domenica 8 giugno 2014

Perché l’Italia deve supportare e difendere i suoi marò.


Fossimo un altro paese, dico un paese normale, probabilmente non ci sarebbe neanche bisogno di scrivere questo commento. Però siamo in Italia, e in Italia le cose non funzionano come nel resto del mondo. Il nostro esterofilismo (oggi più amichevolmente chiamato “globalismo multiculturale” o “internazionalismo”), è tale e tanto che l’italiano – o almeno un certo tipo di italiano – sarebbe pronto a svendersi se ciò dovesse compiacere lo straniero.

Del resto, è cosa nota nel quotidiano. Più l’Europa ci bastona e ci opprime e più i nostri governi si prostrano a Bruxelles, rinunciando a fette sempre più ampie della propria sovranità. Più la Germania fa i suoi interessi a nostre spese, e più l’Italia giura fedeltà all’alleanza con i tedeschi della Merkel. Più gli americani condizionano la nostra politica interna, più l’Italia si adegua alle decisioni di Washington. Più culture e religioni a noi estranee penetrano nel nostro paese, più l’Italia comprime la propria per far loro spazio.

Insomma, non si può affatto dire che l’Italia persegua i propri interessi e attui politiche di preservazione della propria sovranità e della propria identità. Semmai è il contrario. Ecco dunque il motivo ultimo di questo post: spiegare, nei confini ristretti di un blog, perché dobbiamo difendere e supportare i marò e il loro rientro in Italia.

I marò hanno ucciso i pescatori e devono essere processati


Al di là di tutto, potrà pure essere vero che abbiano commesso un reato, seppure mi chieda come sia stato possibile che i due militari abbiano sparato a degli inermi pescatori, se non ci fossero state delle circostanze “sospette” che abbiano indotto i due uomini – con delle consegne precise – a sparare (fosse solo per una ragione putativa). Perciò, lasciatemi il dubbio su come effettivamente si siano svolti i fatti. Ammesso pure che abbiano sparato e abbiano ucciso, i trattati internazionali parlano chiaro: i due militari si trovavano in una nave battente bandiera italiana, in acque internazionali. Ergo, la giurisdizione era ed è italiana. Colpevoli o meno, Girone e La Torre devono essere processati in Italia.

In questi casi, la tutela dei nostri concittadini è un dovere


Alla luce dei dubbi di cui sopra, è evidente che sia sacro dovere del nostro paese impegnarsi a fondo affinché i due militari rientrino nel nostro paese senza che venga torto loro un capello. I due, del resto, non stavano sulla Enrica Lexie per una crociera,
ma per un compito specifico: proteggere la nave dai pirati, che bazzicano quelle acque più numerosi degli squali e che spesso si nascondono in natanti non sospetti.

L’Italia e il suo peso specifico internazionale

La vicenda dei marò (e ancor prima quella riguardante Cesare Battisti), ha confermato l’intrinseca debolezza diplomatica del nostro paese e il suo irrilevante peso specifico internazionale, anche davanti a paesi del cosiddetto “terzo mondo”. Il che è dovuto soprattutto a un fattore politico-culturale del tutto italico, che affonda le proprie radici nella inammissibile confusione nazionalismo-fascismo, che ha autorizzato una demolizione sistematica e ideologica dei valori nazionalistici. Se è pur vero che il nazionalismo fu una componente fondamentale del fascismo (e non lo si può negare), è anche vero che il fascismo non può né deve essere una componente fondamentale del nazionalismo italiano. Ed è proprio quest’ultimo che manca al nostro paese. Un senso identitario e nazionale più forte, che permetterebbe politiche estere più aggressive e maggiormente improntate alla tutela degli interessi nazionali. Tra i quali – sicuramente – vi è la capacità di garantire che non si verifichino gli abusi ai quali l’Italia spesso è soggetta, proprio per la sua intrinseca debolezza diplomatica.

Gli italiani diventino italiani e buttino al mare l’internazionalismo

Si può condannare o meno il presunto comportamento dei due marò. Si può sposare la tesi colpevolista o quella innocentista. Non è però questo il fulcro del problema. Il problema è un altro: è inammissibile che i due militari siano stati trattenuti illegalmente, abusivamente e senza alcun fondamento legale in un paese straniero, senza che il loro paese di appartenenza (il nostro), abbia davvero fatto qualcosa di concreto per riportarli a casa! Gli italiani facciano come i francesi, gli inglesi, gli americani, i russi e persino gli stessi indiani in simili frangenti (ricordate il Cermis?). Facciano gli italiani! Tutelino i loro interessi, anche nel presunto torto. I nostri concittadini devono essere sempre giudicati in Italia (e ogni sforzo a tal proposito deve essere a 360°) quando: a) vi sono dei dubbi sulla loro presunta condotta illegale; b) rischiano la pena di morte; c) le norme internazionali affermano che la giurisdizione a giudicarli è italiana e non straniera; d) la loro “prigionia” è stata ottenuta in modo dubbio. Diversamente, i paesi stranieri si sentiranno sempre autorizzati a prevaricarci e abusare della nostra assurda correttezza internazionalista.
 
Fonte art.
 
 

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