domenica 14 aprile 2013

Crimini di guerra che hanno fatto sparire per sempre, nelle cavità carsiche chiamate foibe, migliaia di persone e provocato un esodo di 350 mila istriani, fiumani e dalmati. Una tragedia che ha segnato la storia del nostro Paese. Fino a oggi abbiamo sborsato oltre 5mila miliardi e non sono servite denunce, interrogazioni parlamentari e inchieste della magistratura a bloccare questa vergogna. Il Giornale pubblica il nome di alcuni degli infoibatori che risultano essere pensionati dell'Inps.IL TORTURATORE DI TITO

Nerino Gobbo, 79 anni, residente in Slovenia, nel maggio-giugno 1945 è stato responsabile di Villa Segrè a Trieste, luogo di tortura delle milizie titine. Diverse le testimonianze a suo carico: una denuncia alle autorità alleate, riporta negli atti del Comitato di Liberazione nazionale dell'Istria, una sentenza della Corte di assise di Trieste della condanna in contumacia a 26 anni di reclusione. I testimoni hanno raccontato così le atrocità da lui commesse: "Dopo qualche giorno tutta la squadra si trasferiva a Villa Segrè assumendo il nome di squadra volante (...) e passava alle dirette dipendenze del commissario del popolo "Gino" di nome Nerino Gobbo. (...) Come risultò dalle deposizioni dei testi tutti i detenuti venivano bastonati e seviziati, taluni costretti a bastonarsi a vicenda e persino mettere la testa nel secchio delle feci", scrivevano i giudici che subito dopo la guerra condannarono Gobbo in contumacia a 26 anni di reclusione. Gobbo gode della pensione Inps VOS 50306726: il comandante "Gino" ha diritto a incassare dalla sede Inps di Trieste 532.500 lire di pensione per 13 mensilità. La sua domanda presentata nell'80 è stata accolta 7 atti più tardi e l'Inps gli ha versato circa 30 milioni di arretrati.

IL COMANDANTE DEI LAGER

Ottantatreenne, forse deceduto, ultimo domicilio conosciuto in Croazia: è Ciro Raner, comandante nel 1945-46 del Lager di Borovnica vicino a Lubiana. Secondo il racconto di un sopravvissuto, le deposizioni scritte degli ex deportati e un documento degli Affari esteri, Raner è stato uno degli infoibatori più truci: "Eravamo in fila con una scodellina per avere un mestolo di acqua sporca e patate (...) quello davanti a me cercò per fame di raschiare il fondo della pentola. Subito la guardia partigiana lo colpì con una fucilata trapassandogli il torace. Arrivò il Raner, che dopo aver preso la mira diede il colpo di grazia al ferito sparandogli alla nuca", racconta Giovanni Predonzani sopravvissuto a Borovnica e ancora in vita a Trieste.
Gode della pensione Inps VOS 50557306: dopo aver ottenuto 50 milioni di lire di arretrati, ha diritto dal 1987 a una pensione a carico della sede Inps di Trieste che ammonta a 569.750 lire per tredici mensilità.

BORO LO STERMINATORE

Abita in Slovenia Franc Pregeij, 81 anni: commissario politico del IX Corpus del maresciallo Tito a Gorizia, è stato indicato come boia dai famigliari delle vittime e da un documento del Pci. Dal 1 Maggio al 9 Giugno 1945, il comandante "Boro" alias Franc Pregelj, era il commissario politico del IX Corpus dell'esercito Yugoslavo che aveva occupato Gorizia. Dei 900 italiani deportati dal capoluogo Isontino 665 non fecero ritorno a casa. Fra gli scomparsi anche Licurgo Olivi e Augusto Sverzutti, tutti e due esponenti del Comitato di Liberazione. Riceve la pensione VOS  50587846: ha diritto a 569.650 lire di pensione dalla sede Inps di Gorizia, dopo avere incassato 45 milioni circa di arretrati.

IL FEROCE CAPOBANDA

Giuseppe Osgnac, detto "Josko", 79 anni, residente in Slovenia, era comandante militare della sanguinaria banda partigiana "Beneska Ceta". Deposizioni al processo contro la "Beneska Ceta" e testimonianze varie raccontano che "Josko" era un ex sergente dell'esercito italiano. "Nel Gennaio 1945 vennero nella mia casa due partigiani slavi (della banda "Beneska Ceta" ndr) a chiedere di Giuseppe il mio ragazzo per arruolarlo
(...) mio figlio (...) spiccò la rincorsa e via a gambe levate verso la
campagna. Ma non fece che pochi metri. Gli altri imbracciarono il mitra e si misero a sparare. Mio figlio ruzzolò per terra e non si mosse più...",
raccontava nel Febbraio del 1959 Antonio Floreancig, durante un'udienza del processo a Osganc e compagni. Ha diritto alla pensione Inps VOS 50542566: il comandante "Josko" ha diritto di ricevere dall'Inps di Gorizia 569.750 lire per tredici mensilità. Gli arretrati ammontavano a circa trenta milioni.

IL RASTRELLATORE DI ITALIANI

Deportatore del IX Corpus Yugoslavo, 74 anni, residente in Slovenia, Giorgio Sfiligoj è stato accusato da un esposto alla Procura di Gorizia del commissariato di pubblica sicurezza di Cormons. "Sergio" era il nome di battaglia di Sfiligoj, che dal 1944 al 1945 fu utilizzato come "rastrellatore" di italiani dal IX Corpus del maresciallo Tito. La sua pensione Inps è la VOS 50570386: Sfiligoj ha diritto di ricevere dalla sede Inps di Gorizia 571.850 lire di pensione per tredici mensilità, dopo aver incassato una ventina di milioni di arretrati.

"GIACCA" ESPLOSIVA

Deceduto nel 1999 Mario Toffanin, che abitava in Slovenia, era comandantedei "Gap" (Gruppi armati partigiani) nell'alto Friuli e nella provincia di Gorizia. La sua storia è negli archivi del IX Corpus di Tito: Toffanin, nome di battaglia "Giacca", è il responsabile della strage delle malga Porzus sui monti friulani. Fra l'8  il 13 febbraio del 1945 massacrò con i suoi uomini, tutti partigiani garibaldini rossi, 22 combattenti della Resistenza della brigata "Osoppo", che si opponeva all'annessione alla Yugoslavia della Venezia Giulia. Nel 1957 Toffanin fu condannato all'ergastolo per l'eccidio di Porzus, ma si nascose prima in Yugoslavia e poi in Cecoslovacchia. Nel 1978 venne graziato dal presidente Pertini. La pensione Inps era la VOS 04908917: nonostante le sanguinose azioni anti-italiane, ha ricevuto 672.270 lire di pensione dall'Inps fino alla morte.

Questi solo alcuni dei nomi presenti nel "libro paga" dell'INPS
UNA VERGOGNA!!
UN PUGNO ALLO STOMACO...
...AGLI ITALIANI IN ATTESA DI PRIMA OCCUPAZIONE,
AGLI INVALIDI ABBANDONATI A SE STESSI,
AGLI ANZIANI LAVORATORI CHE VIVONO IN CONDIZIONI DI POVERTA' ASSOLUTA.

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