Art. di Rodolfo RIDOLFI.
Non c'era bisogno della pubblicazione delle intercettazioni D'Alema-Consorte, La Torre-Ricucci, Fassino-Consorte per confermare che il sistema coop rappresenta il più grande conflitto d'interessi italiano ed europeo ed una macroscopica anomalia che il commissario europeo, responsabile della politica di concorrenza, Neelie Kroes dovrebbe risolvere concludendo rapidamente un procedimento che vede sul banco degli "imputati" proprio le coop per i benefici di cui godono da decenni. Certo le conversazioni telefoniche non lasciano dubbio circa il rapporto fra gli attuali governanti e le imprese cooperative rosse. Sono talmente chiare da essere lette anche da Neelie Kroes come la prova, se ne avesse bisogno, che le coop rosse, di mutualità, socialità ed etica cooperativa hanno ben poco e ben poco a che fare hanno anche con l'art.45 della Costituzione. Ha quindi molte ragioni la Federdistribuzione che nell'esposto alla UE del 4 aprile 2006 sosteneva che le coop non praticano i prezzi più bassi sul mercato, come testimoniano le indagini di mercato per la rilevazione dei prezzi di vendita al pubblico; attuano politiche di fidelizzazione del tutto analoghe a quelle adottate dalle altre catene commerciali; generano ogni anno importanti profitti, che non sono generalmente ridistribuiti ai loro soci sotto forma di ristorni (come fanno le vere cooperative), ma che vengono reinvestiti anche in altre attività (quali agenzie di viaggio, investimenti immobiliari, catene commerciali fuori dall'Italia, attività finanziarie/assicurative Unipol) del tutto estranee all'oggetto e alla funzione sociale tradizionale di una cooperativa di consumo. Nonostante abbiano perso le loro originarie caratteristiche sociali ed operino in un mercato pienamente concorrenziale ed aperto agli operatori comunitari, le coop beneficiano di significativi vantaggi fiscali (IRES) in rapporto alle altre società non-cooperative presenti sul mercato italiano della grande distribuzione organizzata.
Da molto tempo, sosteniamo e lo abbiamo dimostrato nel libro "Le coop rosse" che le agevolazioni fiscali concesse dall'Italia alle coop violano il Trattato europeo (art.87) che vieta (e sanziona) gli aiuti di Stato alle imprese nazionali. Insomma, le Coop sono privilegiate rispetto alle società per azioni che pagano più tasse e non possono contare su sistemi di approvvigionamento di risorse finanziarie così convenienti. Se il parere richiesto dai giudici italiani della Cassazione tributaria, il 17 febbraio 2006, dovesse essere riconoscere il sostegno indebito (in violazione delle norme sulla concorrenza), le coop perderebbero i vantaggi fiscali fin ad oggi avuti, e dovrebbero rimborsare allo Stato almeno una parte delle tasse mai versate. Secondo stime molto prudenti i vantaggi fiscali di cui le coop godono valgono annualmente più di due miliardi di euro di minori imposte, 750 milioni secondo le stime elaborate nel 1995 dalla Confcooperative. Se l'Unione europea dovesse avallare la richiesta dei giudici tributari italiani, il mondo delle cooperative pagherebbe finalmente le tasse come una qualsiasi Spa, e dovrebbero rimborsare allo Stato oltre un miliardo di euro di imposte l'anno, almeno per gli ultimi 10 anni. Comparando due imprese (una Spa e una Coop) di pari dimensione e fatturato ci si accorge che solo di Ires una coop risparmia, rispetto ad una società per azioni, più del 64%.
Se si tiene conto di "Abbiamo una Banca? ... Consorte facci sognare", "Abbiamo il 51,8% di Bnl e nell'operazione ho coinvolto 4 banche cooperative che fanno capo a Stefanini", "compagno Ricucci"; se si tiene conto del sequestro di 55 mln in titoli e quote societarie è stato effettuato dalla Guardia di Finanza all'immobiliarista Vittorio Casale (quello del Bingo). Il sequestro è stato disposto dal gip nell'ambito dell'inchiesta che a gennaio portò al sequestro di una plusvalenza di 9,5 mln agli ex vertici di Unipol; se si tiene conto del tesoretto italo-lussemburghese di oltre trenta milioni di euro che ha visto protagonista la Coopservice di Reggio Emilia attraverso il suo presidente; se si pensa alla Vicenda Visco-Speciale; non possiamo che ripetere: bei compagni alle coop!
Non c'era bisogno della pubblicazione delle intercettazioni D'Alema-Consorte, La Torre-Ricucci, Fassino-Consorte per confermare che il sistema coop rappresenta il più grande conflitto d'interessi italiano ed europeo ed una macroscopica anomalia che il commissario europeo, responsabile della politica di concorrenza, Neelie Kroes dovrebbe risolvere concludendo rapidamente un procedimento che vede sul banco degli "imputati" proprio le coop per i benefici di cui godono da decenni. Certo le conversazioni telefoniche non lasciano dubbio circa il rapporto fra gli attuali governanti e le imprese cooperative rosse. Sono talmente chiare da essere lette anche da Neelie Kroes come la prova, se ne avesse bisogno, che le coop rosse, di mutualità, socialità ed etica cooperativa hanno ben poco e ben poco a che fare hanno anche con l'art.45 della Costituzione. Ha quindi molte ragioni la Federdistribuzione che nell'esposto alla UE del 4 aprile 2006 sosteneva che le coop non praticano i prezzi più bassi sul mercato, come testimoniano le indagini di mercato per la rilevazione dei prezzi di vendita al pubblico; attuano politiche di fidelizzazione del tutto analoghe a quelle adottate dalle altre catene commerciali; generano ogni anno importanti profitti, che non sono generalmente ridistribuiti ai loro soci sotto forma di ristorni (come fanno le vere cooperative), ma che vengono reinvestiti anche in altre attività (quali agenzie di viaggio, investimenti immobiliari, catene commerciali fuori dall'Italia, attività finanziarie/assicurative Unipol) del tutto estranee all'oggetto e alla funzione sociale tradizionale di una cooperativa di consumo. Nonostante abbiano perso le loro originarie caratteristiche sociali ed operino in un mercato pienamente concorrenziale ed aperto agli operatori comunitari, le coop beneficiano di significativi vantaggi fiscali (IRES) in rapporto alle altre società non-cooperative presenti sul mercato italiano della grande distribuzione organizzata.
Da molto tempo, sosteniamo e lo abbiamo dimostrato nel libro "Le coop rosse" che le agevolazioni fiscali concesse dall'Italia alle coop violano il Trattato europeo (art.87) che vieta (e sanziona) gli aiuti di Stato alle imprese nazionali. Insomma, le Coop sono privilegiate rispetto alle società per azioni che pagano più tasse e non possono contare su sistemi di approvvigionamento di risorse finanziarie così convenienti. Se il parere richiesto dai giudici italiani della Cassazione tributaria, il 17 febbraio 2006, dovesse essere riconoscere il sostegno indebito (in violazione delle norme sulla concorrenza), le coop perderebbero i vantaggi fiscali fin ad oggi avuti, e dovrebbero rimborsare allo Stato almeno una parte delle tasse mai versate. Secondo stime molto prudenti i vantaggi fiscali di cui le coop godono valgono annualmente più di due miliardi di euro di minori imposte, 750 milioni secondo le stime elaborate nel 1995 dalla Confcooperative. Se l'Unione europea dovesse avallare la richiesta dei giudici tributari italiani, il mondo delle cooperative pagherebbe finalmente le tasse come una qualsiasi Spa, e dovrebbero rimborsare allo Stato oltre un miliardo di euro di imposte l'anno, almeno per gli ultimi 10 anni. Comparando due imprese (una Spa e una Coop) di pari dimensione e fatturato ci si accorge che solo di Ires una coop risparmia, rispetto ad una società per azioni, più del 64%.
Se si tiene conto di "Abbiamo una Banca? ... Consorte facci sognare", "Abbiamo il 51,8% di Bnl e nell'operazione ho coinvolto 4 banche cooperative che fanno capo a Stefanini", "compagno Ricucci"; se si tiene conto del sequestro di 55 mln in titoli e quote societarie è stato effettuato dalla Guardia di Finanza all'immobiliarista Vittorio Casale (quello del Bingo). Il sequestro è stato disposto dal gip nell'ambito dell'inchiesta che a gennaio portò al sequestro di una plusvalenza di 9,5 mln agli ex vertici di Unipol; se si tiene conto del tesoretto italo-lussemburghese di oltre trenta milioni di euro che ha visto protagonista la Coopservice di Reggio Emilia attraverso il suo presidente; se si pensa alla Vicenda Visco-Speciale; non possiamo che ripetere: bei compagni alle coop!
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