mercoledì 3 aprile 2013

VOLANTE ROSSA
Questa aggregazione delinquenziale nasce poco dopo la cessazione delle ostilità belliche nell’estate del 1945, La creazione fu opera di un ex partigiano comunista, Giulio Paggio, già operativo in Valsesia nella “Banda Moranino” (zona passata alla storia per i fatti criminosi addebitati al “Moranino”, deputato comunista al Parlamento per il quale la Camera dei Deputati votò per ben tre volte l’incriminazione ed altrettante volte rifugiato in uno stato comunista dal quale rimpatriò tre volte per elezione). Il Paggio aveva operato in un gruppo chiamato “Volante Rossa” e ne conservò il nome. Lasciata la montagna era entrato a far parte della 118/a Brigata Garibaldi operante nella zona di Lambrate che conosceva molto bene avendo lavorato presso lo stabilimento “Innocenti” in quella zona cittadina. A fine guerra, contrariamente al ritorno alla normalità come quasi tutti, decise di continuare una sua clandestina lotta armata fuorilegge con scopi mai precisati. Si diede il nome di “Tenente Alvaro” e, riunendo intorno a se altri come lui, costituì una formazione che denominò, a memoria del passato,“Volante Rossa”. Questa formazione aveva come sede la “Casa del Popolo” di Lambrate, già sede fascista che ora ospitava diverse organizzazioni politiche comuniste. Con lui confluirono Ferdinando Clerici, Otello Alterchi, Natale Burato, Paolo Finardi, Giordano Biadigo, Sante Marchesi, Dante Vecchio, Eligio Trincheri e molti altri che successivamente furono tutti schedati dalla Polizia per crimini, tutti iscritti al P.C.I. (Partito Comunista Italiano) di Palmiro Togliatti.
Verso la fine del 1945 gli effettivi del gruppo erano una sessantina circa. Il programma della Volante era specificatamente politico. Non avevano problemi per l’approvvigionamento di armi perché, a sinistra, ne circolavano in abbondanza in attesa di nuovo impiego previsto per l’occupazione dello Stato Italia che si voleva far diventare provincia sovietica. Per il finanziamento si provvedeva con azioni di rapina, Primo obbiettivo fu lo svaligiamento dell’agenzia Bancaria di Varallo Pombia della Banca Popolare di Novara.
Venne acquistato anche un autocarro utile per le numerose trasferte. Venne anche adottata una specie di divisa consistente in giubbotti di pelle già in dotazione all’aviazione U.S.A., comperati in gran numero alla fiera “Sinigallia2 di Milano.
A Milano esistevano due formazioni armate comuniste ma la più attiva e feroce era la Volante Rossa.
Nel gennaio 1947 venivano uccise due nostre attiviste di destra. Eva Maciachini, attivista delle S.A.M. e Brunilde Tanzi del P.D.F. Il 14 marzo veniva ucciso Franco De Agazio, direttore del “Meridiano d’Italia”.
La notte del 5 luglio due militanti delle V.R.(Mario Gandini e Walter Veneri) effettuarono un attentato contro la casa dell’ex fascista Fulvio Mazzetti in Corso Lodi ma la bomba lanciata contro la finestra viene respinta da una zanzariera e ricade in strada ferendo il Gandino che viene arrestato.
Il 10 luglio avviene l’attentato di Via Radegonda (descritto in altra parte del libro) che se fosse andato a fine avrebbe fatto una carneficina (io ero presente).
Il 27 luglio un forte ordigno al plastico viene fortunosamente scoperto prima di un comizio politico all’interno di un cinema dove, in caso di scoppio, i morti sarebbero stati decine (io ero presente con tutta la direzione M.S.I.)
L’11 ottobre viene devastata la sede M.S.I. di Via Santa Radegonda ferendo varie persone presenti.
Il 29 ottobre viene distrutta e incendiata la sede del giornale “Il Meridiano d’Italia”.
Il 5 novembre viene assassinato Michele Petruccelli.
Il 13 novembre viene devastata la sede del Movimento Democratico in via Monte Grappa.
Inoltre vengono assassinati Felice Ghisalberti in via Paolo Sarpi e Leonardo Massaza.
Questo e molto altro dimostra la criminale determinazione della V.R. e la ragione per cui nacque in me la determinazione di restituire “pan per focaccia” e far capire ai capi comunisti che il “malfatto” si può anche riceverlo e perciò progettai l’attentato, poi realizzato) contro la Federazione Provinciale del P.C.I. sui bastioni Garibaldi dove si riuniva la Direzione del Partito con Longo, Paietta, Secchia, Amendola, e tutti gli altri tromboni del P.C.I. per il quale fui poi arrestato, processato e condannato.
Alla Polizia mi dissero poi che quando arrestarono tutti i componenti della V.R. fra i documenti trovarono un elenco di nomi di persone da assassinare nel quale il mio stava al 12° posto. Non poterono realizzare il mio assassinio perché mi trovavo detenuto a San Vittore.
Dagli incartamenti del processo alla V.R. venne alla luce senza equivoci che questa formazione era conosciuta e protetta dalla direzione del Partito Comunista.
Da una deposizione:” EE.. e in fondo il P.C.I. ci accettava, ci teneva nel suo ambito pur sapendo di determinate nostre attività.
Quando nella sezione eravamo armati o giravamo in camion armati, il partito
non poteva ignorarlo”.
Stando ad un rapporto della Prefettura la lotta politica a Milano si preparava
ad assumere i contorni di una vera e propria guerra tre bande paramilitari
organizzate da ogni partito politico.
Fra queste attività ha maggior risalto quella facente capo al P.C.I. che è appoggiata e controllata da elementi slavi. Essa dispone di un numero rilevante di adepti inquadrati e sottoposti ad un regime disciplinare che nulla ha da invidiare a quello militare e dispone altresì di importanti aliquote
di armi e munizioni.
Purtroppo qualcosa era trapelato su questa Brigata ed il primo a pagare con la vita fu proprio il Gen.le Ferruccio Gatti che venne assassinato a casa sua da Paggio e Biadigo della Volante Rossa che, per farsi aprire la porta di casa, usarono proprio il mio nome. Questo particolare fa parte degli atti del Processo relativo. Io stesso, seppi poi, ero nell’elenco dei candidati a morte della Volante Rossa e mi salvai solo per il fatto che venni arrestato e detenuto al carcere San Vittore.
Questo mi venne riferito dalla Polizia successivamente.
Tratto da “Giovinezza” Dicembre 2012

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