Il Comune di Milano fa rimuovere la bandiera della Repubblica sociale italiana dal Campo 10 del cimitero di Musocco, dove dopo la Seconda guerra mondiale furono sepolti 1.432 soldati repubblichini e civili fascisti uccisi nelconflitto o nei giorni successivi alla Liberazione. A chiedere la rimozione del vessillo - con al centro un'aquila che regge un fascio littorio - è stata l'Associazione nazionale dei partigiani, che ha rivolto un appello al consiglio di Zona e all'assessore comunale Franco D'Alfonso. E scoppia la polemica. Riccardo De Corato, consigliere comunale di Fratelli d'Italia e militante storico del Movimento sociale, commenta: "L'intervento del Comune è fuori dal tempo e contraddice una prassi consolidata delle amministrazioni comunali del passato. Sindaci partigiani combattenti, come Antonio Greppi e Aldo Aniasi, mai avrebbero tollerato un gesto simile, rispettosi com'erano della memoria dei vinti". E Simone Zambelli, presidente del consiglio di Zona 8 eletto nelle liste di Sel, replica: "Quella bandiera era una vergogna e ammainarla era un atto dovuto. Rappresentava la deportazione degli ebrei, la collaborazione dei fascisti ai crimini di guerra perpetrati dai nazisti a danno della popolazione civile italiana e la fucilazione di tanti connazionali che lottavano per la libertà. La bandiera è stata tolta in base alle previsioni della legge Mancino del 1993, che condanna gesti e azioni legati all'ideologia nazifascista". Al posto della bandiera dell'Rsi è stato posto il Tricolore nazionale .
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