lunedì 29 aprile 2013

La congolese offende l’Italia:

La congolese offende l’Italia: “E’ ormai una società mista, meticcia, e bisogna prenderne atto”

Il ministro KYENGE: “Cancellare la Bossi-Fini, l’Italia è meticcia e Balotelli lo dimostra”



“L’Italia è ormai una società mista, meticcia, e bisogna prenderne atto”. Parola dell’Africana al ministero della dis-integrazione.
La conferma del motivo per il quale è dove si trova: smembrare l’Italia e la sua identità millenaria su mandato dei banchieri e degli affaristi globali. E’ piuttosto logico da parte sua sperare in un “imbastardimento” della società italiana, lei se ne gioverebbe, ed è il motivo esatto per il quale metterla dove si trova è un atto di tradimento verso gli italiani. Quelli veri, s’intende, non quelli di carta come la ministro.
Detto questo l’Italia non è nemmeno lontanamente come osa dire questa congolese. Lo dicono – e lo ripetono continuamente – perché sembri un destino ineluttabile, una realtà già oggi manifesta. Non è così.
Esiste un numero consistente di immigrati in Italia, circa il 7/8% della popolazione, un corpo a sé, estraneo all’Italia. Questa presenza non rende il nostro paese un “paese meticcio”, lo rende un paese omogeneo con una presenza estranea.
Se però non agiamo, se lasciamo il campo ai nemici dell’identità – come questa straniera che si permette di dire a noi italiani da generazioni chi siamo - allora tutto sarà perduto. Allora la centrale globale della dis-integrazione etnica avrà vinto.
E cosa significa, agire? Significa prima di tutto svegliare le menti intorpidite da decenni di consumismo, menti ormai assuefatte da una propaganda tambureggiante all’idea bizzarra che siamo tutti uguali, che gli esseri umani siano intercambiabili . E in questo, la presenza fisica della congolese al governo ci aiuterà. Sono talmente stolti e arroganti da non aver nemmeno contezza di come una scelta del genere possa essere controproducente: anche i più sciocchi avranno la capacità di comprendere che ci stanno portando via la terra dei padri. Ora avranno la visione plastica della realtà che muta intorno a loro, davanti a loro.
Non c’è male più grande del tentativo di disarticolare una società, la propria. Non c’è tradimento più grande di quello verso il proprio sangue. Sia chiaro a tutti: a noi di quest’africana non interessa nulla, noi non odiamo questa persona – l’odio è un sentimento che si riserva ai grandi – ma neanche la disprezziamo, lei sta facendo il “suo” interesse. Lei sta facendo l’interesse della propria gente: il nostro disprezzo è tutto per quei politicanti italiani che, per un pugno di voti, stanno svendendo il paese agli ultimi arrivati. Loro sì, stanno tradendo la loro gente. Stanno tradendo Vittorio Veneto, e stanno tradendo anche quei partigiani che tanto strumentalizzano nei loro vacui discorsi di commemorazione.
Noi a tutto questo ci ribelliamo. Consapevoli che la vita degli schiavi contenti non fa per noi, consapevoli che davanti allo scempio di cui la patria è vittima: tutto è lecito. Noi oggi siamo quelli che si vogliono rendere schiavi a casa propria, la ribellione non è un’opzione, è un dovere.
Le forze del dis-ordine non sono poi così forti, appaiono tali solo perché avvantaggiate dal silenzio dei molti, i molti che la pensano come noi, ma sono stati talmente manipolati, dal vergognarsi non solo, di dire, ma anche di pensare la cosa giusta. Basta vederli questi tipi alla riccardi, la loro forza è la nostra inazione, solo questa. Non altro.

Prima di insegnare agli italiani farebbe meglio a riflettere sul concetto di civiltà nel suo paese, dove i diritti umani non esistono e la vita delle persone non vale nulla.

Magdi Allam: "Un atto di razzismo nei confronti degli italiani"

Pubblichiamo, a partire da oggi e su questa nuova rubrica il cui titolo non vuole essere un'offesa verso chicchessia, ma solo un modo di dire frequente in Toscana, articoli e commenti che smascherano i falsi buonismi e l'ipocrisia di questa fottutissima epoca
(da Il Giornale) - Come ex-immigrato da 40 anni orgogliosamente italiano denuncio la nomina di Cécile Kyenge a ministro della Cooperazione internazionale e l'Integrazione come un atto di razzismo nei confronti degli italiani. Lei personalmente non c'entra nulla: il fatto che sia di origine congolese, che abbia o meno la doppia cittadinanza e, per cortesia, lasciamo stare il discorso sul colore della pelle che è indegno di una nazione civile.
La mia denuncia si fonda innanzitutto sul fatto che l'integrazione degli immigrati non può prescindere dalla condivisione dei valori fondanti della nostra identità nazionale e dal rispetto delle regole che sostanziano la cittadinanza italiana. Viceversa Kyenge e il Pd, un contenitore che sta per implodere che associa ex-comunisti, catto-comunisti e spregiudicati qualunquisti, promuovono un modello di società multiculturalista, relativista e buonista dove si vorrebbe imporre alla nostra Italia di adottare l'ideologia immigrazionista, che c'impone di spalancare le frontiere per accogliere tutti, costi quel che costi, concependo l'immigrato buono a prescindere, e che in definitiva ci porterebbe ad annullarci come nazione per fonderci nel globalismo considerato come il traguardo più ambito, l'apice della nuova civiltà che ci premierebbe quali “cittadini del mondo”, liberandoci definitivamente del “provincialismo” che ancora ci lega all'amore per la Patria.
In secondo luogo denuncio il fatto che, in un momento in cui circa 6 milioni di italiani sono letteralmente ridotti alla fame e metà delle famiglie non arriva a fine mese a causa di uno Stato ladrone e aguzzino che costringe ogni giorno mille imprese creditrici a fallire, il governo dovrebbe avere come proposta programmatica di fondo il principio “Prima gli italiani”. Di fronte agli imprenditori e ai lavoratori che si suicidano per disperazione e che arrivano, come è accaduto ieri, a voler uccidere i simboli delle istituzioni, è da criminali favorire gli immigrati a discapito degli italiani. In questa crisi strutturale causata dalla speculazione finanziaria globalizzata, dalla dittatura europea e dallo strapotere delle banche, il governo ha il dovere di privilegiare gli italiani nell'accesso ai beni e ai servizi per salvaguardare il nostro legittimo diritto alla vita, alla dignità e alla libertà qui nella nostra casa comune.
Invece questa Sinistra ci dice che dobbiamo rassegnarci alla prospettiva della civiltà multiculturalista, dove si diventa italiani se si nasce in Italia anche se i genitori disprezzano l'Italia, dove si sommano e si fondono i valori, le identità e le culture perché sarebbero tutte uguali a prescindere dai loro contenuti. Il risultato è il fallimento della civile convivenza che si tocca con mano proprio nei Comuni amministrati dalla Sinistra, da Torino a Bologna, da Padova a Firenze.
In terzo luogo denuncio il fatto che per ragioni vergognosamente elettoralistiche, con la finalità di accaparrarsi il voto degli immigrati costi quel che costi, il Pd investe sul maggior afflusso degli immigrati in Italia per colmare il deficit demografico e i posti di lavoro sgraditi dagli italiani. Un governo che ama l'Italia dovrebbe invece favorire la crescita della natalità degli italiani sostenendo concretamente la famiglia naturale e, in parallelo, riformare l'Istruzione per affermare la cultura della responsabilità, del dovere e delle regole che induca i giovani italiani a rivalorizzare i lavori manuali.
Mi auguro di essere smentito dall'operato del neo-ministro Kyenge ma nell'attesa è nostro diritto e dovere proclamare ad alta voce “Prima gli italiani”!

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