Tutti votano contro la proposta di Ancisi, mentre il M5S non vota - dure le parole di Ancisi sulla scelta del Pd
Nella seduta di ieri il consiglio comunale ha respinto la proposta di delibera avanzata da Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) per la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Ha votato a favore Lista per Ravenna. Contrari FI, Pd, Idv, Sel. Il Movimento 5 Stelle, pur essendo presente, non ha partecipato al voto. Ancisi ha illustrato la delibera, spiegando perché ha deciso di chiedere la revoca della cittadinanza onoraria solo a Mussolini e non anche alle altre due figure alle quali è stata data durante il regime fascista: Giovanni Giurati, ministro del governo nazionale, Eugenio De Carlo, prefetto di Ravenna.
"Tali cittadinanze onorarie - scrive Ancisi nella proposta di delibera - risultano prive di legittimità democratica, poichè: nel caso di Benito Mussolini, conferita dalla Giunta comunale rappresentativa solo della maggioranza elettiva di allora, non dal consiglio comunale, rappresentativo dell'intera città; nei casi di Giovanni Giurati ed Eugenio De Carlo, dopo la soppressione delle elezioni nei Comuni e nelle Province, conferite dal Podestà. Acquisiti gli atti di conferimento delle cittadinanze onorarie di cui sopra, si esprime quanto segue, nella considerazione che non sia giustificabile alcun processo di revisionismo storico, bensì opportuna e giustificata una valutazione nel merito delle ragioni poste alla base di ciascuna scelta, alla luce anche della concessione al Gonfalone di Ravenna della medaglia d'oro al valore militare, per il "sanguinoso e valoroso contributo" dato alla liberazione dal nazifascismo. Il ministro Giovanni Giurati e il prefetto Eugenio De Carlo erano funzionari dello Stato, al servizio del Governo nazionale dell'epoca. Per Giurati, a parte un accenno al "fascista ardente e fedele avanti e dopo la rivoluzione redentrice" sono state riconosciute "le benemerenze nazionali come combattente sui campi di battaglia, come difensore dell'italianità di Fiume a fianco di Gabriele D'Annunzio" e quelle "specifiche come ministro dei lavori pubblici nei riguardi degli interessi più vitali della città e segnatamente del suo porto....". De Carlo, invece, "per oltre un lustro" si rese "benemerito dello sviluppo economico-igienico-sociale del Comune mediante il fervido costante efficacissimo appoggio da lui dato...per la risoluzione fascista delle grandi opere Porto-Bonifica integrale-Acquedotto-Fognatura-Costruzioni scolastiche". Collocate nel periodo storico di allora, tali motivazioni paiono degne di non essere contraddette. Benito Mussolini ottenne la cittadinanza onoraria di Ravenna esclusivamente per la seguente motivazione: "Nello storico primo anniversario della marcia su Roma che segnò insuperabile confine ad un periodo di nefasto dissolvimento della vita politica economica e morale dell'Italia ed iniziò nuova era di romana grandezza che già si afferma infallibile e sicura pur tra gli ostacoli quotidiani di oscuri nemici interni e le pericolose invidie altrui...". Non si ritiene che la conduzione della marcia su Roma fosse allora e sia oggi esclusivo titolo di benemerenza per la città di Ravenna".
Ancisi, rivolgendosi al gruppo Pd, ha poi affermato: "Il vostro partito ha proposto e fatto approvare la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini a Firenze, città del vostro attuale capo del governo Matteo Renzi. Dopo che la stampa nazionale, in questo stesso mese di marzo, ha dato notizia che voi a Ravenna vi eravate pronunciati contro la mia identica proposta, il PD ne ha presentato una uguale, questa stessa settimana, a Torino, città di cui è sindaco il vostro Piero Fassino, presidente dell'associazione dei Comuni italiani, e a Bologna, città capoluogo della nostra regione e punta storica avanzata del comunismo e del post comunismo italiani: per non dire della lunga serie di altri Comuni dove il PD ha assunto e fatto approvare la medesima iniziativa. Voi, 17 consiglieri comunali PD, sindaco e presidentessa del consiglio compresi, sui 32 che ha Ravenna, siete proprio convinti tutti in blocco, renziani, bersaniani, dalemiani, ecc., con i vostri quattro nani (PRI, eletto 1; SEL, eletto 1; IDV, eletto 1; Federazione della Sinistra, eletto 1), che siano tutti 'compagni che sbagliano'? O non vi sorge il sospetto di avere portato il cervello all'ammasso, condizionati dal riflesso che all'opposizione si deve sempre dire di no a prescindere, al costo di far ridere tutta l'Italia?".
Andrea Tarroni (Pd) è intervenuto affermando: "Nel diritto romano esisteva una condanna, la più cruda che si potesse attribuire a chi avesse amministrato la res publica, che si definiva 'damnatio memoriae'. Comprendeva il fatto che ogni statua, monumento o documento che si richiamava al condannato dovesse venire distrutto. Per cancellarne la memoria. Parlando di Mussolini verrebbe la tentazione di applicare questa condanna. Ma la damnatio memoriae ha un difetto: oggi, di molti di quei personaggi che ne furono colpiti, non sappiamo nemmeno cosa avessero fatto per meritare quella punizione, abbiamo quasi sempre stralci o quadri parziali. La storia invece è memoria e non può essere cancellata. Non va cancellata. La storia ha già giudicato Mussolini e il fascismo e riteniamo anzi che non si debba depennare una verità acclarata: nel 1923, nell'anno stesso in cui veniva ucciso Don Minzoni, quando il fascismo era quindi già prevaricante, ci si poté permettere con un atto arbitrario di attribuire la cittadinanza onoraria al capo del fascismo. Senza che gli antifascisti potessero opporsi, potessero fare nulla. E a tal proposito abbiamo ragionato su un aspetto: perché quegli antifascisti che subirono questa scelta poi non decisero di ribaltarla una volta instaurata la Repubblica e la democrazia? Nel 1945 la giunta popolare attribuì cinque cittadinanze onorarie: agli ufficiali canadesi Mc Neice Healy e Philip, agli ufficiali alleati Colquhoun e Tohn Rendal, all'ufficiale inglese Smuts. Il tema quindi aveva grande centralità pubblica: vogliamo davvero considerare che la Giunta popolare che aveva rappresentanti di Pci, PdA, Dc, Psiup, Pri, Anarchici, Anpi, Cdl, Udi e Pli abbia tralasciato 'per dimenticanza' di revocarla contestualmente a Mussolini, a Giuriati e De Carlo? Possiamo seriamente ritenere che le personalità antifasciste che componevano il primo consiglio comunale nel 1946 (fra gli altri Arrigo Boldrini, Benigno Zaccagnini, Gino Gatta detto Zalèt, Aldo Spallicci), tutte personalità che avevano visto i loro diritti oppressi e che avevano combattuto il fascismo, potessero non aver revocato la cittadinanza onoraria a Mussolini per 'dimenticanza'? Che tutti i membri del Comitato nazionale di Liberazione presenti nel primo parlamento repubblicano non abbiano considerato di revocare con una norma nazionale tutte le cittadinanze onorarie attribuite durante il Ventennio? Reputiamo di non poter considerare questo paradosso e riteniamo che quella scelta venne compiuta esattamente per il voto che esprimeremo oggi: quella turpe, ignominiosa pagina della storia non può essere cambiata, né cancellata. Va mantenuta ad imperitura memoria della vergogna che rappresentò. Ringraziamo l'Anpi, che ci ha scritto come 'Ravenna sia la città dei 4438 partigiani combattenti e dei 2227 patrioti, delle 44 partigiane cadute e dei 595 partigiani caduti e dei 18 dispersi. E che ci ha chiarito come 'al di là di Benito Mussolini cittadino onorario o no, accresceremo i nostri impegni antifascisti'. Li ringraziamo e assicuriamo che saremo al loro fianco. Voteremo contro la delibera del consigliere Ancisi, con un solo motivo di amarezza: alla stampa ha dichiarato di aver fatto questa proposta perché 'ogni tanto bisogna divertirsi facendo politica'. A noi il fascismo non diverte: né quello del passato, né quello di oggi, né quello del futuro".
Maurizio Bucci (Forza Italia) ha detto di considerare "fuori luogo questo tipo di proposta. Non comprendo la necessità di revocare la cittadinanza onoraria a un personaggio sicuramente controverso e discusso ma che da settant'anni non c'è più. E' una figura lasciata alla storia che ognuno può valutare secondo la propria opinione". Per FI è intervenuto anche Alberto Ancarani dicendo di condividere per la maggior parte l'intervento di Tarroni ma esprimendo il dubbio "che in realtà non votiate la proposta di Ancisi per non creare il precedente di avere revocato una cittadinanza onoraria".
Ancisi, rivolgendosi al gruppo Pd, ha poi affermato: "Il vostro partito ha proposto e fatto approvare la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini a Firenze, città del vostro attuale capo del governo Matteo Renzi. Dopo che la stampa nazionale, in questo stesso mese di marzo, ha dato notizia che voi a Ravenna vi eravate pronunciati contro la mia identica proposta, il PD ne ha presentato una uguale, questa stessa settimana, a Torino, città di cui è sindaco il vostro Piero Fassino, presidente dell'associazione dei Comuni italiani, e a Bologna, città capoluogo della nostra regione e punta storica avanzata del comunismo e del post comunismo italiani: per non dire della lunga serie di altri Comuni dove il PD ha assunto e fatto approvare la medesima iniziativa. Voi, 17 consiglieri comunali PD, sindaco e presidentessa del consiglio compresi, sui 32 che ha Ravenna, siete proprio convinti tutti in blocco, renziani, bersaniani, dalemiani, ecc., con i vostri quattro nani (PRI, eletto 1; SEL, eletto 1; IDV, eletto 1; Federazione della Sinistra, eletto 1), che siano tutti 'compagni che sbagliano'? O non vi sorge il sospetto di avere portato il cervello all'ammasso, condizionati dal riflesso che all'opposizione si deve sempre dire di no a prescindere, al costo di far ridere tutta l'Italia?".
Andrea Tarroni (Pd) è intervenuto affermando: "Nel diritto romano esisteva una condanna, la più cruda che si potesse attribuire a chi avesse amministrato la res publica, che si definiva 'damnatio memoriae'. Comprendeva il fatto che ogni statua, monumento o documento che si richiamava al condannato dovesse venire distrutto. Per cancellarne la memoria. Parlando di Mussolini verrebbe la tentazione di applicare questa condanna. Ma la damnatio memoriae ha un difetto: oggi, di molti di quei personaggi che ne furono colpiti, non sappiamo nemmeno cosa avessero fatto per meritare quella punizione, abbiamo quasi sempre stralci o quadri parziali. La storia invece è memoria e non può essere cancellata. Non va cancellata. La storia ha già giudicato Mussolini e il fascismo e riteniamo anzi che non si debba depennare una verità acclarata: nel 1923, nell'anno stesso in cui veniva ucciso Don Minzoni, quando il fascismo era quindi già prevaricante, ci si poté permettere con un atto arbitrario di attribuire la cittadinanza onoraria al capo del fascismo. Senza che gli antifascisti potessero opporsi, potessero fare nulla. E a tal proposito abbiamo ragionato su un aspetto: perché quegli antifascisti che subirono questa scelta poi non decisero di ribaltarla una volta instaurata la Repubblica e la democrazia? Nel 1945 la giunta popolare attribuì cinque cittadinanze onorarie: agli ufficiali canadesi Mc Neice Healy e Philip, agli ufficiali alleati Colquhoun e Tohn Rendal, all'ufficiale inglese Smuts. Il tema quindi aveva grande centralità pubblica: vogliamo davvero considerare che la Giunta popolare che aveva rappresentanti di Pci, PdA, Dc, Psiup, Pri, Anarchici, Anpi, Cdl, Udi e Pli abbia tralasciato 'per dimenticanza' di revocarla contestualmente a Mussolini, a Giuriati e De Carlo? Possiamo seriamente ritenere che le personalità antifasciste che componevano il primo consiglio comunale nel 1946 (fra gli altri Arrigo Boldrini, Benigno Zaccagnini, Gino Gatta detto Zalèt, Aldo Spallicci), tutte personalità che avevano visto i loro diritti oppressi e che avevano combattuto il fascismo, potessero non aver revocato la cittadinanza onoraria a Mussolini per 'dimenticanza'? Che tutti i membri del Comitato nazionale di Liberazione presenti nel primo parlamento repubblicano non abbiano considerato di revocare con una norma nazionale tutte le cittadinanze onorarie attribuite durante il Ventennio? Reputiamo di non poter considerare questo paradosso e riteniamo che quella scelta venne compiuta esattamente per il voto che esprimeremo oggi: quella turpe, ignominiosa pagina della storia non può essere cambiata, né cancellata. Va mantenuta ad imperitura memoria della vergogna che rappresentò. Ringraziamo l'Anpi, che ci ha scritto come 'Ravenna sia la città dei 4438 partigiani combattenti e dei 2227 patrioti, delle 44 partigiane cadute e dei 595 partigiani caduti e dei 18 dispersi. E che ci ha chiarito come 'al di là di Benito Mussolini cittadino onorario o no, accresceremo i nostri impegni antifascisti'. Li ringraziamo e assicuriamo che saremo al loro fianco. Voteremo contro la delibera del consigliere Ancisi, con un solo motivo di amarezza: alla stampa ha dichiarato di aver fatto questa proposta perché 'ogni tanto bisogna divertirsi facendo politica'. A noi il fascismo non diverte: né quello del passato, né quello di oggi, né quello del futuro".
Maurizio Bucci (Forza Italia) ha detto di considerare "fuori luogo questo tipo di proposta. Non comprendo la necessità di revocare la cittadinanza onoraria a un personaggio sicuramente controverso e discusso ma che da settant'anni non c'è più. E' una figura lasciata alla storia che ognuno può valutare secondo la propria opinione". Per FI è intervenuto anche Alberto Ancarani dicendo di condividere per la maggior parte l'intervento di Tarroni ma esprimendo il dubbio "che in realtà non votiate la proposta di Ancisi per non creare il precedente di avere revocato una cittadinanza onoraria".
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