Mussolini ha subito un’atroce fine (…). Per vari aspetti Mussolini era affascinante. Per anni tutti gli stranieri di rilevo che vennero a Roma non avevano altro interesse che avvicinare l’uomo che, in condizioni estremamente difficili, dopo parecchi anni di anarchia e di caos, era riuscito a rimettere ordine e ritmo all’intera vita dell’Italia moderna (…). Certamente egli recava su di sé il segno della sua forza e della sua grandezza. L’uomo di Stato, il condottiero impediva di vedere il vero Mussolini. Perché nel fondo l’animava un vero impulso di umanità (…). Sdegnoso di ogni ricchezza è sempre vissuto modestamente (…). Durante la vita conservò una viva simpatia per gli umili, per i contadini e per i lavoratori. Non appena si trovava in mezzo agli operai parlava volentieri con loro. Noi l’abbiamo visto nelle Paludi Pontine intrattenersi faccia a faccia con un vecchio agricoltore, sulla spalla del quale egli posava familiarmente la mano.
Coloro i quali vogliono in ogni costo raffigurarlo come un essere intrattabile, rude, duro come il granito si ingannano completamente (…). Il potere non lo logorò per niente. Per tutta la vita egli conservò intatta la sua spontaneità emotiva.
Non si possono enumerare i suoi atti di bontà (…). Il bilancio del Fascismo? Ha nome: strade, autostrade, ferrovie, canali di irrigazione, centrali elettriche, scuole, stadi, sports, aeroporti, porti, igiene sociale, ospedali, sanatori, bonifiche, industrie, commercio, espansione economica, lotta contro la malaria, battaglia del grano, Littoria, Sabaudia, Pontinia, Guidonia, Carta del Lavoro, collaborazione di classe, Corporazioni, Dopolavoro, Opera Maternità e Infanzia, Carta della Scuola, Enciclopedia, Accademia, Codici mussoliniani, Patti Lateranensi, Conciliazione, pacificazione della Libia, marina mercantile, marina da guerra, aeronautica, conquista dell’Abissinia.
Tutto ciò che ha fatto il Fascismo è consegnato alla storia. Ma se c’è un nome che, in tutto questo dramma, resterà puro e immacolato, sarà quello di Mussolini (…).
Paul Gentizon in “Les Mois Suisse”, maggio 1945
Fonte art. Fondazione R.S.I.- Delegazione lombarda
Coloro i quali vogliono in ogni costo raffigurarlo come un essere intrattabile, rude, duro come il granito si ingannano completamente (…). Il potere non lo logorò per niente. Per tutta la vita egli conservò intatta la sua spontaneità emotiva.
Non si possono enumerare i suoi atti di bontà (…). Il bilancio del Fascismo? Ha nome: strade, autostrade, ferrovie, canali di irrigazione, centrali elettriche, scuole, stadi, sports, aeroporti, porti, igiene sociale, ospedali, sanatori, bonifiche, industrie, commercio, espansione economica, lotta contro la malaria, battaglia del grano, Littoria, Sabaudia, Pontinia, Guidonia, Carta del Lavoro, collaborazione di classe, Corporazioni, Dopolavoro, Opera Maternità e Infanzia, Carta della Scuola, Enciclopedia, Accademia, Codici mussoliniani, Patti Lateranensi, Conciliazione, pacificazione della Libia, marina mercantile, marina da guerra, aeronautica, conquista dell’Abissinia.
Tutto ciò che ha fatto il Fascismo è consegnato alla storia. Ma se c’è un nome che, in tutto questo dramma, resterà puro e immacolato, sarà quello di Mussolini (…).
Paul Gentizon in “Les Mois Suisse”, maggio 1945
Fonte art. Fondazione R.S.I.- Delegazione lombarda
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