lunedì 30 giugno 2014

I nostri maestri|Corneliu Zelea Codreanu: Il cameratismo, la disciplina e la fede nei capi


Punto 40. Il cameratismo, la disciplina e la fede nei capi

Un’organizzazione non può mai ottenere la vittoria senza l’unità. Le organizzazioni che rivelano una debole unità, il più delle volte si spaccano in due ( o meglio, è il nemico che le spacca con i suoi intrighi) un’ora prima della vittoria e si mettono a lottare tra di loro. A quel punto tutto è perduto. Resta un’unica realtà: la vittoria dell’avversario.
Ogni organizzazione deve quindi assicurare la propria unità. Questa si assicura con due strumenti:
1. con il cameratismo, la forza interiore che unisce tutti i combattenti in una santa fratellanza;
2. con la disciplina, forza esteriore che vincola armonicamente tutte le volontà per la realizzazione del medesimo scopo. 
Un capo legionario deve quindi essere disciplinato, deve aver fede nei propri capi. Il cameratismo, la fede nei capi e la disciplina si integrano tra loro per il fatto che le prime due forze procedono dal basso verso l’alto, mentre la terza – la disciplina – procede dall’alto verso il basso, così che l’unità risulta garantita appunto quando gli elementi subordinati potrebbero nutrire opinioni diverse o anche pareri contrari. L’educazione alla disciplina rimane rimane dunque una potente valvola di sicurezza per garantire l’unità e, quindi, la vittoria, nel momento in cui gli altri strumenti si dimostrano esauriti. In qualsiasi circostanza il capo di Cuib dovrà cercare di sviluppare in ogni legionario il senso della disciplina – ed egli otterrà questo specialmente con l’esempio che darà.
Non dobbiamo dimenticare che la disciplina volontaria rivela una essenza spirituale superiore, giacché essa presuppone una rinuncia delle personalità, e ogni rinuncia in vista di un grande scopo riflette una essenza spirituale superiore.
 
Fonte art.Di
 
 

 

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