Ci telefona alle ore 22 dalla Spezia:
Nella notte erano partiti da Marina di Massa circa 300 fascisti fiorentini, diretti a Sarzana, con l'intento di andare a liberare i dieci loro compagni ivi arrestati. La spedizione era comandata dal fiorentino leader dei fascisti Amerigo Dumini. I fascisti furono affrontati nei pressi della stazione da una dozzina di carabinieri comandati dal capitano Iurgens. Alla vista dei carabinieri i fascisti si fermarono, gridando: Viva l'Italia e domandando di parlamentare col capitano. Mentre si svolgevano i discorsi, partì una fucilata alle spalle dei fascisti, che andò a colpire un carabiniere. Il fucile era carico a pallini e i fascisti affermarono che nessuno di loro era armato di arma a pallini. Risposero i carabinieri, sparando sulla massa dei fascisti; questi dal canto loro spararono sui carabinieri. Al comando dell'"alt" dato dal capitano , cesso il fuoco da ambo le parti e si parlamentò di nuovo. Parte dei fascisti, circondati, furono costretti a riparare in stazione; parte si sbandarono E questo fu errore grave, perché i contadini, aizzati da un odio feroce, uccisero senza pietà i fascisti trovati inermi. Uno di questi sventurati è stato trovato legato ad un albero ed ucciso a colpi di tridente, dicesi da una donna. I contadini più miti legano per il collo i fascisti trovati soli, e li conducono dai carabinieri. Un treno speciale, alle 11,30 portò via i fascisti da Sarzana. Appena fuori dalla stazione il treno fu preso a fucilate dai comunisti, ai quale risposero i fascisti. Uno di questi fu colpito a morte. I morti sono numerosi; oltre 15. Ed auguriamo che la corona non continui in danno degli sbandati. Qui alla Spezia si è in grave pensiero per la sorte di due imberbi giovanissimi caduti nelle mani dei comunisti; di essi no si è più saputo nulla; e sul loro conto circolano voci che fanno rabbrividire. »
In agosto le forze dell'ordine procedettero a numerosi arresti di contadini e di arditi del popolo. In particolare furono identificati gli uccisori dei due fascisti Paolo Pelù e Lorenzo Taddeucci. Il 24 maggio 1924 furono condannati Vittorio Cenderello e Angelo Simoncini a 11 anni e due mesi di reclusione. Vittorio Cenderello a 9 anni e sei mesi e Oreste Grasso a 6 anni e tre mesi. Tutti e quattro ottennero la diminuzione della pena per le recenti amnistie. Di questi solo Vittorio Cenderello si professò innocente.
Della sorte dei due fascisti della Spezia (Amedeo Maiani e Augusto Bisagno) si ebbe notizia il 26 luglio, Il Secolo XIX così scriveva:
« I DUE FASCISTI SPEZZINI
I due giovanetti dei quali un nostro fonogramma annunzia nella cronaca di oggi il ritrovamento dei cadaveri in un fosso a Ghigliolo, luogo di Sarzana, nascosti sotto alcune frasche, vennero riconosciuti dai congiunti per gli indumenti di cui erano ancora coperti. I volti non sarebbero stati riconosciuti, per l'orribile scempio. Tagliate le orecchie, tolti gli occhi, i genitali, scuoiato il petto; ad un cadavere fu rotto un braccio; all'altro la testa fu quasi interamente staccata dal busto.»
Della sorte dei 14 fascisti scomparsi si ebbe invece notizia il 10 agosto, quasi un mese dopo i feroci scontri, Il Secolo XIX scriveva:
« 4 FASCISTI SCOMPARSI NEI FATTI DI SARZANA - UCCISI DAI CONTADINI E SOTTERRATI?
Notizie da Sarzana informano che il drappello di fascisti che hanno partecipato alla spedizione di Sarzana, risultano mancanti, oltre i morti, 14 persone. Su interrogazione dell'on. Finzi, l'on. Bonomi ha promesso di ordinare indagini sulle sorti dei quattordici scomparsi, ma fino ad oggi le indagini non hanno dato alcun frutto. È voce generale che i fascisti mancanti siano stati uccisi dai contadini, che li avrebbero subito sotterrati per non lasciare traccia. Rimaste infruttuose le indagini della polizia, si ricorrerà ora all'uso di cani appositamente educati, che sapranno indicare il punto ove eventualmente i corpi sono stati seppelliti. »
Il bilancio finale fu di 14 morti e una trentina di feriti. Pare che alla spedizione avessero partecipato 500 squadristi, dato avvallato dalle stesse fonti fasciste dell' epoca.
RIZIERI LOMBARDINI - ALCIDE BORGHINI - ARNALDO PUGGELLI - GIUSEPPE MONTEMAGGI
Sui corpi sono evidenti i segni della sevizie
LA LISTA DEI FASCISTI CHE PERSERO LA VITA NEGLI SCONTRI :
Sui corpi sono evidenti i segni della sevizie
LA LISTA DEI FASCISTI CHE PERSERO LA VITA NEGLI SCONTRI :
Bartolini Gastone
Belotto Michele
Bertozzi Dante
Bisagno Augusto
Borghini Alcide
Dell’ Amico Venanzio
Gattini Pietro
Lombardini Rizieri
Lottini Guido
Maiani Amedeo
Montemaggi Giuseppe
Parducci Vezio
Pelù Paolo
Puggelli Arnaldo
Taddeucci Lorenzo
MILITARI
Diani Paolo
MICHELE BELLOTTO - PAOLO PELU' - PIERO GATTINI - GUIDO LOTTINI |
Ipotizzando responsabilità del governo italiano negli avvenimenti, Benito Mussolini fece una interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi dichiarandosi poi insoddisfatto della risposta ottenuta e, il 23 luglio, il gruppo fascista con un discorso dello stesso Mussolini negò la fiducia al governo. Al contempo avvennero piccole aperture rivolte al partito socialista che furono di preludio ad una accelerazione del già vagheggiato Patto di pacificazione tra il movimento fascista, il Partito Socialista e la CGL, che fu poi firmato il 3 agosto 1921. Tale svolta creò contraddizioni profonde nel movimento fascista, fino a vere e proprie sconfessioni da parte dello squadrismo emiliano, veneto e toscano, contestato apertamente dallo stesso Dino Grandi che arrivò a mettere in discussione lo stesso Mussolini. Mussolini uscì dalla crisi trasformando il movimento in partito.
Il 1921 trascorse a Sarzana tranquillamente, ma nel marzo 1922 nelle strade cittadine iniziarono i primi scontri tra fascisti e arditi del popolo con feriti e caduti da entrambe le parti. Nel frattempo l'amministrazione guidata dal sindaco Terzi, fin dal settembre 1921, fu posta sotto una indagine amministrativa che rilevò numerose inadempienze amministrative. Terzi, temendo le indagini giudiziarie e constatando l'avanzata dei partiti d'ordine tra cui quello fascista, convocò l'8 luglio una riunione presso la sede socialista in cui propose le proprie dimissioni da sindaco. Nonostante che la sua proposta fosse stata respinta a grande maggioranza decise di procedere ugualmente. Nel giro di pochi giorni la maggioranza dei consiglieri si dimise e l'amministrazione decadde. Il Comune fu nominato un commissario con il compito di portare la città ad elezioni.
Il 21 luglio 1922, in occasione del primo anniversario della strage i fascisti organizzarono una manifestazione nella città che culminò in un corteo. Il 30 luglio nel corso di una nuova manifestazione fascista che vide la presenza di Michele Bianchi, fu posta una lapide sul muro della stazione ferroviaria.
Il 25 gennaio 1923, il consiglio comunale di Sarzana già commissariato fu sciolto con regio decreto.
Le elezioni furono fissate per il 27 maggio 1923. I partiti di sinistra, già indeboliti, si presentarono frazionati in più liste mentre i fascisti presentarono due liste, che anche con l'appoggio dei quotidiani locali ottennero un larghissimo successo. Tanto da aggiudicarsi la totalità dei seggi disponibili. I 30 consiglieri comunali eletti, tutti fascisti, furono proclamati il 29 maggio 1923.
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