». E Gianna? «Erano molto legati tra loro, si amavano. Dopo due mesi dalla scomparsa di Neri, Gianna andò a chiedere sue notizie per cercare di capire che cosa fosse successo. Venne prelevata il pomeriggio del 23 giugno, mentre in bicicletta tornava da Dongo. L'hanno seguita, caricata in macchina e fatta sparire. Sono morti entrambi per la loro onestà e la loro coscienza di cittadini italiani» Dove finirono i soldi? «A Milano e a Roma, comprarono proprietà e tra queste probabilmente anche Botteghe Oscure». Il libro di Franco Giannatoni e Giorgio Cavalleri ha dato un contributo decisivo alla scoperta della verità? «Sì, perché è un libro ben documentato, dove si fa finalmente luce su questa drammatica vicenda partendo dai fatti e dai documenti. È un riconoscimento di onestà che meritano. Rimangono ancora poche ombre su cui ci sono delle supposizioni realistiche» Tra le ombre di cui lei parla c'è anche il destino della borsa contenente il compromettente carteggio con il premier inglese Winston Churchill? «Si conoscono mandanti ed esecutori materiali, purtroppo non si sa dove furono fatti sparire i corpi di Gianna e Neri. Poi c'è anche il mistero riguardante quella borsa. Il contenuto fu diviso in due: una parte andò ai partigiani di fede monarchica, che avevano un rappresentante in brigata, l'altra sparì. Da qualche parte le risposte ci saranno e penso che all'Istituto Gramsci di Roma ci sia ancora un pezzo di verità da scoprire». Franco Giannantoni e Giorgio Cavelleri "Gianna" e "Neri" fra speculazioni e silenzi Edizoni Arterigere.

Fonte articolo         Michele Mancino michele@varesenews.it

  

lunedì 30 dicembre 2013

Video canto delle brigate nere.


Mirko Tremaglia PRESENTE.

                      Bergamo il 30 dicembre 2011 .


Pierantonio Mirko Tremaglia nasce a Bergamo il 17 novembre 1926.

All'età di 17 anni aderisce alla Repubblica Sociale Italiana. Durante la guerra perde i genitori. Catturato dagli Alleati, sconta un periodo di reclusione nel campo di Coltano.

Nel dopoguerra si iscrive all'Università Cattolica di Milano, ma viene cacciato quando si scopre il suo trascorso di volontario repubblichino. In seguito consegue la laureato in giurisprudenza ed esercita la professione di avvocato.

Esponente storico e dirigente del MSI (Movimento Sociale Italiano), sin dalla nascita della Repubblica Italiana nel 1948, svolge importanti compiti nel comitato centrale e nella direzione nazionale del partito.

E' nominato responsabile del dipartimento di politica estera del MSI-DN (Destra Nazionale), nel 1969. È stato uno dei più stretti collaboratori del segretario Giorgio Almirante.

Nel 1968 istituisce i "Comitati Tricolori per gli Italiani nel Mondo", allo scopo di difendere gli interessi in patria della diaspora italiana e guadagnarne il diritto di voto.

Eletto alla Camera per la prima volta nel 1972, ha ricoperto la carica di Ministro per gli Italiani nel mondo nei governi Berlusconi II e III.

Nel 2000 perde prematuramente il figlio Marzio (morto a causa di una malattia incurabile a soli 42 anni) dirigente giovanile del FUAN, consigliere comunale per il MSI a Bergamo dal 1980 al 1995, e assessore alla Cultura della Regione Lombardia dal 1995 al 2000.

La legge che porta il suo nome (Legge 459 del 27 dicembre 2001) è il risultato dell'impegno di Mirko Tremaglia per cambiare le modalità relative all'esercizio del diritto di voto degli italiani che vivono all'estero: ha ottenuto la modifica della Costituzione negli articoli 48 (istituzione della circoscrizione Estero), 56 e 57 (numero dei deputati e senatori eletti dai cittadini italiani all'estero).

Mirko Tremaglia PRESENTE.

Arrestato per strada ex protagonista della rivolta delle bocche cucite al Cie.

Era stato liberato dal Centro di Ponte Galeria poco dopo Natale, bloccato dai carabinieri mentre rompeva moto.
 
Questa e l'integrazione tanto decantata dal  PD......???
 
Troppo spesso ormai questa "gente" si dimentica che sono degli ospiti .
 
 
L'immigrazione è un problema enorme, manipolato e rimpicciolito dai media, ma in realtà quasi ingestibile in molte città d'Italia. Ci vuole un intervento forte da parte della politica. Oggi la politica mantiene gli immigrati e l'immigrazione con miliardi sottratti agli italiani, riuscendoci a speculare in modo vergognoso. Gli italiani hanno perso il diritto a beni da loro stessi e per loro stessi creati e mantenuti, fra cui case popolari, scuole, asili, servizi per i meno abbienti. La maggior parte dei crimini documentati in Italia è commessa da immigrati (loro sono meno di 1/10, ma commettono più di 1/2 dei reati, come dimostrato dalle statistiche delle questure) e a questi sono da aggiungere tutti quelli denunciati ogni giorno senza esito (stupri, borseggi, furti). Fa pensar male la propaganda che mira a far passare l'immigrato per povero e innocente, quando così non è.
 
 
 
INCREDIBILE: lo zingaro ubriaco e drogato, che guidava senza patente e che ha ucciso una bambina e mandato in coma la madre, il fratellino e i due cugini NON FARA' NEANCHE UN GIORNO DI GALERA. E' STATO SOLO DENUNCIATO PER OMICIDIO COLPOSO. 
 
Il deputato marocchino del Partito Democratico farà ancora sciopero per difendere questo " galantuomo" e i suoi simili, o, dopo l'ennesima brutta figura fatta, si accontenterà di guadagnare 20.000 mila euro al mese senza fare nulla? 
 
 
 

 scagliandosi contro i militari !!!
 
ROMA - Uno dei protagonisti della protesta delle «bocche cucite» al centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria è stato arrestato nella Capitale per danneggiamenti. L’uomo, un palestinese di 31 anni, irregolare sul territorio italiano e con precedenti, era stato rilasciato da Cie poco dopo Natale. Lunedì 30, ubriaco e preso da una crisi di rabbia, ha buttato a terra e ribaltato in strada 16 bidoni dei rifiuti in ghisa e 14 motocicli in viale Guglielmo Marconi, a Roma. E’ stato sorpreso da una gazzella dei Carabinieri mentre stava prendendo a calci 5 moto che aveva da poco scaraventato a terra all’angolo con via Pietro Blaserna.
MANETTE IN CASERMA -Il trentunenne, che ha tentato di sfuggire all’arresto scagliandosi contro i militari, è stato fermato. Guidati dalle testimonianze raccolte sul posto, i carabinieri hanno verificato che nelle vie limitrofe il palestinese, prima di scaraventare a terra le moto, aveva fatto lo stesso con i bidoni di rifiuti, danneggiando anche in più parti alcune centraline della rete elettrica. L’immigrato è stato arrestato dai Carabinieri e portato in caserma, in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo. Gli accertamenti hanno fatto poi emergere che si tratta di uno degli ospiti del Cie di Ponte Galeria che nei giorni scorsi aveva messo in atto la protesta delle bocche cucite.
 
        
 
 
 
     
                                                        
 

domenica 29 dicembre 2013

Noi pubblichiamo sempre queste porcate messe in atto nel 1945 dai cosiddetti" liberatori " partigiani criminali.

Visconti e Stefanini, Ufficiali dell’Aereonautica uccisi alle spalle dai partigiani dopo la resa .

Il 29 aprile 1945 a Gallarate (VA) il maggiore dell’Aereonautica Adriano Visconti (decorato con quattro medaglie d’argento al valor militare, due di bronzo al valor militare, due croci di ferro, accreditato di non meno 26 abbattimenti) firmava l’atto di resa del primo gruppo caccia “Asso di Bastoni”, reparto da lui comandato. L’accordo prevedeva l’onore delle armi e il passaggio di tutto il rimanente materiale ad un ufficiale superiore della Regia Aeronautica; un salvacondotto per tutti i sottufficiali e truppa; il diritto per gli ufficiali di conservare la pistola e il loro trasferimento a Milano con l’impegno di essere consegnati alle Autorità militari italiane o Alleate quali prigionieri di guerra.
Il documento venne sottoscritto da Visconti, in tre copie, e controfirmato dall’ingegnere Vismara del CLN, dal tenente colonnello pilota Giannotti della Regia Aeronautica, dal capitano Serego per il Comitato militare del CLNAI e dai capi partigiani Luciano, Aldo e Iso (Aldo Aniasi, futuro sindaco di Milano). Stranamente, dell’originale del documento non sembra esservi traccia, ma è voce corrente che una copia sia custodita nell’archivio del PCI di Varese.Sessanta ufficiali e due ausiliarie vennero quindi condotti nella caserma del “Savoia Cavalleria” a Milano, già sede dell’Intendenza della G.N.R. allora occupata dalla brigate garibaldine Redi e Rocco e qui sistemati in un stanzone quando un partigiano ordinò a Visconti di seguirlo. Il Sottotenente Valerio Stefanini, aiutante di Visconti lo seguì. Nel primo pomeriggio, mentre gli ufficiali venivano condotti in un altro stanzone, si udirono due raffiche di mitra seguite da alcuni colpi.
Risulterà presto che il maggiore Visconti ed il sottotenente Stefanini erano stati raggiunti alle spalle dalle raffiche; una prima raffica raggiungeva alla schiena Visconti che cadeva a terra, in ginocchio. Stefanini, al suo fianco, si gettava istintivamente alle spalle del suo comandante, ed era in quell’attimo che partiva la seconda raffica che lo raggiungeva alla schiena, fulminato. Il sottotenente Stefanini che aveva tentato di far scudo con il proprio corpo al suo ufficiale resterà ucciso sul colpo, il maggiore Visconti invece, verrà finito a colpi di pistola.
Da più parti è stato affermato che il colpo di grazia a Visconti, alla nuca, sia stato sparato dal partigiano Iso.
Nessuna conseguenza giudiziaria per partigiani colpevoli di tali assassinii.
Fonte: Centrostudilaruna.it
 
                                                             

 

Pietro Badoglio Vuole la poltrona......

Ci risiamo Badoglio rivuole la poltrona sotto il culo.
 
 
Da Giorgio Almirante sostiene di aver «imparato l’umiltà». Per il suo  futuro politico, invece, Gianfranco  Fini rilancia l’idea della ricomposizione di un partito unico della destra.  «La comunità della destra si è persa», afferma l’ex presidente della Camera in una video intervista a Puglia d’Oggi, «è entrata in un labirinto e ha smarrito la via d’uscita». Ora serve un «programma di questa auspicabile nuova destra che si ricompone». Insomma, datemi un partito e torno in sella. 


                                                                      

600 GIORNI DI ORGOGLIO E PASSIONE.

Sono trascorsi 70 anni dalla proclamazione della Repubblica Sociale Italiana. Una ricorrenza che i Combattenti superstiti della RSI (e le più giovani generazioni che ne condividono gli ideali) celebrano con commozione nel ricordo delle decine di migliaia di Caduti e dei valori sociali interpretati dalla Repubblica di Benito Mussolini. E’ il ricordo di 600 giorni di passione e di orgoglio sotto la Bandiera del riscatto nazionale dopo l’infame resa e tradimento dell’8 settembre. La migliore gioventù d’Italia che si ribella al “diktat” e ritorna al combattimento in uno slancio epocale di volontarismo, pur cosciente di una vittoria pressochè impossibile di fronte alla disparità delle forze in campo. Sono 600 giorni in cui l’Ideale sembra poter annullare i pesanti sacrifici imposti da una guerra spietata, promossa dal nemico esterno ed interno senza esclusione di sanguinosi colpi; col sangue dei Volontari in camicia grigio-verde e nera che scorre sui diversi fronti di battaglia, nelle città e nei paesi d’Italia.
Sono trascorsi 70 anni, con la legge anagrafica che agisce implacabile sui Combattenti repubblicani riducendone all’osso le fila. In un contesto nazionale di totale avvilimento e servaggio, non più Nazione ma satellite, o se si vuole “colonia”, dei vincitori. Ma è anche per questo, per il desolante panorama politico-sociale che ci circonda, che quali superstiti della RSI possiamo e dobbiamo tenere alta la testa e considerarci dei privilegiati per aver partecipato all’esperienza drammatica ma esaltante della RSI. Gli ultimi testimoni di un evento che malgrado tutto, malgrado menzogne e persecuzioni, è tutt’altro che tramontato sulla Storia d’Italia: una preziosa eredità che conoscerà i tempi della resurrezione.
A tutti noi, fino all’ultimo respiro, consolidarne, nella testimonianza,la certezza.


Presidente Nazionale RNCR-RSI RSI Continuità Ideale


Camerata Reduce GIANNI REBAUDENGO.

 

DISCORSO DI CAPODANNO: PERCHE’ NON CI RACCONTI DI QUANDO PAGAVI I BIGLIETTI AEREI 90 EURO E TE NE PRENDEVI 800 DI RIMBORSO? AL CRONISTA AVEVI DETTO CHE AVRESTI RISPOSTO SOLO AGLI ITALIANI, RICORDI?

A DISTANZA DI ANNI, IL VECCHIO MASSONE CHE SIEDE AL QUIRINALE POTREBBE AVERE UN’UNICA OCCASIONE PER FAR ACCENDERE LA TELEVISIONE AGLI ITALIANI: RACCONTARE DI QUELLA VOLTA CHE LA TV TEDESCA GLI CHIESE IL CONTO DELLA TRUFFA DEI BIGLIETTI AEREI CHE GLI EURODEPUTATI ERANO SOLITI COMPIERE.


Fonte articolo  basta casta

Rubano anche Gesù Bambino: lo staccano da presepe a Firenze.


                                                                             
 ben noto alle forze dell’ordine .............


Ieri pomeriggio sono finiti in manette due cittadini stranieri trovati in possesso di numerosi gioielli rubati in un appartamento durante le festività. Gli uomini della V Squadra Volante hanno fermato l’insolita coppia a bordo di un’autovettura in viale Strozzi. I due stranieri, provenienti da due paesi lontani ma entrambi con diversi precedenti di polizia, parlavano tra di loro in lingua italiana. Uno è infatti un 29enne georgiano – con alle spalle diverse denunce per furti messi a segno in varie città italiane – l’altro, un cittadino tunisino di 38 anni – anch’egli ben noto alle forze dell’ordine nell’ambito degli stupefacenti e dei reati contro il patrimonio. Notati subito alcuni strumenti da effrazione – cacciaviti, chiavi inglesi e guanti – riposti nell’abitacolo della macchina, gli agenti hanno deciso di verificare a fondo i loro sospetti. Sul sedile posteriore era infatti poggiato un voluminoso zaino contenente un ferro da stiro, alcuni asciugamani e, sotto a tutto, diversi oggetti in oro. In una tasca gli operatori hanno trovato anche un mazzo di chiavi attaccate ad un portachiavi con inciso un indirizzo. Gli inquirenti sono così risaliti ad un appartamento di proprietà di una famiglia, in questi giorni fuori Firenze per le festività Natalizie. La titolare delle chiavi, rintracciata dalla Questura, ha riconosciuto tra gli oggetti recuperati molti dei suoi gioielli. La polizia ha poi accertato che la donna, durante la sua assenza, era stata vittima di un furto con scasso nel suo appartamento in zona Cure. I due fermati sono stati scortati al carcere fiorentino di Sollicciano per rispondere del reato di ricettazione in concorso. Durante le fasi del fermo, il cittadino georgiano ha tentato anche di fuggire strattonando violentemente gli operatori. Un poliziotto è rimasto contuso. Per lo straniero è scattata anche l’accusa di “resistenza e lesioni a pubblico ufficiale” mentre per il magrebino quella di “reingresso illegale nel territorio Italiano” dal quale era stato espulso lo scorso aprile.
Prima l’hanno staccato con la forza da dove era collocato provocandone anche la rottura, poi l’hanno portato via. È quello che è accaduto nella notte al Gesù Bambino del presepe in piazza Donatello. La riproduzione, realizzata da Amalia Ciardi Dupré, faceva parte del presepe allestito dagli artisti del Gruppo Donatello visitato il 13 dicembre dal cardinale Betori e in rappresentanza dell’Amministrazione comunale dal presidente del consiglio Eugenio Giani. Un presepe d’autore, formato da una novantina di sagome in legno a grandezza naturale che 45 pittori dell’associazione artistica hanno dipinto, ritraendo, tra i personaggi, anche numerosi commercianti della zona. Questa mattina il presidente Giani si è recato in piazza per vedere di persona la situazione e parlare con gli artisti del gruppo Donatello. “Si tratta di un vergognoso atto di vandalismo ed un oltraggio non soltanto al sentimento religioso ma anche alla coscienza civica della città – dichiara il presidente Giani – . Per chi compie atti di questo genere non può esserci altro che la più netta e forte condanna da parte dei cittadini. Ho cercato di convincere gli artisti a lasciare le opere in piazza, ma lo sdegno era tale che hanno deciso di rimuovere le sagome da loro realizzate per il presepe. A loro va la nostra sentita solidarietà. Il prossimo anno dovremo attrezzarci per garantire un sistema di controlli che impedisca episodi di questo genere”. Il presidente Giani ricorda che il presepe in piazza ha riscosso un grande consenso da parte dei cittadini e sottolinea come rappresenti “un nuovo modo per gli artisti di entrare in contatto con le persone, al di fuori delle galleria d’arte e degli studi. È un’esperienza originale nata a Firenze e non possiamo permettere che muoia così” conclude Giani.

“Napolitano non è il mio Presidente! Non ascoltiamo il discorso di fine anno del comunista Napolitano”

“NAPOLITANO NON E’ IL MIO PRESIDENTE!” TANTI BUONI MOTIVI PER NON ASCOLTARE IL DISCORSO DI FINE ANNO DEL CAPO DELLO STATO .

di Laura Bizzotto.
Su Facebook parte la mobilitazione contro il discorso del 31: “Basta con le solite chiacchiere a reti unificate di chi era in Parlamento già nel 1953”
“Napolitano non è il mio Presidente! Non ascoltiamo il discorso di fine anno del comunista Napolitano”. E’ con queste parole che l’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto lancia, dalle sue pagine facebook, la campagna di fine anno per boicottare il discorso del 31 dicembre del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
“Non esiste un solo valido motivo per ascoltare le chiacchiere a rete unificate del post comunista Napolitano – dichiara l’eurodeputata Bizzotto- Siamo stanchi di sentire la solita aria fritta di chi, per l’ottavo anno consecutivo, ci vorrebbe raccontare una realtà che non esiste dall’alto della sua ‘torre d’avorio’ del Quirinale. Caro Napolitano, Lei che bazzica il Parlamento dal 1953, si assuma le sue responsabilità e abbia il coraggio di dire che l’Italia è ormai un Paese tecnicamente fallito che versa nelle stesse drammatiche condizioni della sua amata URSS di fine anni 80”.
“Napolitano ha tutto il diritto di dire e fare ciò che vuole, e del resto lo sta dimostrando ogni giorno essendo diventato il vero dominus della politica e delle istituzioni italiane – continua l’europarlamentare Bizzotto- Ma è altrettanto vero che anche noi abbiamo il sacrosanto diritto di non ascoltarlo, di dissentire dalle sue prediche e di non sentirci rappresentati da un Presidente sempre più distante dai bisogni reali dei cittadini e del Paese”.
“Basta quindi con le chiacchiere di fine anno di chi è da annoverare, politicamente, tra i maggiori responsabili della deriva del nostro Paese – continua l’europarlamentare Bizzotto, secondo la quale “i motivi per non sentirsi rappresentati da Napolitano sono numerosissimi”.
“Ne cito solo alcuni, tra i tanti:
1) Napolitano è stato lo sponsor e il vero regista dei Governi Monti e Letta che hanno portato il Paese nel baratro. Governi privi di legittimazione popolare, asserviti ai poteri forti di Bruxelles e della UE, nati da manovre di Palazzo caratterizzate da un comune denominatore: la longa manus di Napolitano;
2) Napolitano è il Presidente dei senatori a vita: da Monti (nominato senza ritegno pochi giorni prima di farlo diventare premier) ai 4 nuovi senatori nominati ad agosto 2013. Gente che non serve a nulla (se non puntellare il Governo Letta), che fa spendere una montagna di soldi ai contribuenti, e che rappresenta uno schiaffo in faccia per milioni di italiani a cui vengono imposti pesanti sacrifici. E che dire poidella nomina del superpensionato Giuliano Amato alla Corte Costituzionale?
3) Napolitano è il Presidente dell’indulto e dell’amnistia: non passa giorno che Napolitano non invochi un provvedimento che liberi migliaia di delinquenti dalle galere. Non gli sonobastati i danni provocati dall’indulto del 2006 (Presidente della Repubblica era sempre lui) con la scarcerazione di 25 mila detenuti? Sono queste le priorità per un Paese stremato? E’ questo il regalo che vuole fare a milioni di onesti cittadini che rispettano la Legge?
4) Il Presidente degli italiani dovrebbe pensare a tutelare gli italiani: Napolitano invece, ha occhi e orecchie solo per gli immigrati, meglio se clandestini. Fiumi di parole e di pelosa retorica per extracomunitari e clandestini, silenzio totale per milioni di italiani disoccupati, per gli esodati, per i nostri imprenditori che si suicidano per colpa della crisi e di uno Stato che non paga i propri debiti. E questo sarebbe il Presidente degli italiani?”
“Insomma, del predicozzo di Napolitano facciamo volentieri a meno: tanto più se questa predica viene da chi è sempre stato dalla parte sbagliata, da chi per tanti anni ha appoggiato le dittature comuniste che hanno fatto milioni di morti in ogni parte del mondo – conclude l’eurodeputata Mara Bizzotto – Perché, caro Napolitano, noi amiamo la libertà e non accettiamo lezioni di morale da chi, come Lei, inneggiava ai carri armati dell’Unione Sovietica che a Budapest reprimevano nel sangue l’anelito di libertà di migliaia di cittadini inermi”.

Pienamente d'accordo con la  Bizzotto.
Sito blog boia chi molla.

 

1394 euro in più a famiglie per rincari e tasse: ecco il regalo del governo Letta

Enrico Letta aveva promesso: basta tasse in più nel 2014, invece è proprio il contrario:  una stangata da 1.394 euro a famiglia a partire dal 1° gennaio 2014.
Adusbef e Federconsumatori attaccano questo continuo stillicidio a danno delle famiglie: “Aumenti insostenibili  che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie già fortemente in difficoltà e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi”.
Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori affermano: “Le parole d’ordine per risollevare le sorti delle famiglie e dell’intera economia sono: ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni e processi di detassazione tagliando sprechi e privilegi, nonché investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico per il lavoro che rimane il problema fondamentale del Paese. In assenza di un serio progetto che vada in questa direzione, la fuoriuscita dalla crisi si farà sempre più lontana ed improbabile”.

E questo Governo non sembra in grado di andare in questa direzione. Inoltre la ricrescita economica è frenata da nodi come una burocrazia insostenibile, nonché sprechi enormi dei servizi pubblici che scaricano sprechi, inefficienze e clientelismo sui prezzi e sulle tariffe. Unica nota positiva sono i nuovi meccanismi di calcolo per le spese di luce e gas, che fanno prevedere una riduzione delle bollette.
 
Fonte articolo    Fonte: www.piovegovernoladro.altervista.org
 
 

Il funerale di mamma Ramelli riunisce in chiesa tutta la destra


Cielo di piombo e lacrime di pioggia ieri sul funerale di mamma Anita Ramelli, nella chiesa dei santi Nereo e Achilleo. La stessa dove trentotto anni fa aveva salutato suo figlio Sergio.

La stessa dove trentotto anni fa aveva salutato suo figlio Sergio, il militante del Fronte della gioventù a cui i bastardi senza gloria (e onore) di Avanguardia operaia avevano sfondato il cranio con le chiavi inglesi UZ36. In molti contro lui da solo, reo di aver scritto un tema contro le Brigate rosse in una scuola dove i rossi facevano i padroni. Se la cavarono con poco, condanne a una decina d'anni mentre per Ramelli furono 48 terribili giorni di agonia tra la speranza e la disperazione di mamma. Erano tempi in cui alla condanna di prammatica fatta in consiglio comunale, ci fu chi applaudì al ricordo del fatto e fischiò il rappresentante del Msi Tomaso Staiti di Cuddia. E gli anni dopo Ignazio la Russa fece fatica a trovare un prete disposto a dire una messa per ricordarlo. Ieri è stato proprio La Russa a portare a spalla la bara insieme a Viviana Beccalossi. Intorno alla figlia Simona c'erano Giorgia Meloni, Massimo Corsaro, Carlo Fidanza, Paola Frassinetti, Marco Osnato, Romano La Russa, Marco Valle, Roberta Capotosti. Quelli di Forza Nuova schierati a picchetto, Casa Pound con un mazzo di fiori, gli Hammerskin. Nessun saluto romano. Alla fine un corteo fino al marciapiede dove Sergio trovò quella morte orribile. «Ora - le parole dell'omelia - Anita Ramelli è nella luce del Signore. Perché il suo purgatorio l'ha già vissuto su questa terra». Non aveva bisogno di purgatorio quella grande donna che seppe vivere il suo lutto senza mai odiare.

sono state deposte corone di fiori sotto la targa dedicata a Sergio Ramelli che presto sarà dedicata anche ad Anita. La mamma di tutti noi che non abbiamo dimenticato.

Guardia Nazionale Repubblicana.

 
La Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.) è stato uno degli organismi principali della Repubblica Sociale Italiana (23 settembre 1943 - 25 aprile 1945), sorto dall'unificazione delle forze di polizia con i Carabinieri. I notiziari dell'ufficio "I Sezione Situazione" del Comando Generale della G.N.R., che aveva sede in Brescia, erano rapporti di polizia dattiloscritti che venivano redatti e quotidianamente inviati, in via riservata, al Duce, al Comandante Generale della G.N.R., Renato Ricci, al Tenente Generale Niccolò Nicchiarelli ed a pochi altri gerarchi fascisti.
Le notizie inoltrate dai locali comandi provinciali della Guardia Nazionale Repubblicana venivano raccolte dal Comando Generale, il quale provvedeva alla stesura dei Notiziari, suddividendo le notizie e le informazioni per aree geografiche e per argomento: Astensioni dal lavoro o scioperi, Attività dei banditi e dei ribelli, Attività sovversiva e antinazionale, Notizie militari, Notizie pervenute nelle ultime ore, Operazioni contro banditi e ribelli, Ordine e spirito pubblico, Riservate e promemoria, Allegati, Varie.
I Notiziari della G.N.R. furono recuperati da Luigi Micheletti nel luglio dell'anno 1965. Il nucleo iniziale della documentazione in originale si riferisce al periodo che va dal novembre 1943 al novembre 1944: ad essi sono stati successivamente aggiunti buona parte dei notiziari mancanti in fotocopie, anche in differenti stesure per gli stessi giorni, fino a coprire l'arco cronologico dei 600 giorni della Repubblica Sociale Italiana. Il Fondo "Notiziari della Guardia Nazionale Repubblicana" della Fondazione Luigi Micheletti è costituito da 16 faldoni, per un totale di 399 pezzi (si tratta di complessive 14.542 carte con vari allegati).
I Notiziari della G.N.R. costituiscono una fonte seriale di grande importanza per lo studio degli anni 1943-'45. Le diverse e tuttora dibattute interpretazioni storiografiche circa la natura della Repubblica di Salò, la Resistenza, la guerra civile e, più in generale, la storia dell'Italia e degli italiani negli ultimi due anni della guerra mondiale, vi trovano riscontri documentali imprescindibili.
Tale fonte, pur nota agli studiosi, è stata sinora usata solo molto parzialmente e selettivamente, ciò per due motivi principali: da un lato la mole e la variegata tipologia dei materiali, in definitiva gli ostacoli alla loro consultabilità; dall'altro il ritardo con cui si sono affermate, in questo campo di studi, opzioni storiografiche post-ideologiche, in grado di utilizzare al meglio una fonte non meno attenta alle condizioni di vita delle popolazioni che alle dinamiche militari e politiche. Da questo punto di vista il panorama degli studi negli ultimi anni è cambiato nettamente e la piena fruibilità dei Notiziari sarà elemento importante per un ulteriore incremento delle ricerche sui grandi nodi della fase finale della guerra: la mole della documentazione, la quantità e la ricchezza delle informazioni ricavabili, precise e minuziose, quasi del tutto spoglie di retorica propagandistica, fanno dei Notiziari G.N.R. una fonte di rilievo primario per l'analisi delle vicende politiche, economiche e sociali del Paese all'epoca della Repubblica Sociale Italiana.

 

CasaPound Italia.

 
Comunicato.
Mentre le televisioni ci propinano i deliri della Kyenge sullo Ius Soli e le esternazioni di Napolitano, nel silenzio dei grandi media 56.000 abitanti della provincia di Belluno (questi i dati stimati a stasera) sono al buio e senza riscaldamento.

E' stato abbastanza tempestivo, e ha avuto grande rilievo, solo l'intervento di ripristino dei servizi a Cortina (forse su sollecitazione dei politici che hanno lì una seconda casa?). Di tutti gli altri sembra non interessare nulla... e al momento ci giunge notizia che in molte zone sono interrotte anche le linee telefoniche, con impossibilità di contattare i servizi di emergenza.

Anche i dati diffusi da ENEL (ripristino dell'energia all'80% del territorio, che sarebbe comunque insufficiente) ci risultano, sulla scorta delle testimonianze che ci arrivano, evidentemente gonfiati.

Questo post ha ANCHE finalità di sensibilizzazione e diffusione di una notizia che sta passando del tutto sotto silenzio. E' opportuna la condivisione.


 

mettere fuorilegge Forza Nuova .

     "l’onorevole " Khalid Chaouki.


    Udite udite  il marocchino del Pd .




Secondo il deputato Pd – ex membro dei Fratelli Musulmani – è necessario rafforzare l’azione legislativa contro i nuovi movimenti estremisti, come Forza Nuova. Perché questi cattivoni ‘stanno cercando di costruire un nemico in casa facendo diventare gli immigrati un capro espiatorio di tutti i problemi‘. Infatti Kabobo e i suoi fratelli sono avatar di Roberto Fiore.

La richiesta di mettere fuorilegge Forza Nuova e chiunque-non-la-pensi-come-lui (e i suoi mai dimenticati Fratelli Musulmani), Khalid Chaouki – marocchino – l’ha fatta nel corso dell’evento organizzato per lanciare la campagna per la svendita della cittadinanza italiana agli immigrati e lo Ius Soli. Della serie: sbarchi a Lampedusa e sei italiano.
Secondo il marocchino del Pd infatti, ‘la sopravvivenza dell’Italia dipende dagli immigrati’. E ha ragione, la stanno distruggendo.
Perché il Pd si sta mobilitando – no, non per gli esodati e i disoccupati – con il coinvolgimento degli amministratori locali si mobilita per la cittadinanza onoraria simbolica agli immigrati con numerose iniziative in programma in Abruzzo per sensibilizzare sul tema della cittadinanza ai figli degli immigrati. Ad organizzarle il Pd regionale, i Giovani democratici ed il Forum immigrazione del Pd. La campagna prendera’ il via subito dopo l’estate. Dopo che i piddini saranno tornati dalle vacanze. Quelle che i disoccupati e i pensionati non possono fare.
 

sabato 28 dicembre 2013

Club Bilderberg associazioni massoniche .

Siamo costretti a constatare, come purtroppo è già avvenuto molte volte in passato, che siamo governati da persone la cui ignoranza è pari soltanto al disprezzo che nutrono nei confronti dell’Italia e degli italiani.
 
 
 
Siamo stretti alla gola, immobilizzati, ridotti alla paralisi davanti a un suicidio al giorno, perché ci troviamo nelle mani di banchieri che non sono soltanto banchieri ma anche membri della Commissione Trilaterale, del Club Bilderberg, dell’Aspen Institute, associazioni massoniche che gestiscono in Europa il potere ai massimi livelli e che non lavorano per noi ma per realizzare il Governo mondiale. L’Italia ne dipende in assoluto perché sono sempre appartenuti a qualcuna di queste associazioni i massimi esponenti dei partiti di sinistra.
In questi giorni tutti i media del mondo parlano degli speculatori internazionali che stanno giocando sulle economie europee (ma con qualche attacco anche a quella statunitense) affermando che si tratta di operatori di grandi istituti bancari (Goldman Sachs) e di potentati come il club Bilderberg. Il club composto dalle più importanti famiglie del mondo sarebbe insieme alla trilaterale l’entità che manipola ogni avvenimento economico, politico e mediatico della terra intera.
Si incontrano una volta all'anno con l'obiettivo di salvare il mondo e finiscono per dominarlo.
Dal 1954 si riuniscono ogni anno. Sono circa 130 tra leader politici, industriali, esperti della finanza e dei media. Una trentina sono fissi e costituiscono lo zoccolo duro mentre gli altri possono variare di volta in volta coerentemente con i temi trattati.
Non viene consentito l'accesso a giornalisti né ad altri non facenti parte del club esclusivo, nessuno dei non presenti può sapere cosa si dicono e quali siano le decisioni prese. L'ultimo incontro si è tenuto dal 6 al 9 giugno 2013 a Watford, Inghilterra, tra le proteste e le accuse di molti manifestanti.
In tanti sostengono che il Bilderberg sia un complotto mondiale che agisce al di sopra degli stati sovrani, abbia il compito di decidere le sorti del pianeta e disporre le strategie necessarie. Si dice che per attuare tali strategie incorporino e manovrino le più alte cariche economiche e politiche.
Non è un mistero che molti dei personaggi che hanno fatto parte del Bilderberg abbiano poi ricoperto incarichi politici strategici e di primo piano sul palcoscenico internazionale. Negli Stati Uniti Bill Clinton fece parte del Bilderberg l'anno prima di diventare presidente. Forse una coincidenza.
In Italia, abbiamo analoghi casi di "strane" coincidenze? Nel 2010 Mario Draghi ha fatto parte del Bilderberg e nel 2011 è divenuto Presidente della Banca centrale europea. Nel 2011 Mario Monti era tra i membri del Bilderberg e nel 2012 è stato chiamato da Napolitano per fare il Presidente del consiglio. E ancora nel 2012 Enrico Letta era l'unico politico Italiano chiamato a partecipare all'incontro del Bilderberg tenutosi a Chantilly (Virginia) e, storia recente, nel 2013 viene indicato da Napolitano per formare il governo. Sono tutte coincidenze?
Caso strano questi signori non sono stati eletti dal popolo, si trovano sul tetto dell'Europa e dell'Italia senza essere stati votati dai cittadini. Anche questa una strana coincidenza. Si dice che Silvio Berlusconi non ne abbia fatto parte perché ritenuto dal gotha del Bilderberg inaffidabile, troppo preso dai propri interessi e pertanto difficilmente manovrabile.
Siamo del tutto convinti di vivere in una democrazia basata sul consenso popolare? Qual è il confine tra salvare il mondo e dominare il mondo? È giusto che i poteri forti si occupino di questioni di dominio pubblico senza uno specifico mandato? Nell'incontro di quest'anno, appunto a Watford, a rappresentare l'Italia al direttivo del Bilderberg è stato Franco Bernabè presidente di Telecom Italia e tra gli invitati spiccava la presenza della giornalista Lilli Gruber.

Il gruppo Bilderberg è un club di potenti criminali che decidono i governi e la dittatura delle nazioni e di cui fanno parte anche Mario Monti ed Enrico Letta.  Probabilmente l’intento dei partecipanti, uniti originariamente in una autocrazia di tipo paternalistico, non esulava da concezioni ideologicamente propositive di manipolazione costruttiva della società, ma con il tempo si è evoluto nella ricerca di un controllo totale delle realtà mondiali, in un disegno di asservimento globale della società stessa.
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Sarebbe quindi a rischio la libertà delle persone, così come il loro futuro, che diventerebbe monopolio esclusivo dei potenti che gestiscono il potere.
 

Banchieri, militari, politici e imprenditori che si riuniscono per dirigere il pianeta.

 
 

 
 
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Segretario Nazionale di Forza Nuova.



Roberto Fiore  (FN)                                                          
                                                                                             

Il Segretario Nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore in merito alla dichiarazione del Ministro Mauro relativa all'inserimento di immigrati nell'esercito in cambio del rilascio della cittadinanza comunica: “ L' idea che permette agli immigrati di arruolarsi incentivi l' integrazione e rafforzi l' esercito, si scontra contro la realtà dei fatti e l' esperienza.
Gli immigrati diventerebbero, come ci insegna la storia dell' esercito inglese( Battaglia di Gallipoli ), di quell...o spagnolo e, soprattutto di quello americano, una risorsa da utilizzare per i lavori sporchi o più pericolosi.
Ma, ancor peggio, l' esperienza di immigrati mussulmani che si riscoprono tali e fanno stragi di stampo fondamentalista e' un esperienza che ha colpito molte volte e anche ultimamente l' esercito americano e le varie comunità statunitensi.
L' omogeneità del popolo che lo forma e' la garanzia per la forza e l' onore dell' esercito.
Un altro aspetto che è legato all' esercito multiculturale sono gli scandali in cui spesso sono stati coinvolti gli eserciti del Terzo Mondo in missione ONU.
Pedofilia , violenze gratuite, stupri di massa sulle donne hanno visto spesso protagonisti componenti di eserciti africani o asiatici coinvolti.
Non possiamo che respingere con forza la proposta del Ministro Mauro anche perchè, con tutte le loro pecche, gli eserciti europei sono quelli che più mantengono criteri di civiltà.




«Si faccia una piccola modifica alla Costituzione italiana e si dia la possibilità agli immigrati di poter entrare nelle forze armate». La proposta arriva dal ministro della Difesa, Mario Mauro ........