venerdì 5 aprile 2013

L’APPELLO SEGRETO DI DALADIER PER FERMARE HITLER

Nell'estate del 1939 l'Italia era ormai legata mani e piedi dal "Patto d'acciaio' con la Germania, eppure, a sentire Edda, Mussolini era ancora titubante. Poi, a fine agosto del 1939, fu colto di sorpresa dall'annuncio del patto russo-tedesco di cui non aveva avuto alcun sentore. Racconta Edda: «Papà era furioso. Non riusciva a credere a tale assurdità. Mai gli sentii pronunciare tante parolacce contro Hitler. Disse pure: Questo potrebbe essere per noi un valido pretesto per rompere con la Germania. L'ultima speranza. Vedremo quello che riusciranno a fare Grandi e tuo marito. Se facessimo blocco con l'Inghilterra e la Francia avremmo certamente molte possibilità per fermare Hitler. Ma se non si farà fronte comune, Francia e Inghilterra dovranno prendersi tutte le responsabilità». «Il primo settembre 1939 - racconta ancora Edda - scoppia la guerra. Noi restiamo non belligeranti. La Francia e l'Inghilterra hanno dichiarato guerra alla Germania, ma non alla Russia, che pure, in forza del patto russo-tedesco, ha invaso a sua volta la Polonia e anche i Paesi baltici. In quei giorni Galeazzo mi disse: Il Duce aveva avvisato Hitler che Francia e Inghilterra questa volta sarebbero intervenute, ma lui non ha voluto dargli ascolto». «Rividi papà poco dopo l'inizio della guerra russo-finnica. Era raggiante e ammirato del coraggio dimostrato dai finlandesi nel tenere testa ai russi. Ma disse: Anche noi mandiamo aiuti ai finlandesi nonostante che, essendo alleati dei tedeschi e questi dei russi, dovremmo comportarci diversamente. Gli occidentali dovrebbero ben capire da che parte stiamo. Che il Supremo ci aiuti. Papà - conclude Edda - ha fatto tutto il possibile per porre fine alla guerra mentre questa sonnecchiava. Chi si oppose fermamente fu Churchill appoggiato dal nostro grande nemico Eden».
Poi la situazione precipita. Mentre l'Italia si mantiene nella non belligeranza, la Blitzkrieg, la "guerra lampo" tedesca stupisce il mondo, mentre i finlandesi, dopo un'eroica resistenza contro l'Armata Rossa, sono costretti alla resa. Mussolini è incerto sul da farsi e roso dai dubbi. Il 1940, confida a Edda, sarà l'anno delle decisioni drastiche. La nostra neutralità non sarà più accettata dalla Germania e così dalla Francia e dall'Inghilterra. Galeazzo continua a fare promesse a Londra e a Parigi. Ma sbaglia. Io imbastisco e lui scuce. Diglielo a tuo marito che ne ho le tasche piene. Avrei dovuto liberarmi di lui dopo la puttanata di Milano con Ribbentrop (l'accordo per il "patto d'acciaio" n.d.r.). Tenendo il piede in due staffe facciamo il gioco degli occidentali. Ora invece dobbiamo dimostrare fermamente — anche se queste non sono le nostre intenzioni -che siamo dalla parte dei tedeschi. E che se ci vogliono paghino. A Hitler ho fatto sapere che saremo sempre dalla sua parte e sono certo che questa informazione arriverà alle orecchie dei francesi e degli inglesi. Ciò dovrebbe indurii ad un avvicinamento concreto e non solo a parole, vedremo».
Mussolini e sua figlia Edda si rividero nell'aprile del 1940. Nel frattempo la situazione si era aggravata. Francesi e inglesi avevano imposto il blocco navale contro l'Italia e i nostri traffici erano praticamente bloccati. Mussolini era reduce da un incontro al Brennero con Hitler. «Cara Edda, ci siamo - confidò il duce alla figlia — Hitler è stato chiaro: mi ha detto apertamente che la nostra neutralità non sarà più accettata. Gli ho risposto che saremo al fianco della Germania, e sai perché? Perché non c'è più possibilità di andare con francesi e inglesi. Sembrava ci fosse una distensione con loro, invece il loro blocco navale ci sta strangolando. Io non posso più tergiversare e umiliarmi. Ho preso una decisione: entreremo in guerra al fianco della Germania. Non posso far altro. Hitler comincia a dare segni d'impazienza. Cosa sarebbe per l'Italia se ci mettessimo contro la Germania? In due mesi saremmo invasi e diverremmo una loro colonia. D'altra parte, se vincessero gli anglofrancesi, nulla delle nostre rivendicazioni ci sarebbe riconosciuto. Invece, andando con i tedeschi e vincendo la guerra saremmo più che ricompensati. Non ho preso questa decisione d'impulso. Ho studiato i vantaggi e gli svantaggi dall'inizio della guerra a oggi e l'ago della bilancia si è spostato tutto verso la Germania perché se sarà una guerra lampo sono sicuro della vittoria. Se invece la guerra si dilungherà nel tempo, forse avremo puntato sul cavallo sbagliato». Il racconto di Edda Ciano si interrompe alla vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia. Mussolini ha ormai fatto la sua scelta e questa è la sua ultima annotazione: «Papà mi dice quanto siano vigliacchi e buffoni i francesi, molto più degli inglesi. Ora che hanno i tedeschi in casa ci offrono mari e monti. Perché, osserva papà, non mi hanno fatto queste offerte tre o quattro mesi fa? E così continua: il Re mi ha informato di aver ricevuto da Daladier tre messaggi riservatissimi tramite il Vaticano. Il Presidente francese chiede al Re di far entrare l'Italia al più presto nel conflitto al fianco della Germania per evitare la totale occupazione della Francia da parte delle armate tedesche. I nostri cari cugini ora ci invitano ad occuparli: quanta misera ipocrisia da parte di Daladier! Diciotto mesi fa, a Monaco, dopo la conferenza non volle incontrarsi con me con la scusa che avrebbe perduto il treno! Allora avremmo potuto con ogni probabilità appianare le nostre divergenze e trovare anche una possibilità di avvicinamento all'Inghilterra. Ora è troppo tardi. Il Re mi ha chiesto di affrettare i tempi...».
Mussolini li affrettò, col risultato che tutti conosciamo.

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