STORIA DI UN FASCISTA “RIVOLUZIONARIO” E GOLPISTA, DALLE PRIME BOMBE DEI “F.A.R.” ALLA “STRATEGIA DELLA TENSIONE”, AL “MSI-FIAMMA TRICOLORE”, PASSANDO PER L’AMBASCIATA DEGLI STATI UNITI.
Giuseppe Rauti, detto “Pino”, alias il “Signor P.” ( per il KYP, il servizio segreto dei colonnelli greci negli anni ’60 e ’70 ), alias Flavio Messalla ( pseudonimo utilizzato per scrivere il famoso libretto “Le mani rosse sulle Forze Armate”, commissionato dal generale Aloja, Capo di Stato Maggiore della Difesa alla metà degli anni ’60), è sempre stato uomo dei servizi e al contempo il capo indiscusso di “Ordine Nuovo”.
Legato al SIFAR e al SID, rappresentante in Italia dell’OAS ( punta di diamante dell’estrema destra terroristica francese ), non ha mai fatto mistero delle sue convinzioni naziste. Sua è l’affermazione pronunciata nel ’54 al congresso nazionale del MSI a Viareggio ”La democrazia è un infezione dello spirito”. Sua è l’idea di dar vita , sempre nel 1954, ad “Ordine Nuovo”, inizialmente come corrente interna al MSI , rifacendosi apertamente alle teorie hitleriane sul progetto di un “nuovo ordine europeo” da instaurare contro il “putridume democratico”.
Aderente ai FAR ( Fasci di Azione Rivoluzionaria), uno dei gruppi precursori del MSI fondati nell’estate del ’46 da Giorgio Almirante e Roberto Mieville, fu arrestato nel ’51, guarda caso per “tentata strage” insieme ad Julius Evola ( il massimo teorico neonazista italiano ), per attentati compiuti con un KG e mezzo di tritolo per volta, in luoghi frequentati, soprattutto in prossimità di sedi di partiti democratici e dell’ANPI.
Con lui vennero incarcerati anche Alberto Ribacchi ( furto presidente di “Europa Civiltà”, organizzazione coinvolta nel golpe Borghese), Cesare Pozzo ( futuro deputato del MSI che perse anche un piede nel tentativo di far esplodere una bomba a Trieste ) ; Mario Gionfrida ( che ebbe invece una mano amputata sbagliando il lancio di una bomba a Roma contro la libreria “Rinascita” ).
La storia politica di Pino Rauti si è sovrapposta, quasi aderendovi, ai percorsi della “strategia della tensione” , dal Convegno nel ’65 tra militari e fascisti all’Hotel Parco dei Principi a Roma, al viaggio in Grecia con 51 “giovani camerati” ( per un “corso di addestramento” da parte di colonnelli greci ); dalla riunione del 18 aprile del 1969 a Padova con Franco Freda e Guido Giannettini , in cui si preparò ( come hanno avuto modo di ribadire ancora in molti al processo in corso a Milano sulla strage di Piazza Fontana) la strategia che doveva portare al 12 dicembre del 1969, ai “campi paramilitari” organizzati in quegli anni con Giulio Maceratini, oggi capogruppo al Senato per Alleanza Nazionale.
E’ lui a tenere i rapporti con l’”Aginter-Press” ( la succursale della CIA a livello europeo, vera centrale della provocazione, in quegli anni, guidata da un ex-Waffen-SS come Guérin Sérac ) e come già dicevamo , nei primissimi anni ’60, con i terroristi francesi dell’OAS.
Saranno non a caso proprio loro a istruire i neofascisti italiani all’uso degli esplosivi , tenendo corsi a Roma nella sede di Avanguardia Nazionale . Consiglieranno tra l’altro l’uso come timer di sveglie ed orologi di marca Rhula , gli stessi che risulteranno poi essere stati impiegati per gli attentati sui treni nella primavera e nell’estate del 1969.
“Ordine Nuovo” mutuerà dall’esperienza dell’OAS anche il modello ad alveare per il proprio apparato clandestino: microcellule di pochi elementi legate alle altre solo per un lato ( unicamente il capo ha contatti con altri due capi e solo uno di questi tre ha contatti con altri capi ).
Pino Rauti fu incriminato e arrestato dal giudice Stiz di Treviso nel 1972 , nell’ambito delle attività eversive di Freda e Ventura.
L’incriminazione si estenderà poi anche alla strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Venne, come è noto, successivamente prosciolto. Ora si prospetta, a seguito delle indagini in corso sulla strage del 28 maggio del 1974 a Brescia, una sua nuova incriminazione. Di lui, nella relazione del giugno scorso del gruppo parlamentare dei DS alla Commissione Stragi, si parlò ancora per i contributi in denaro ricevuti, nei primi anni ‘70 , dall’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, per organizzare “manifestazioni anticomuniste”.
In tutti i processi è sempre stato indicato, da chi aveva militato con lui in “Ordine Nuovo”, come la “mente”, il “capo” a cui spettavano le decisioni finali.
Dal 1995 dirige da “padrone” la sua nuova creatura il “MSI-Fiamma Tricolore”. Adattata ai tempi, con solo qualche aggiustamento di facciata, la continuazione nei fatti di “Ordine Nuovo”.
Giuseppe Rauti, detto “Pino”, alias il “Signor P.” ( per il KYP, il servizio segreto dei colonnelli greci negli anni ’60 e ’70 ), alias Flavio Messalla ( pseudonimo utilizzato per scrivere il famoso libretto “Le mani rosse sulle Forze Armate”, commissionato dal generale Aloja, Capo di Stato Maggiore della Difesa alla metà degli anni ’60), è sempre stato uomo dei servizi e al contempo il capo indiscusso di “Ordine Nuovo”.
Legato al SIFAR e al SID, rappresentante in Italia dell’OAS ( punta di diamante dell’estrema destra terroristica francese ), non ha mai fatto mistero delle sue convinzioni naziste. Sua è l’affermazione pronunciata nel ’54 al congresso nazionale del MSI a Viareggio ”La democrazia è un infezione dello spirito”. Sua è l’idea di dar vita , sempre nel 1954, ad “Ordine Nuovo”, inizialmente come corrente interna al MSI , rifacendosi apertamente alle teorie hitleriane sul progetto di un “nuovo ordine europeo” da instaurare contro il “putridume democratico”.
Aderente ai FAR ( Fasci di Azione Rivoluzionaria), uno dei gruppi precursori del MSI fondati nell’estate del ’46 da Giorgio Almirante e Roberto Mieville, fu arrestato nel ’51, guarda caso per “tentata strage” insieme ad Julius Evola ( il massimo teorico neonazista italiano ), per attentati compiuti con un KG e mezzo di tritolo per volta, in luoghi frequentati, soprattutto in prossimità di sedi di partiti democratici e dell’ANPI.
Con lui vennero incarcerati anche Alberto Ribacchi ( furto presidente di “Europa Civiltà”, organizzazione coinvolta nel golpe Borghese), Cesare Pozzo ( futuro deputato del MSI che perse anche un piede nel tentativo di far esplodere una bomba a Trieste ) ; Mario Gionfrida ( che ebbe invece una mano amputata sbagliando il lancio di una bomba a Roma contro la libreria “Rinascita” ).
La storia politica di Pino Rauti si è sovrapposta, quasi aderendovi, ai percorsi della “strategia della tensione” , dal Convegno nel ’65 tra militari e fascisti all’Hotel Parco dei Principi a Roma, al viaggio in Grecia con 51 “giovani camerati” ( per un “corso di addestramento” da parte di colonnelli greci ); dalla riunione del 18 aprile del 1969 a Padova con Franco Freda e Guido Giannettini , in cui si preparò ( come hanno avuto modo di ribadire ancora in molti al processo in corso a Milano sulla strage di Piazza Fontana) la strategia che doveva portare al 12 dicembre del 1969, ai “campi paramilitari” organizzati in quegli anni con Giulio Maceratini, oggi capogruppo al Senato per Alleanza Nazionale.
E’ lui a tenere i rapporti con l’”Aginter-Press” ( la succursale della CIA a livello europeo, vera centrale della provocazione, in quegli anni, guidata da un ex-Waffen-SS come Guérin Sérac ) e come già dicevamo , nei primissimi anni ’60, con i terroristi francesi dell’OAS.
Saranno non a caso proprio loro a istruire i neofascisti italiani all’uso degli esplosivi , tenendo corsi a Roma nella sede di Avanguardia Nazionale . Consiglieranno tra l’altro l’uso come timer di sveglie ed orologi di marca Rhula , gli stessi che risulteranno poi essere stati impiegati per gli attentati sui treni nella primavera e nell’estate del 1969.
“Ordine Nuovo” mutuerà dall’esperienza dell’OAS anche il modello ad alveare per il proprio apparato clandestino: microcellule di pochi elementi legate alle altre solo per un lato ( unicamente il capo ha contatti con altri due capi e solo uno di questi tre ha contatti con altri capi ).
Pino Rauti fu incriminato e arrestato dal giudice Stiz di Treviso nel 1972 , nell’ambito delle attività eversive di Freda e Ventura.
L’incriminazione si estenderà poi anche alla strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Venne, come è noto, successivamente prosciolto. Ora si prospetta, a seguito delle indagini in corso sulla strage del 28 maggio del 1974 a Brescia, una sua nuova incriminazione. Di lui, nella relazione del giugno scorso del gruppo parlamentare dei DS alla Commissione Stragi, si parlò ancora per i contributi in denaro ricevuti, nei primi anni ‘70 , dall’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, per organizzare “manifestazioni anticomuniste”.
In tutti i processi è sempre stato indicato, da chi aveva militato con lui in “Ordine Nuovo”, come la “mente”, il “capo” a cui spettavano le decisioni finali.
Dal 1995 dirige da “padrone” la sua nuova creatura il “MSI-Fiamma Tricolore”. Adattata ai tempi, con solo qualche aggiustamento di facciata, la continuazione nei fatti di “Ordine Nuovo”.
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