sabato 22 marzo 2014

Nuovo gioco politico: è caccia grossa ai Comuni che hanno Mussolini cittadino onorario

QUESTE LE DECISIONI IMPORTANTI PER L'ITALIA DI OGGI, SCONVOLTA DA UNA CRISI SENZA RIMEDIO...E' PROBABILE CHE ANCHE LA CRISI SIA COLPA DEL MALE ASSOLUTO?

L’Anpi lancia una nuova campagna ideologica: fare una ricerca minuziosa in tutti gli archivi dei Comuni italiani e verificare se tra i cittadini onorari c’è Benito Mussolini. L’iniziativa prende il “la” dopo due decisioni anacronistiche adottate dal consiglio comunale di Torre Pellice e Torino.  L’amministrazione valdese in quattro e quattr’otto, appena si è accorta che tra i suoi cittadini onorari c’era anche il Duce, l’ha cancellato dall’elenco. L’iniziativa (che è arrivata novant’anni dopo l’iscrizione, avvenuta, nel 1924 per acclamazione)  è stata subito presa come esempio da due consiglieri del Pd e di Sel di Torino che l’hanno riproposta tale e quale in consiglio comunale per chiederne la revoca del riconoscimento. La delibera con la quale, nel 1924, il Duce è diventato torinese onorario è riemersa dall’Archivio storico. Per revocare un provvedimento come la cittadinanza onoraria servono le firme di un quarto dei componenti del Consiglio e l’approvazione di tre quarti dell’assemblea. Una perdita di tempo inutile. Due iniziative che dimostrano come l’onda lunga della pregiudiziale antifascista sia ancora dura a morire. Come appunto conferma ulteriormente l’atteggiamento dell’Anpi. L’Associazione nazionale partigiani, infatti, non si è lasciata sfuggire un’occasione così ghiotta per far sentire la sua voce. Prima è arrivato il suo plauso all’iniziativa dei consigli comunali di Torre Pellice e di Torino di revocare la cittadinanza onoraria, subito dopo ha «invitato i propri iscritti e militanti ad accertare, con un’attenta verifica, se altri Comuni» abbiano conferito un analogo riconoscimento. «La cittadinanza onoraria – ha affermato poi ideologicamente l’Anpi – è un grande riconoscimento e a Torino è stata, giustamente, conferita a persone che si sono battute con determinazione e coraggio per la libertà, per la democrazia, per il progresso. Persone che non possono condividere tale riconoscimento con chi ha instaurato un regime dittatoriale e ha privato i cittadini italiani della libertà». Forse però i cittadini più che di campagne ideologiche necessiterebbero di atti concreti per affrontare e superare meglio questo momento di crisi che attanaglia tutte le famiglie.

Fonte art.
http://www.secoloditalia.it

Di Giorgia Castelli.

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