venerdì 6 giugno 2014

Perchè facciamo guerra agli Stati Uniti....



Adolf Hitler spiega per filo e per segno per quale motivo l'Asse scende in guerra contro gli Stati Uniti. Lo fa in maniera lucida, in un discorso che circola quasi clandestinamente. Era un pazzo, come ci hanno poi raccontato? Giudicate voi....

Riportiamo un discorso che gli storici della contemporaneità hanno messo nel dovuto “Indice”. E’ dell’11 dicembre del 1941 e fu pronunziato da Adolf Hitler per spiegare perché il Reich Tedesco non poteva più ignorare la politica aggressiva degli Stati Uniti.
Va fatto notare che quando fu rilasciata la dichiarazione di guerra di Hitler, sul New York Times apparve una traduzione inesatta e fuorviante di alcune parti della dichiarazione.
Sebbene questo discorso storico dovrebbe interessare particolarmente gli americani, ma anche i popoli europei, pare che il testo completo non sia mai stato tradotto in inglese. Lo pubblichiamo in italiano. Servirà, quantomeno - e comunque oltre le riserve che un lettore potrà avere sulle finalità del fuhrer tedesco - ad illustrare i metodi sempre utilizzati dagli Usa per creare con pretesti le premesse di avventure belliche. Nulla è cambiato in oltre settant’anni.
 
TESTO DEL DISCORSO
 
Il Presidente Americano ha usato sempre maggiormente la sua influenza per creare conflitti, intensificare quelli esistenti e, soprattutto, fare in modo che tali conflitti non venissero mai risolti pacificamente.
Per anni quest’uomo cercò provocazioni ovunque nel mondo, ma in particolare in Europa, da poter usare per creare un coinvolgimento politico con gli impegni dell’economia americana verso una delle parti contendenti, che poi avrebbe costantemente coinvolto l’America nel conflitto, deviando così l’attenzione dalle caotiche politiche economiche nazionali.
Le sue mosse contro il Reich Tedesco al riguardo, sono state particolarmente rudi.
Fin dal 1937 egli iniziò una serie di discorsi, di cui uno particolarmente spregevole, a Chicago il 5 ottobre 1937, durante il quale quest’uomo, incitava sistematicamente il pubblico americano contro la Germania.
Minacciò di creare una specie di quarantena nei confronti delle cosiddette nazioni autoritarie.
Come parte di questa costante e crescente campagna di odio e di incitamento, il Presidente Roosevelt fece un’altra affermazione offensiva (il 15 novembre 1938) e poi richiamò a Washington per consultazioni l’ambasciatore americano a Berlino.
Da allora i due Paesi sono stati rappresentati solamente da incaricati d’affari.
Dal novembre 1938, iniziò sistematicamente e consapevolmente a sabotare ogni possibilità di una politica di pace europea.
Pubblicamente affermava ipocritamente di essere interessato alla pace mentre, nel contempo, minacciava qualsiasi nazione, disposta a perseguire una politica di intesa pacifica, di bloccargli i crediti, di rappresaglie economiche, di ritirare prestiti e via dicendo.
Al riguardo i rapporti degli ambasciatori polacchi a Washington, Londra, Parigi e Bruxelles forniscono un quadro scioccante.
Quest’uomo aumentò la sua campagna di provocazione nel gennaio 1939.
In un messaggio indirizzato al Congresso Americano il 4 gennaio 1939, minacciò di prendere qualsiasi misura, senza escludere la guerra, nei confronti delle nazioni autoritarie.
Egli sosteneva di continuo che altre nazioni stavano tentando di interferire negli affari americani e parlò molto della possibilità di sostenere la Dottrina Monroe.
Nel marzo 1939, iniziò a fare delle prediche sugli affari interni europei che non competevano al Presidente degli Stati Uniti. Per prima cosa non capisce questi problemi e come seconda cosa, anche se li capisse e riconoscesse le circostanze storiche, non avrebbe più diritti di immischiarsi negli affari dell’Europa Centrale di quanto ne avrebbe il capo di stato tedesco di prendere posizione e di dare giudizi sulla situazione degli Stati Uniti.
Il Sig. Roosevelt andò ben oltre. In violazione del diritto internazionale, si è rifiutato di riconoscere governi che non gli piacevano, non ne ha accettati altri, si è rifiutato di rimuovere ambasciatori di paesi non esistenti e li ha addirittura riconosciuti come governi legittimi. Arrivò persino al punto di firmare trattati con questi ambasciatori che gli davano semplicemente il diritto di occupare territori stranieri (Groenlandia e Islanda).
Il 15 aprile 1939 Roosevelt lanciò il suo famoso appello rivolto a me e al Duce Mussolini, che era un misto di ignoranza politica e geografica, combinato con l’arroganza di un membro del ceto milionario.
Fummo invitati a rilasciare dichiarazioni e a concludere degli accordi di non aggressione con un certo numero di nazioni, molte delle quali non erano nemmeno indipendenti in quanto, o erano nazioni annesse oppure diventate protettorati subordinati a stati alleati del Sig. Roosevelt (Gran Bretagna e Francia).
Voi, miei Delegati, ricorderete che all’epoca (28 aprile 1939) diedi una risposta franca e gentile a questo invadente gentiluomo. Una risposta che riuscì a fermare, almeno per alcuni mesi, l’uragano di chiacchiere di questo rozzo guerrafondaio.
In quella parentesi però fu la gentile moglie di Roosevelt (Eleanor Roosevelt) a prendere il posto del marito. Disse che lei e i suoi figli si rifiutavano di vivere in un mondo come il nostro.
Questo è quantomeno comprensibile perché il nostro è un mondo di lavoro e non di disonestà e di malavita.
Dopo una breve pausa però, il marito si rifece vivo.
Il 4 novembre 1939 il Decreto che sanciva la neutralità (Neutrality Act) fu rivisto e l’embargo sugli armamenti fu abrogato a favore solo di coloro che fornivano armi ai nemici della Germania.
Intanto premeva in Estremo Oriente per un coinvolgimento economico con la Cina che avrebbe alla fine portato a veri interessi comuni.
In quello stesso mese egli riconobbe a un piccolo gruppo di emigrati polacchi la qualifica di governo in esilio, la cui unica base politica erano i milioni in lingotti d’oro polacchi che si erano portati via da Varsavia.
Il 9 aprile 1940 congelò tutti i beni norvegesi e danesi negli Stati Uniti col falso pretesto di evitare che cadessero in mani tedesche e questo sebbene sapesse fin troppo bene che, ad esempio, la Germania non ha interferito, ne tantomeno preso il controllo, dell’amministrazione dello stato danese dei suoi affari finanziari.
Assieme agli altri governi esilio, Roosevelt ne riconobbe uno per la Norvegia.
Il 15 maggio 1940 i governi del Belgio e dell’Olanda in esilio, furono anch’essi riconosciuti e allo stesso tempo furono congelati i beni belgi e olandesi negli USA.
Quest’uomo rivelò il suo vero atteggiamento in un telegramma del 15 giugno 1940 al premier francese Paul Reynaud. Roosevelt gli disse che il governo americano avrebbe raddoppiato gli aiuti alla Francia a condizione che la Francia continuasse la guerra contro la Germania.
Al fine di dare un risalto speciale al suo desiderio che la guerra continuasse, dichiarò che il governo americano non avrebbe riconosciuto acquisizioni avvenute con la forza, il che includeva, ad esempio, la riconquista dei territori che erano stati rubati alla Germania.
Non mi serve evidenziare che, ora e in futuro, il governo tedesco non si preoccuperà se il Presidente degli Stati Uniti riconoscerà o meno un confine in Europa.
Cito questo caso perché è tipico della provocazione sistematica di quest’uomo che parla in modo ipocrita di pace mente allo stesso tempo incita alla guerra.
E lui temeva che se la pace fosse arrivata in Europa, i miliardi che aveva dissipato in spese militari, sarebbero stati considerati come un lampante caso di frode, perché nessuno attaccherebbe l’America a meno che non fosse l’America stessa a provocarne l’attacco.
Il 7 giugno 1940 il Presidente degli Stati Uniti congelò i beni francesi negli USA in modo, disse lui, da evitare che cadessero in mani tedesche, ma lo scopo vero era quello di impossessarsi dell’oro che era stato portato via da Casablanca su un incrociatore americano.
Nel luglio 1940, Roosevelt iniziò a prendere nuove misure in direzione della guerra, come permettere a cittadini americani di prestare servizio nell’aviazione inglese e di addestrare personale dell’aviazione britannica negli Stati Uniti.
Nell’agosto del 1940, venne concluso un patto di collaborazione militare fra Stati Uniti e Canada, in modo da creare un comitato di difesa congiunto americano-canadese, plausibile solo alle persone più ingenue e sciocche.
Roosevelt si inventava periodicamente delle crisi e agiva come se l’America fosse minacciata da un attacco immediato. Annullava improvvisamente i viaggi e ritornava rapidamente a Washington. Faceva cose del genere per evidenziare la serietà della situazione ai suoi sostenitori che veramente meritano compatimento.
Si mosse ancora di più in direzione della guerra nel settembre del 1940 quando inviò 50 cacciatorpediniere alla flotta britannica e in cambio prese il controllo di basi militari di proprietà britannica nel Nord e Centro America.
Le future generazioni giudicheranno fino a che punto in tutto questo odio contro la Germania nazionalsocialista non abbia giocato un ruolo importante il desiderio di impossessarsi facilmente e a buon mercato dell’Impero Britannico nelle ore della sua disgregazione.
Dopo che l’Inghilterra non era più grado di pagare in contanti le forniture militari americane, Roosevelt impose il Lend-Lease Act (Legge Affitti e Prestiti) nel marzo del 1941.
In qualità di Presidente, ottenne l’autorizzazione a fornire aiuti militari, sulla base di questa legge, a nazioni che lo stesso Roosevelt riteneva fosse negli interessi vitali degli USA difendere.
Quando fu evidente che la Germania non avrebbe mai risposto in alcun modo al suo ripetuto e rozzo comportamento, quest’uomo fece un’altra mossa nel marzo del 1941.
Già in data 19 Dicembre 1939, un incrociatore americano (il Tuscaloosa), che si trovava all’interno della zona di sicurezza, fece dirottare la nave passeggeri tedesca Columbus consegnandola nelle mani della marina da guerra inglese. La conseguenza fu che la nave venne auto-affondata.
Lo stesso giorno, le forze armate americane collaborarono nel tentativo di catturare la nave mercantile Arauca.
Il 27 gennaio 1940, in violazione del diritto internazionale, l’incrociatore americano Trenton diede le coordinate di navigazione delle navi mercantili tedesche Arauca, La Plata e Wangoni, a forze navali nemiche.
Il 27 giugno 1940 annunciò una limitazione sulla libera navigazione di navi mercantili straniere nei porti americani, in completa violazione delle leggi internazionali.
Nel novembre 1940 permise a navi da guerra americane di inseguire le navi mercantili tedesche Phrygia, Idarwald e Rhein fintanto che dovettero auto-affondarsi per evitare di cadere in mani nemiche.
Il 13 aprile 1941 alle navi americane fu permesso di transitare liberamente attraverso il Mar Rosso per poter rifornire gli eserciti britannici in Medio oriente.
Nel frattempo, nel marzo 1941, tutte le navi tedesche furono sequestrate dalle autorità americane.
Durante questi avvenimenti, i cittadini del Reich Tedesco furono trattati nel modo più degradante, obbligati ad essere relegati in luoghi in violazione delle norme internazionali, assoggettati a restrizioni di viaggio ecc.
Due ufficiali tedeschi che fuggirono negli Stati Uniti dalla prigionia in Canada, furono catturati, incatenati e restituiti alle autorità canadesi, probabilmente violando il diritto internazionale.
Il 27 marzo 1941, lo stesso Presidente, quello che si diceva contrario ad ogni aggressione, annunciò il suo appoggio al generale Dusan Simovic e la sua cricca di usurpatori in Yugoslavia che avevano preso il potere a Belgrado dopo il rovesciamento del governo ufficiale in carica.
Diversi mesi prima, il Presidente Roosevelt aveva inviato il capo dell’OSS, Colonnello Donovan, un soggetto mediocre, nei Balcani con l’ordine di organizzare un sollevamento contro la Germania e l’Italia, a Sofia in Bulgaria e a Belgrado.
In aprile, Roosevelt, promise aiuti sulla base della Legge Affitti e Prestiti, alla Yugoslavia e alla Grecia.
Alla fine di aprile riconobbe emigranti yugoslavi e greci come governi in esilio e, sempre in violazione delle normative internazionali, congelò i beni yugoslavi e greci.
A partire dalla metà di aprile del 1941, squadre navali americane iniziarono ad espandere le operazioni nell’Atlantico Occidentale, inoltrando ai britannici le loro osservazioni.
Il 26 aprile, Roosevelt consegnò all’Inghilterra venti nuove vedette veloci. Intanto le navi inglesi venivano a turno riparate nei porti americani.
Il 12 maggio navi norvegesi operanti per conto della Gran Bretagna, vennero armate e riparate (negli USA), violando il diritto internazionale.
Il 4 giugno trasporti di truppe arrivarono in Groenlandia per costruire piste di volo ed il 9 Giugno arrivò il primo rapporto britannico che una nave da guerra americana, operante su ordine del Presidente Roosevelt, aveva attaccato un sottomarino tedesco vicino alla Groenlandia con cariche di profondità.
Il 14 giugno, i beni tedeschi negli Stati Uniti furono nuovamente congelati, in violazione delle leggi internazionali.
Il 17 giugno, sulla base di un falso pretesto, il Presidente Roosevelt chiese il richiamo dei consoli tedeschi e la chiusura dei consolati tedeschi.
Chiese anche la chiusura dell’agenzia di stampa tedesca Transocean, la Libreria Tedesca di New York e l’ufficio delle Ferrovia Nazionali del Reich.
Il 6 e 7 luglio 1941, forze armate americane, che agivano su ordine del Presidente Roosevelt, occuparono l’Islanda che era nell’area delle operazioni militari tedesche.
Lui sperava che questa azione avrebbe per prima cosa costretto finalmente la Germania a entrare in guerra con gli Stati Uniti, e, per seconda cosa, neutralizzare l’efficacia dei sottomarini tedeschi, come nel 1915-1916.
Allo stesso tempo promise aiuti militari all’Unione Sovietica.
Il 10 luglio, il Segretario Frank Knox annunciò improvvisamente che la marina americana aveva ricevuto l’ordine di sparare contro navi da guerra dell’Asse.
Il 4 settembre il cacciatorpediniere americano Greer, sempre su ordine del Presidente, operò assieme agli aerei inglesi contro sottomarini tedeschi nell’Atlantico.
Cinque giorni dopo un sottomarino tedesco intercettò delle cacciatorpediniere americane che facevano da scorta ad un convoglio inglese.
In un discorso rilasciato l’11 settembre 1941, Roosevelt finalmente confermò di aver dato l’ordine di sparare su tutte le navi dell’Asse e quest’ ordine venne ripetuto.
Il 29 settembre, navi vedetta americane attaccarono un sottomarino tedesco ad Est della Groenlandia con cariche di profondità.
Il 17 ottobre il cacciatorpediniere Kearny, operativa come scorta per gli inglesi, attaccò un sottomarino tedesco con cariche di profondità.
Il 6 novembre forze armate americane si impossessarono della nave tedesca Odenwald, violando il diritto internazionale, portandola in un porto americano ed imprigionando il suo equipaggio.
Trascurerò, considerandoli senza senso, gli attacchi offensivi e le maleducate affermazioni di questo cosi detto Presidente contro la mia persona.
Che lui mi chiami gangster non ha alcuna importanza, poiché questo termine non ha avuto origine in Europa, dove questi tizi sono insoliti, ma in America.
Ma, a parte questo, non mi sento assolutamente insultato dal Sig. Roosevelt perché, come il suo predecessore Woodrow Wilson, lo considero mentalmente malato.
Noi sappiamo che quest’uomo, con i suoi sostenitori ebrei, ha agito contro il Giappone allo stesso modo. Di questo non devo parlarne ora.
Anche in quel caso furono usati gli stessi metodi.
Quest’uomo, prima incita alla guerra, poi mente sulle sue cause e lancia accuse infondate.
Infine, da buon vecchio massone, si rivolge a Dio che sia testimone dell’onestà delle sue azioni.
Il suo vergognoso travisamento della verità e le violazioni commesse, sono senza precedenti nella storia.
Sono certo che tutti Voi abbiate considerato un atto di liberazione il fatto che il Giappone abbia alla fine reagito per protestare contro tutto questo, cioè nel modo in cui quest’uomo aveva sperato e del quale non dovrebbe stupirsi (l’attacco a Pearl Harbor del 7 dicembre 1941).
Dopo anni di trattative con questo imbroglione, il governo giapponese ne aveva finalmente le tasche piene di essere trattato in un modo così umiliante.
Tutti noi, il popolo tedesco e, credo, tutti i popoli rispettabili di questo mondo, consideriamo ciò con profondo apprezzamento. Noi conosciamo il potere che sta dietro a Roosevelt. E’ lo stesso eterno ebreo che crede sia venuto il momento di imporre lo stesso destino che tutti abbiamo visto e testimoniato nella Russia Sovietica.
Abbiamo conosciuto di prima mano il paradiso ebraico sulla terra.
Milioni di soldati tedeschi hanno visto in prima persona la terra dove questo ebraismo internazionale ha distrutto e annientato il popolo e la proprietà.
Forse il Presidente degli Stati Uniti non lo capisce. Se è così, allora la sua ristrettezza intellettuale di idee parla da sola.
Noi sappiamo che questo enorme sforzo mira a questo scopo.
Anche se non fossimo alleati col Giappone, ci renderemmo sempre conto che gli ebrei ed il loro Franklin Roosevelt intendono distruggere una nazione dopo l’altra.
Il Reich Tedesco di oggi non ha niente in comune con la Germania del passato.
Da parte nostra faremo ora ciò che questo provocatore ha cercato di realizzare per anni. E non soltanto perché siamo alleati del Giappone, ma piuttosto perché la Germania e l’Italia, con la loro attuale dirigenza politica, hanno la perspicacia e la forza di rendersi conto che in questo periodo storico sta per essere determinata, e forse per sempre, l’esistenza o la non esistenza delle nazioni.
Ciò che questo altro mondo ha in serbo per noi, è chiaro. Riuscirono a portare alla fame la Germania democratica del passato (1919-1933) e ora tentano di distruggere la Germania nazionalsocialista di oggi.
Quando il Sig. Churchill ed il Sig. Roosevelt dichiarano di voler costruire un giorno un nuovo ordine sociale, è come se un barbiere calvo consigliasse una lozione che garantisce la crescita dei capelli.
Anziché incitare alla guerra, questi gentiluomini, che vivono nei paesi più arretrati socialmente, avrebbero dovuto preoccuparsi dei loro popoli senza lavoro.
Traduzione a cura di
Gian Franco Spotti -
http://informare.over-blog.it  



 

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