lunedì 22 aprile 2013

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Viva tutti i soldati sconfitti/ e tutti gli eroi schiacciati/ dal nemico nella battaglia perduta./ Perché la sconfitta/ non può togliere la gloria. (Walt Whitman)

L’ultima resistenza

  Il 19 giugno i tedeschi cominciano ad arroccarsi sulla  nuova linea difensiva che va dalla Versilia alla Romagna: la “linea Gotica”. Tuttavia contrastano l’avanzata americana passo per passo. Il 4 agosto lasciano Firenze, che viene ancora disperatamente difesa dai fascisti appostati sui tetti delle case. Il 2 settembre cade Pisa e il 5 Lucca. Ma ormai i tedeschi si sono arroccati sulla linea “Gotica”.
 Sulla linea “gotica” gli anglo-americani vengono bloccati per tutto l’inverno e fino ai primi di aprile del 1945.  Nei primi giorni di quel mese riprende l’attacco e, poco dopo la metà del mese, le resistenze italo-tedesche vengono sopraffatte e il nemico dilaga nella pianura padana.
 Intorno agli ultimi giorni del mese le truppe tedesche si arrendono, seguite da quelle italiane, che si erano battute valorosamente sui vari fronti di guerra. La Divisione ITALIA e il Btg INTRA della Divisione MONTEROSA, che avevano retto il fronte della Garfagnana fino al 17 aprile, si ritirano ordinatamente, riuscendo a contenere, in Lunigiana, gli attacchi americani che tentavano di tagliare la ritirata alle truppe che defluivano dalla Garfagnana. Esse, unitamente alle truppe tedesche del Generale Fretter Pico, giungono nei pressi di Fornovo, dove  trovano la strada verso Parma sbarrata dalle truppe brasiliane. Dopo un ultimo tentativo di aprirsi un varco verso il Po, vista l’impossibilità di riuscita, si decide la resa. Viene concesso l’onore delle armi. E’ il 27 aprile. Più o meno negli stessi giorni si arrendono ai partigiani anche la divisione SAN MARCO, la LITTORIO e il grosso della Div. MONTEROSA, vari reparti della DECIMA, e altri. Qualcuno resiste in armi fino ai primi di Maggio e si arrende agli americani. Molti dei militari arresisi ai partigiani verranno vigliaccamente trucidati. I sopravvissuti verranno rinchiusi nell’infernale campo di concentramento di Coltano e vi rimarranno fino all’autunno.
 Occorre qui precisare che il mito dell’insurrezione del 25 aprile è un mito assolutamente falso e infondato. Nessuna città è stata “liberata” da un atto insurrezionale, ma si è trovata “liberata” semplicemente perché i tedeschi e i fascisti si erano ritirati. La presunta documentazione fotografica dell’insurrezione, perciò, è un falso. Il responsabile della Agenzia Publifoto di Milano, Vincenzo Carrese, il 25 aprile girò tutta Milano in cerca di scene insurrezionali da immortalare. Ma….non trovò nessuno (da “L’Ultima Crociata” n.3 dell’aprile 1999). Allora nei giorni successivi, con l’aiuto di “attori” (qualcuno magari sarà anche stato un vero partigiano) fra cui lui stesso e i suoi collaboratori, costruì scenograficamente quelle immagini che non aveva potuto fotografare il giorno della immaginaria insurrezione.

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