sabato 4 gennaio 2014

Commemorazione Acca Larentia per non dimenticare.


07/01/1978. Acca Larentia.
Roma 07 gennaio 1978 ore 18,20 quartiere Tuscolano, non una serata come tante e non un volantinaggio come tanti . Ad essere uccisi furono Franco Bigonzetti 19 anni, Francesco Ciavatta 18 anni e Stefano Recchioni 20 anni. Fu agguato, fu strage, fu pluriomicidio colpa “dell’odio comunista e dei servi dello Stato”, come cita la targa firmata ed apposta lo scorso anno dai “Camerati”. Quella sera Franco e Francesco con altri 3 militanti del Fronte della Gioventù stavano uscendo dalla sede del Movimento Sociale Italiano di Acca Larentia per un volantinaggio, quando vengono raggiunti da una raffica di colpi di mitraglietta partiti da 5 o 6 persone; Franco muore sul colpo, gli altri tre riescono a rientrare nella sede, mentre Francesco che cerca di fuggire viene raggiunto subito sotto la scalinata adiacente la sede, freddato alle spalle muore in ambulanza. Mentre gli autori della strage si dileguano senza lasciar traccia, la notizia fa immediatamente il giro della città, e numerosi nuclei accorrono sul luogo in una manifestazione spontanea, dove però scoppiano disordini in seguito ad un mozzicone di sigarette lasciato cadere da un reporter sulla pozza di sangue di uno dei militanti freddati; la tensione si fa alta e durante i tafferugli il Capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori spara ad altezza uomo colpendo alla fronte il manifestante Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio e chitarrista del gruppo di musica alternativa “Janus”; Stefano agonizzante muore due giorni dopo in ospedale Dopo due giorni arriva anche la rivendicazione da parte dei “Nuclei Armati di Contropotere Territoriale” così: “Un nucleo armato, dopo un’accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di Acca Larentia, ha colpito i topi neri nell’esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l’ennesima azione squadrista”. Non si trovano gli esecutori del pluriomicidio fino al 1988 quando la mitraglietta usata per la strage viene ricollegata ad altri omicidi delle Brigate Rosse; furono accusati degli ex militanti di Lotta Continua ed assolti in primo grado per insufficienza di prove, mentre per il Capitano Sivori si escluse “ogni possibile riferibilità all’azione, pur adombrata dai giornali” ed oggi è il Generale Sivori, Generale dell’Arma dei Carabinieri, nonché novello politicante. Passato un anno viene vietata la prima commemorazione, in seguito al raid dei NAR nell’emittente radiofonica Radio Città Futura, dove un conduttore fa ironia sulla morte di Francesco Ciavatta. Niente e nessuno quell’anno avrebbe impedito la commemorazione, e tutti i nuclei manifestarono per le strade di Roma. È il 10 gennaio 1979 e tutto si ripete, siamo sempre a Roma e il quartiere è il rosso di Centocelle, dopo la manifestazione senza problemi i militanti Alberto e Massimo si allontanano più lentamente dalla piazza, mentre camminano una 128 bianca si ferma dietro loro, scendono due agenti di Polizia in borghese che li seguono, uno dei due si inginocchia, impugna bene la pistola, prende la mira e spara; il cecchino è Alessio Speranza, il bersaglio che cade a terra e morirà è Alberto Giaquinto, mentre il militante che camminava con Alberto e testimonia al processo venendo a sua volta incriminato è Massimo Morsello. La prima versione della questura è che Alberto avesse una P38, mai rinvenuta e mai posseduta, e che fu legittima difesa; solo nel 1988 la Corte di Cassazione sentenzia che l’agente Speranza è colpevole ma lo condanna a soli sei mesi per “eccesso colposo di legittima difesa”. Sono passati 35 anni e nonostante tutti i “Fascisti carogne”, “uccidere un Fascista non è reato”, “più foibe meno Fasci”, “10,100,1000 Acca Larentia”, e tutti gli altri non citati o che verranno, come ogni anno Noi ricorderemo i nostri Fratelli uccisi. Chi dimentica è complice, chi rinnega non è da meno. Chi vuol fare solo la passerella se ne stia a casa. Niente e nessuno ci impedirà mai di onorare la memoria dei nostri Fratelli uccisi e siamo orgogliosi di farlo oggi come domani e sempre.
 
Fonte dal sito di FN.
http://www.forzanuova.org/attualita/acca-larentia-non-dimenticare

                                                                         
 

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