domenica 2 marzo 2014

Edda, la primogenita di Mussolini.



Edda, la primogenita di Mussolini/1

Nata in una camera di un modesto appartamento, svilupperà un carattere difficile ma determinato

Edda Mussolini nasce il primo settembre 1910 nel piccolo alloggio di via Merenda 2, dove Benito e Rachele hanno preso stabile dimora. Due soli ambienti: una camera, dove Rachele vive il travaglio del parto, ed una cucina, dove nel frattempo Benito strimpella il violino battendo il tempo con il piede sul pavimento di legno. Alle rimostranze della donna che assiste Rachele, il futuro Duce risponde: 'voglio che mio figlio nasca allegro e senza paure'.
Per comprare alla piccola Edda una culla di vimini, Benito esce alla ricerca di qualcuno disposto a fargli un piccolo prestito.
Dopo la presa del potere, il 30 ottobre 1922 Benito telefona a casa: 'vuoi continuare a Roma i tuoi studi?' chiede alla figlia Edda. La giovane gli risponde: 'non ci tengo mica tanto. Torna tu'.
Il battesimo di Edda viene celebrato in casa il 2 aprile 1923, insieme a quello di Rachele, Vittorio e Bruno. Con il trascorrere del tempo, la primogenita di Benito e Rachele cresce dando spesso segni di insofferenza ed irrequietudine. In famiglia la chiamano 'la cavallina matta'. Nell'estate del 1929 si innamora di un giovane ebreo, il che non va molto a genio alle rispettive famiglie: 'detesto i matrimoni misti - dirà il padre del giovane a Benito - il mio ragazzo sposerà soltanto un'ebrea'. L'idillio finisce prima ancora di cominciare. In breve Edda sostituisce lo spasimante ebreo con un giovane romagnolo del quale, peraltro, non è innamorata. Il ragazzo, di famiglia nobile, dal canto suo non è proprio il massimo del sentimento. Nel corso dell'unica cena che riuscirà ad ottenere in casa Mussolini, oltre a poche e scontatissime considerazioni sullo sport e sulla politica, ha la poca delicatezza di venire subito al dunque: 'qual'è la dote di Edda?' chiede al Duce. 'La dote di Edda non esiste' gli risponde Benito, che poi commenterà con la sorella Edvige: 'ma poi cos'è questa faccenda della dote? quando io confessai a Rachele di volerle bene, non pensai certo ad informarmi sulla consistenza del suo patrimonio...'.
La bella Edda finirà con lo sposare Galeazzo Ciano, figlio dell'eroe di Buccari Costanzo, uomo di punta del Fascismo, che salirà ai vertici dello Stato ma che sarà anche uno dei più accaniti sostenitori della destituzione di Mussolini nel luglio del 1943 e che sarà condannato a morte e fucilato a Verona nel gennaio del '44.
Alla moglie del Duce, verace romagnola, estremamente istintiva, non va affatto a genio il giovane rampante che la figlia ha scelto di sposare: egli ostenta modi aristocratici e scimmiotta Benito, tentando di sembrare simile a lui e, secondo Rachele, di prenderne il posto: esorta Benito a diffidare di lui, ma il Duce non crede che ella sia in grado di giudicare gli equilibri politici. Forse Rachele di politica, in effetti, non capisce molto, ma quanto a fiuto non le si può negare un primato assoluto.
Edda è una 'cavallina matta', ma è donna di carattere. Durante le operazioni sul fronte albanese, nel marzo del 1941, è imbarcata sulla nave ospedale 'Po', ancorata al porto di Valona. Edda si trova a bordo come infermiera della Croce Rossa. Alle 22 del 12 marzo un aereo inglese colpisce la Po: lo spostamento d'aria provocato dalla bomba sigilla la porta della cabina, Edda vi resta imprigionata, mentre l'acqua comincia a salire. Solo l'intervento di un marinaio la mette n salvo: Edda viene spinta in mare, dove resta per molte ore, al buio e al freddo, e nel terrore del momento, intirizzita dal freddo, presta soccorso agli altri naufraghi. 'Edda ha la pelle dura' commenterà il padre con Rachele.
Quando avvengono i fatti del Gran Consiglio, Edda è a Capri in villeggiatura. Galeazzo non le dice nulla dei suoi piani contro il padre. Quando verrà a saperlo, si limiterà a scrivergli un biglietto che verrà consegnato a Mussolini in una busta gialla insieme ad una lettera di Rachele, una fotografia di Bruno e una banconota da diecimila lire, quando sbarca a Ponza. Un biglietto che finirà accartocciato sotto la branda del prigioniero Benito Mussolini, appena destituito da Capo del Governo da un Ordine del Giorno fortemente voluto, tra gli altri, da Galeazzo Ciano che da ruffiano apologeta è divenuto fiero oppositore, e che ha addossato al Duce le colpe di una gestione della politica estera che era stata voluta e creata dallo stesso Ciano (... continua...)
 
Edda, la contessa Ciano/2
La figlia del Duce riterrà il padre responsabile della morte del suo uomo, perdonandolo solo dopo molti anni dalla morte
 
Dalle memorie di Giovanni Dolfin, 20 ottobre '43: 'in questi giorni è stata dal Duce la contessa Edda che vive coi figlioli, sotto il nome di Elsa Santos, in una clinica di Ramiola, piccolo paese a qualche chilometro da Parma... Edda difende il marito con tutte le forze dell'anima, contro tutto e contro tutti; sola, in un ambiente in cui l'ostilità le è palese, Mussolini adora la figlia che, per temperamento ed intelligenza, gli è certo la più vicina... Rimango colpito dalla rassomiglianza fisica col padre: gli stessi occhi, la medesima espressione, la mobilità del viso, gli atteggiamenti, lo stesso modo di parlare, a scatti, buttando la testa indietro, nel fissare l'interlocutore o nell'attendere la sua risposta. è una Mussolini inconfondibile... Anche lei, come il padre, stima il popolo italiano il più irriconoscente del mondo ... non nasconde il suo profondo disprezzo per tanta gente che dopo averla corteggiata ed adulata per anni le ha voltato le spalle nella sventura'.
Edda è la sola a difendere, contro ogni evidenza, Galeazzo Ciano. Tutti sono contro di lui, del resto il suo tradimento è stato come una coltellata alla schiena. Sono contro di lui i fascisti, lo è tutta la famiglia, Rachele in testa. Solo Edda si schiera dalla sua parte. Non riuscirà, com'è noto, in nessuna maniera ad evitargli la pena di morte.
Le ragioni della morte di Ciano non sono semplici, e in qualche modo esulano dall'argomento qui trattato. Tuttavia è utile riportare alcune parole di Mussolini, ancora una volta trascritte da Dolfin: 'La sorte di Ciano, ... sembra segnata. I tedeschi lo odiano perché sanno che non è mai stato loro amico. Lo sorvegliano. Non si fidano nemmeno di me. Se Ciano verrà condannato a morte, gli Italiani diranno che il sanguinario sono stato io. Voi mi siete testimonio che io sono il meno convinto di tutti dell'utilità di questo processo che non risolverà nulla. Né mancheranno coloro che diranno che ho compiuto un crimine'.
La vicenda è complessa e molto ci sarebbe da argomentare a proposito, ma non è questa la sede. Qui bisogna tornare a Edda, alla sua battaglia senza quartiere in difesa di un uomo che ha determinato, in fondo, il suo destino con le sue stesse mani. E tra la passione di Edda, tutta presa nel tentativo di salvare la vita al suo uomo, e i tedeschi, concentrati nella volontà di vendetta nei confronti dello stesso, in mezzo c'è il dolore di un uomo, solo: Benito Mussolini. 'Credo che nella storia- annota ancora Giovanni Dolfin - non vi siano molti precedenti di una così intensa drammaticità'.
Edda tenta in ogni modo di ricongiungersi a Galeazzo, porta con sé le sette agende del noto 'diario' del marito: lui le ha raccomandato di portare in salvo almeno le ultime cinque, 'le più importanti', e lei se le lega alla vita con una cintura. Una parte dei documenti, comprese molte lettere scrittele da Mussolini, le consegna  ad un medico della clinica Ramiola affinché le custodisca. Poi cerca salvezza in Svizzera. La sua fuga dalla clinica è documentata ancora dalle memorie di Dolfin: 'la fuga ... denota la ferma volontà, la freddezza e la singolare calma della contessa Ciano. Essa ha posto sulla porta della sua stanza un biglietto pregando di non venire disturbata ... approfittando di un momento in cui il corridoio era deserto, ha infilato tranquillamente la porta, abbandonando la clinica a piedi ... la fuga è stata così scoperta solo qualche ora dopo, quando Edda aveva avuto tutto il tempo di porsi in salvo'.
Edda rompe i ponti con il padre, lo considera il responsabile della morte di Galeazzo. Nonostante i messaggi di affetto che lui le farà pervenire, ella manterrà sempre un atteggiamento gelido e spietato nei suoi confronti. Soltanto nel marzo del 1945, quando manca un soffio alla fine, don Pancino, un religioso che si occupa degli intermittenti messaggi tra padre e figlia, riferisce a Mussolini parole di apprensione di Edda per la sorte del genitore. Ma il 7 aprile firma un contratto con il Chicago Daily News per la pubblicazione dei diari di Ciano.  Passerà molto tempo prima che Edda possa dire di aver perdonato suo padre. Dopo la guerra tornerà in Patria. Morirà a Roma nel 1995.

 
Di Emma Moriconi.
Fonte art.
 
 

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti dai camerati.