Le vicende della guerra
E, naturalmente, impegno prioritario del governo della RSI era quello di contrastare, a fianco dei tedeschi, l’avanzata degli anglo-americani.
Che, però, non si arrestava.
Dopo la rapida occupazione della Sicilia, fu attaccato il territorio metropolitano con lo sbarco in Calabria (Operazione Baytown) del 3 settembre e, successivamente, con quello della 5° Armata U.S.A. a Salerno del 9 settembre alle ore 6 (Operazione Avalanche). Il Gen. Kesserling il 12 tenta un contrattacco ma, dopo due giorni, massicci attacchi dal cielo e dal mare lo costringono a ritirarsi.
Il 1° ottobre Napoli è perduto. Una prima linea di difesa si stabilì a Nord di Napoli, sul fiume Volturno, ma la pressione degli anglo-americani costrinse le truppe tedesche a ritirarsi sul fiume Garigliano. Tale linea, che si chiamò “Gustav”, comprendeva Montecassino e, lungo il fiume Sangro giungeva all’Adriatico. Il 31 dicembre i tedeschi sono attestati su queste linea. Essa resistette alcuni mesi.
Ma il 22 gennaio 1944 gli anglo-americani sbarcarono a Nettuno e riuscirono a stabilire una testa di ponte fra Anzio e Nettuno. I tedeschi, con il valido contributo dei primi reparti combattenti della R.S.I. (Btg “Nembo” dal 12 febbraio, Btg “Barbarigo” dal 4 marzo, il Gruppo “San Giorgio” dall’11 marzo, le SS italiane dal 17 marzo e il Rgt “Folgore” dal 28 maggio) ne bloccarono l’espansione, ma non riuscirono a ricacciarli in mare, malgrado l’impiego di cinque divisioni: la 26° e la Herman Goring corazzate, la 3° e la 90° di granatieri corazzati e la 4° paracadutisti. Il 1 febbraio si ebbero durissimi combattimenti fra Aprilia e Cisterna di Latina.
Il 7 aprile riprende l’iniziativa degli anglo-americani e i combattimenti si riaccendono durissimi da Cassino al mare. L’11 maggio l’offensiva si intensifica e i tedeschi, fra il 15 e il 16 maggio iniziano a ritirarsi.
Montecassino, la cui abbazia fu distrutta dai bombardieri anglo-americani il 15 febbraio 1944, fu occupata dai polacchi del Gen. Abders (reparto condotto dal Ten. Podolski) il 18 maggio 1944 e gli anglo-americani risalirono verso Nord.
Il tentativo di costituire una nuova linea difensiva più a nord, la linea “Hitler” non portò risultati apprezzabili.
E il 23 maggio la 5° armata americana si congiunge con le truppe di Anzio e Nettuno a Borgo Grappa.
Ormai la strada per Roma è aperta. Ai primi di giugno a contrastare le divisioni anglo-americane sono rimasti solo gli italiani della R.S.I. Reparti del “Barbarigo”, del “Nembo” e, soprattutto, i paracadutisti del “Folgore” del Maggiore Rizzatti, che si immolarono fra Pratica di Mare e Castel di Decima. Di 980 uomini ne sopravvissero 30, che si ritirarono combattendo. Fra i caduti il comandante Rizzatti, caduto mentre attaccava un carro armato con le bombe a mano. Gli fu conferita la Medaglia d’Oro alla memoria.
Il 4 giugno 1944 alle ore 19,15 un’avanguardia dell’88° Divisione di Fanteria U.S.A. arriva in Piazza Venezia a Roma. La caduta di Roma suscitò un’impressione fortissima. E imbaldanzì gli alleati che, anche sfruttando la carica psicologica che tale conquista aveva dato agli eserciti inglese e americano, il 6 giugno sbarcarono in Normandia, aprendo così un nuovo fronte ad occidente. L’11 agosto cade Firenze. L’avanzata del nemico è contrastata passo passo, ma si è costretti ad arretrare. Ai primi di settembre gli italo-tedeschi si arroccano su quella che sarà l’ultima linea di difesa: la linea “gotica”, che va dalla Versilia all’Emilia a sud di Bologna.
Intanto, in agosto, gli alleati erano sbarcati anche a Tolone, nel sud della Francia.
La situazione della RSI si fa sempre più drammatica. Eppure lo Stato continua a funzionare, Mussolini difende con le unghie e con i denti l’autonomia della sua Repubblica e tenta disperatamente, anche con atti di grande clemenza, di attenuare gli effetti nefasti della guerra civile. E anche l’attività legislativa non si arresta. Il 12 febbraio 1944 il Consiglio dei Ministri approva, malgrado l’ostilità dei tedeschi, il decreto sulla “Socializzazione delle imprese”, che rivoluziona i rapporti all’interno del mondo del lavoro e che, a tutt’oggi, rappresenta la legislazione più avanzata in campo sociale.
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