martedì 25 febbraio 2014

Stuprata e uccisa dai "liberatori": va ricordata

Un mazzo di fiori alla memoria di Giulia Tartaglia

Vittima innocente e dimenticata: 70 anni dopo un mazzo di fiori sul luogo del suo martirio, a Nettuno




Il ricordo doloroso di un delitto gravissimo scuote in questi giorni il litorale a sud di Roma. Se tanta attenzione ha goduto Anzio grazie alla cittadinanza onoraria a Roger Waters,  assai meno ce n’è su Nettuno per la povera Giulia Tartaglia: il 22 febbraio 1944 la sua famiglia subì, da parte delle truppe angloamericane, lo sfollamento obbligatorio. 

La giovane Giulia, di appena 17 anni, prima di raggiungere il punto di imbarco, volle salutare per l’ultima volta la sua casa, magari prendere un piccolo ricordo da portare con sé in quel viaggio pieno di incognite e di speranze. Come ricorda il comitato che si sta battendo per la sua memoria, mai decisione fu più funesta. Giunta nei pressi della sua abitazione, posta all’incrocio tra Via Gorizia e Via Monte Grappa in Nettunia Centro (l’attuale Nettuno), incontrò dei soldati afroamericani. Fu l’inizio di un lungo calvario: stuprata e poi sventrata con un grosso pugnale. Subito soccorsa dalla Military Police, venne tentato il possibile per salvarla, ma i sanitari dell’ospedale militare da campo USA non poterono far altro che costatarne la morte. Il suo corpo, avvolto in bende come una mummia e sommariamente composto in una cassa di legno provvisoria, fu tumulato senza tante cerimonie nel locale cimitero e la sua storia dimenticata – volutamente – da tutti. A 70 anni da quell’evento luttuoso, il Comitato Pro 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia ha posto sul luogo della morte di Giulia Tartaglia un mazzo di fiori, per ricordare alle Istituzioni assenti un dramma tenuto nascosto per interi decenni.
«E’ con particolare tristezza – ha dichiarato il dottor Pietro Cappellari, Responsabile culturale del Comitato Pro 70° Anniversario dello Sbarco di Nettunia – che adempiamo ad un’opera di supplenza istituzionale. A 70 anni da quegli eventi, la povera Giulia non ha ancora la dignità di un ricordo. Certo, si trattò di un episodio marginale nel contesto dell’immane conflitto che sconvolse i continenti, ma l’opera di occultamento di questo crimine di guerra non ha giustificazione di sorta, se non nell’omertà e nel servilismo di troppi che si sono piegati alla falsa mitologia dei “liberatori”. Abbiamo proposto all’Amministrazione comunale di ricordare Giulia Tartaglia con una lapide posta sul luogo del suo assassinio. Non abbiamo mai ricevuto risposta. Speriamo che nessuno, come oggi va di moda, pensi di dare la cittadinanza onoraria delle nostre città anche a quei barbari che con tanta violenza infierirono sulla nostra piccola concittadina».

Fonte art.
http://www.ilgiornaleditalia.org
Di Bruno Rossi.

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