mercoledì 17 aprile 2013
Milano, antifascisti contro il corteo per Ramelli. Il giudice Salvini: basta, quel ragazzo va ricordato
La notizia è di quelle che dovrebbero far riflettere. Sergio Ramelli era un ragazzo di non ancora 18 anni che aderiva al Fronte della Gioventù di Milano. Non fu mai coinvolto in violenze di alcun tipo. Era stato costretto dagli extraparlamentari di sinistra a cambiare scuola, era stato cacciato perché “fascista”. Un giorno, all’ora di pranzo, lo attesero sotto casa sua e lo massacrarono a colpi di chiavi inglese, senza che lui avesse fatto nulla. Dopo 47 giorni di agonia morì. Era il 29 aprile del 1975. Il giorno del funerale molti missini furono denunciati per adunata sediziosa. Dal vicino collettivo di Medicina gruppettari fotografarono i partecipanti alle esequie, foto ritrovate successivamente in un covo terrorista. Ogni anno l’omicidio di Ramelli è commemorato con iniziative di vario genere. La notizia è questa: il presidente e consiglieri di sinistra del consiglio di zona 3 di Milano, ossia quello di Città Studi, hanno approvato una mozione con cui si chiede di vietare la commemorazione della morte di Sergio Ramelli. Dopo quasi quarant’anni. E malgrado tutti i problemi che ha Milano, il consiglio ritiene questa una priorità.
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