BOLZANO. C’è la foto del Duce che sale in auto davanti a Villa Feltrinelli. Ermanno Russo la tiene nel portafoglio da 50 anni. «L’ha scattata mio padre, Edmondo». Edmondo Russo, poliziotto sotto il fascismo, è stato nella guardia personale di Mussolini per otto anni. Era con Mussolini anche nell’ultimo atto della Repubblica sociale. A Gargnano sul Garda.
Ermanno tira fuori il secondo “album” della sua vita. Un album privatissimo. Un plico di foto che raccontano la vita “fascista” del padre. In divisa e in borghese. Ci sono scatti datati 1941 che ritraggono i membri della polizia segreta fascista bolzaninain posa sulle scale del Dopolavoro di via Carducci («dove oggi c’è il Rainerum») o per le strade della città, davanti alla Rinascente (poi Upim). «I nomi li so tutti, ma è passato tanto tempo, lasciamo stare». Ci sono volti noti della Bolzano del Dopoguerra. In un’altra immagine, si vede Edmondo – in borghese – che sorveglia un incontro a Palazzo Ducale tra il prefetto e la moglie del Duca d’Aosta. Poi ci sono gli scatti di Gargnano: Edmondo con la Decima Mas nella piazza del paese, e con gli altri membri della guardia del Duce. «Con la famiglia lo abbiamo raggiunto sul Garda – racconta Ermanno – Ero piccolo, ma ricordo bene Mussolini». A Gargnano, il padre divenne molto amico di Franz Spögler, il capitano sudtirolese delle Wehrmacht, messo dai tedeschi a controllore e sorvegliare Claretta Petacci (di cui divenne il confidente tanto da far ingelosire il duce).
«Mio padre e Franz restarono amici per tutta la vita. Franz aveva un maso sul Renon e spesso scendeva a Bolzano per andare a trovarlo». Ermanno mostra una foto di Mussolini e Claretta Petacci testa in giù, a penzoloni in Piazzale Loreto il 29 aprile del 1945. «Questa l’ha regalata Franz a mio padre pochi giorni dopo la Liberazione. L’ha scattata un maresciallo della milizia fascista, che i partigiani hanno lascito passare perché aveva un passato socialista».
Edmondo Russo aveva accompagnato Mussolini a Milano dal cardinale Schuster nel pomeriggio del 25 aprile. «Il cardinale – racconta Ermanno – disse a mio padre e alle altre guardie di andarsene e salvarsi. Cosa che fecero». Il fascismo era finito. Per Edmondo cominciava una nuova vita. In via Torino. Al bar Trocadero.
Fonte art . atuttadestra.altervista.org
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