martedì 24 giugno 2014

Come mori' la nuora di Mussolini

STORIA. Era il 4 maggio 1946: la moglie di Bruno usci' in motoscafo per l' ultima gita sul lago di Como con un' amica e due ufficiali inglesi
Sabotaggio o banale incidente? I misteri sulla fine di Gina. " Durante la sosta a Moltrasio mentre la piccola comitiva era al ristorante un giovanotto avrebbe colpito con un' ascia il fondale del natante " . " Aveva trent' anni e una bambina. Non era coinvolta politicamente con il regime. Ma il Duce le era molto legato. Con lei si confidava nelle notti insonni a Villa Feltrinelli "

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ STORIA Era il 4 maggio 1946: la moglie di Bruno usci' in motoscafo per l' ultima gita sul lago di Como con un' amica e due ufficiali inglesi TITOLO: Come mori' la nuora di Mussolini Sabotaggio o banale incidente? I misteri sulla fine di Gina "Durante la sosta a Moltrasio mentre la piccola comitiva era al ristorante un giovanotto avrebbe colpito con un' ascia il fondale del natante" "Aveva trent' anni e una bambina Non era coinvolta politicamente con il regime Ma il Duce le era molto legato Con lei si confidava nelle notti insonni a Villa Feltrinelli" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - C' e' anche una donna innocente nella saga di sangue dei Mussolini. Lui assassinato con l' amante, il genero fucilato a Verona, un figlio morto precipitando con l' aereo. Proprio la vedova di questo figlio perduto nel 1941 conclude il tragico epos familiare: annegata nel lago di Como la notte del 4 maggio 1946, a guerra finita, durante una gita in motoscafo con una amica e due ufficiali inglesi. Si chiamava Gina Ruberti, aveva trent' anni e una bambina, Marina, di cinque. Nessun coinvolgimento politico da parte sua nell' avventura mussoliniana, soltanto il legame affettivo con i suoceri che l' avevano accolta con la figlia prima a Villa Torlonia, poi sul Garda e infine nell' ultima disperata avventura di Como. Naturalmente c' e' il mistero, mai assente nelle vicende finali di Salo' : perche' quella improvvisa gita notturna, perche' con due ufficiali inglesi in divisa, perche' la sua piu' cara amica la invita a una corsa a Torno e a Moltrasio e lei acconsente pur non sentendosi bene, perche' l' altra insiste e lei cede "per un' ora soltanto", perche' quella falla sotto la prua del collaudatissimo motoscafo pilotato da un graduato di truppa inglese, perche' nessuno accorse alle grida disperate dei naufraghi e si salvarono soltanto l' amica e uno dei due ufficiali, mentre Gina Ruberti, l' altro ufficiale e il graduato trovarono la morte nei gorghi (Gina non sapeva nuotare, tento' disperatamente di reggersi a galla, l' autopsia rivelo' che era morta non per annegamento, ma per un infarto provocato dal terrore)? Sono passati cinquant' anni da allora e una spiegazione chiara dell' accaduto non e' mai stata fornita. Una disgrazia: la falla improvvisa mentre sul lago si scatena una tempesta con onde e raffiche di vento, il motoscafo imbarca acqua e il chilometro scarso tra Moltrasio e Blevio dove viveva Gina Ruberti con la figlia diventa una sconfinata distanza, una tomba. Un giallo: durante la sosta a Moltrasio, mentre la piccola comitiva sedeva a un ristorante del sito, un giovanotto che odiava gli inglesi avrebbe per vendetta colpito con un' ascia il fondale del natante, quanto bastava per farlo affondare una volta al largo. Ma perche' ? Questa e' la tesi sostenuta da Giorgio Pisano' , il primo e forse l' unico giornalista ad occuparsi del misterioso caso fin dal 1958, nella piu' totale indifferenza delle autorita' di allora. Nessuno, al tempo della sciagura, stese un verbale. La polizia non si interesso' della faccenda: tre morti per annegamento, amen. Stranamente, nemmeno gli inglesi vollero veder chiaro in quel naufragio, sebbene vi avessero perduto la vita un loro ufficiale e un loro graduato. Non e' nemmeno noto se il motoscafo sia stato recuperato e sottoposto ad esami. Pare che queste morti non riguardassero nessuno. Gina Ruberti era la piu' vicina a Mussolini, delle due nuore. Una ragazza della buona borghesia romana, il generone dei ministeri, sposata per amore giovanissima e vedova dopo tre anni di matrimonio. Rimasta sola, il suocero la porta a vivere a Villa Torlonia con la bambina. Restano nell' ombra entrambe, ma fanno parte integrante della famiglia e Rachele ha molta delicatezza per la nuora. Il 25 luglio, quando cade il fascismo, e' in vacanza al mare, torna a Roma dai suoi, ma subito raggiunge la suocera tenuta sotto sorveglianza con i figli piccoli alla Rocca delle Caminate. Con Rachele andra' a stabilirsi sul Garda, a Gargnano, l' undici novembre 1943, sempre portando con se' Marina, figura silenziosa e mite nel grande caravanserraglio di Villa Feltrinelli, succursale in sedicesimo di Villa Torlonia. Dicono che Mussolini tenesse ai suoi giudizi, le chiedesse consigli. Non credo sia vero, non teneva al giudizio di nessuno, non chiedeva consigli a nessuno. Gli piaceva la compagnia della nuora, questo si' , e al di la' dei cancelli del parco di Villa Feltrinelli i curiosi lo vedevano spesso al mattino pedalare in bicicletta con lei, adesso non poteva piu' permettersi le cavalcate romane. Qualche partita a tennis, in doppio: lui con Gina e dall' altra parte della rete (se aveva tempo) l' affaccendato figlio Vittorio con l' ex campione del mondo di calcio della nazionale di Pozzo, Eraldo Monzeglio, rimasto dai Mussolini fino all' ultimo giorno. Monzeglio viveva a Villa Feltrinelli, mangiava a tavola con Rachele (Mussolini non veniva per pranzo, prendeva qualcosa sulla scrivania del suo ufficio alla Villa Orsoline, duecento metri piu' in la' ). Rachele lo mandava a Verona a procurare l' olio e il burro fuoritessera, il famoso terzino era diventato l' uomo tuttofare della famiglia. Gina Ruberti e la figlia avevano una stanza nella grande villa ottocentesca del miliardario del legname Feltrinelli, con parco di ulivi e discesa al lago. Poiche' lo spazio abbondava, nei primi tempi quasi tutti i Mussolini si erano sistemati la' dentro, anche per la difficolta' di trovare alloggi tra Gargnano e Salo' . Cosi' con Benito e la moglie c' erano i due figli Romano e Annamaria, l' altro figlio Vittorio con la moglie orsola Buvoli e i figli Guido e Adria, il tenente SS Dyckerhoff con incarico di dedicarsi alla protezione di Romano e di Annamaria, in realta' di riferire al comando tedesco tutto quanto succedeva e si diceva in famiglia. Mussolini in principio aveva in una stanza il suo ufficio, con accanto quello del segretario Dolfin: ma la gelosia della moglie, al corrente che Claretta era stata portata poco lontano, a Gardone, e la confusione d' una massa di parenti spesso litigiosi gli fecero scegliere il trasferimento a Villa Orsoline. Sicche' tornava a casa soltanto per cenare e dormire. Gina Ruberti si teneva al di fuori dei mille contrasti e scontri di un nucleo familiare in perenne ebollizione. Rachele licenzia la cameriera del marito, sospettandola di tenergli bordone con l' amante e anche il segretario Dolfin perdera' il posto per lo stesso motivo. La presenza sul lago di Claretta la ossessiona. Un giorno d' ottobre del 1943 le piombera' in casa accompagnata dallo stranito ministro degli Interni Buffarini, l' assalira' con un fiume di parolacce, la costringera' a correre al telefono a chiedere aiuto all' amante imbarazzato e vergognoso. Romano passa le giornate ascoltando dischi di jazz procurati chissa' come, corre spesso a Milano a chiudersi nella sala di trasmissione di Radio Tevere, dove Cerri e Masetti si esibiscono nelle loro esecuzioni eterodosse. Una sera non torna a cena da una gita in motoscafo sul lago con il tenente Dyckerhoff, si e' levato il vento, le onde fanno paura. E' la vigilia di Natale del 1944, il povero Mussolini passa la notte nell' angoscia, tutte le guardie sono mobilitate per cercare il ragazzo, poi lo stringe al petto piangendo quando lo vede rientrare fradicio all' alba. Hanno fatto naufragio, Dyckerhoff sara' bene si tolga dai piedi per sempre. Gina consola quest' uomo invecchiato e solo, che passa il suo inutile tempo traducendo dal tedesco, scrivendo articoli per una agenzia di stampa inventata da lui stesso, la "Corrispondenza repubblicana", di cui e' l' unico collaboratore. Gli fa compagnia nelle lunghe sere tristi sul lago nebbioso nell' inverno, non gli parla di politica, non vuol sapere della guerra, cerca solo di distrarlo dalle sue ossessioni quotidiane: i tedeschi prepotenti, il controllo su ogni suo movimento, Rachele furibonda che all' inizio della primavera lo pianta per rifugiarsi da sola alla Rocca (e per lui saranno giorni sereni), il problema dei soldi perche' Mussolini ha rifiutato le 150 mila lire di stipendio mensile come capo dello Stato, accontentandosi di quattromila. Al momento del crollo tutto si sfascia anche a Villa Feltrinelli. Mussolini parte da solo per Milano il 18 aprile 1945, lasciandosi sfuggire un "non c' e' piu' nulla da fare. E' finita". Il 23 telefona a Rachele di lasciare subito Gargnano e di trasferirsi a Monza, sara' ospitata alla Villa Reale. Lei viaggia l' intera notte in auto, con i due figli piccoli, con Gina e Marina, dalla Villa Reale le dirottano a villa Mantero di Como. Quando i fascisti avranno abbandonato la citta' , quando si sapra' della fine di Mussolini, i partigiani arresteranno Rachele, la separeranno dai figli, anche Gina sara' prima incarcerata e subito rilasciata. Non c' e' nulla di imputabile sul suo conto, non e' un crimine essere la vedova di Bruno. Viene sistemata in una villa tra Blevio e Torno, con l' ordine del Cln di non lasciare la citta' , e c' e' una istitutrice per la piccola Marina. I suoi genitori l' hanno raggiunta, trovando ospitalita' presso una famiglia di Como. Ed ecco l' incomprensibile tragedia. L' incomprensibile dimestichezza con gli ufficiali inglesi. L' incomprensibile scelta di accompagnarsi con loro (entrambi sconosciuti) e con un' amica per una gita notturna che rivela forse il naturale desiderio d' una giovane donna di trent' anni di evadere dal clima plumbeo in cui e' vissuta e di godere per un momento la sua giovinezza. L' incompresibile distacco dalla bambina, lasciata all' istitutrice, quando finora non se n' era mai staccata. Tante cose senza spiegazione. Ma Gina era sola, appena uscita da tremende tragedie familiari, Rachele era stata portata via dagli Alleati, di Romano e Annamaria non sapeva piu' nulla, il suo mondo era crollato. Il suo destino volle che al primo tentativo di tornare a sentirsi viva, l' aspettasse la morte: per fatalita' o per colpa, non si sapra' mai.

Fonte art.
http://archiviostorico.corriere.it 
Bertoldi Silvio
 
 

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