Ecco l’integrazione di Letta: nel 2013 triplicati gli sbarchi.
Nell’ultimo anno sono arrivati oltre 42mila clandestini. Il premier aveva esultato per la promessa di aiuti della Ue: ma ancora non s’è visto nulla
Boom di sbarchi nel 2013 sulle coste italiane. Al 31 dicembre, secondo i dati del ministero dell’Interno erano arrivati sui barconi 42.925 migranti, compresi i 6.322 che le navi della Marina militare hanno salvato in alto mare negli ultimi due mesi e mezzo.
Un dovere farlo, ma la missione europea che avrebbe diviso costi e disgraziati soccorsi non si è vista. I numeri sono più che triplicati rispetto agli sbarchi del 2012, che registravano appena 13.245 arrivi. Una botta economica non indifferente se consideriamo che la spesa media giornaliera di un clandestino trattenuto nei Centri di identificazione si aggira sui 45 euro.
La Libia nel caos dopo la caduta di Gheddafi, favorita dalle bombe della Nato, si conferma l’Eldorado dei trafficanti di uomini. Oltre la metà degli arrivi, ben 27.314 migranti, si sono imbarcati sulle coste libiche per raggiungere l’Italia. E l’ondata di clandestini non si ferma neppure nei primi giorni dell’anno nuovo. Mercoledì sera la nave Zeffiro, che fa parte della missione Mare nostrum, ha tratto in salvo 233 persone su una tinozza di 10 metri, senza salvagente. Provenienti da Eritrea, Nigeria, Somalia, Pakistan, Zambia e Mali sono stati trasportati ad Augusta. Ieri la Urania ha soccorso 127 migranti africani e altre due unità dello schieramento, San Marco e Sirio, si stavano dirigendo in serata verso tre nuovi barconi in alto mare. Neppure l’inverno e le condizioni meteo sembrano bloccare i trafficanti libici, che guadagnano 1.000-1.500 dollari a clandestino. Li lanciano verso Lampedusa sapendo bene che la nostro flotta di 5 navi è in mezzo al mare pronta a salvarli.
Dall’Egitto sono partiti quasi in 10mila raggiungendo l’Italia. Dalla Turchia oltre duemila e poi i numeri degli arrivi si abbassano dalla Grecia e dalla Tunisia.
Nell’ultimo anno sono arrivati oltre 42mila clandestini. Il premier aveva esultato per la promessa di aiuti della Ue: ma ancora non s’è visto nulla
Boom di sbarchi nel 2013 sulle coste italiane. Al 31 dicembre, secondo i dati del ministero dell’Interno erano arrivati sui barconi 42.925 migranti, compresi i 6.322 che le navi della Marina militare hanno salvato in alto mare negli ultimi due mesi e mezzo.
Un dovere farlo, ma la missione europea che avrebbe diviso costi e disgraziati soccorsi non si è vista. I numeri sono più che triplicati rispetto agli sbarchi del 2012, che registravano appena 13.245 arrivi. Una botta economica non indifferente se consideriamo che la spesa media giornaliera di un clandestino trattenuto nei Centri di identificazione si aggira sui 45 euro.
La Libia nel caos dopo la caduta di Gheddafi, favorita dalle bombe della Nato, si conferma l’Eldorado dei trafficanti di uomini. Oltre la metà degli arrivi, ben 27.314 migranti, si sono imbarcati sulle coste libiche per raggiungere l’Italia. E l’ondata di clandestini non si ferma neppure nei primi giorni dell’anno nuovo. Mercoledì sera la nave Zeffiro, che fa parte della missione Mare nostrum, ha tratto in salvo 233 persone su una tinozza di 10 metri, senza salvagente. Provenienti da Eritrea, Nigeria, Somalia, Pakistan, Zambia e Mali sono stati trasportati ad Augusta. Ieri la Urania ha soccorso 127 migranti africani e altre due unità dello schieramento, San Marco e Sirio, si stavano dirigendo in serata verso tre nuovi barconi in alto mare. Neppure l’inverno e le condizioni meteo sembrano bloccare i trafficanti libici, che guadagnano 1.000-1.500 dollari a clandestino. Li lanciano verso Lampedusa sapendo bene che la nostro flotta di 5 navi è in mezzo al mare pronta a salvarli.
Dall’Egitto sono partiti quasi in 10mila raggiungendo l’Italia. Dalla Turchia oltre duemila e poi i numeri degli arrivi si abbassano dalla Grecia e dalla Tunisia.
In 1.480 hanno affrontato la traversata imbarcandosi dalla Siria in fiamme. Non a caso i siriani (11.300) sono in testa nella classifica degli sbarchi per nazionalità. A causa della guerra civile che dilania il loro paese hanno diritto all’asilo politico. In gran parte vogliono raggiungere altri paesi europei, ma le pratiche burocratiche, i ritardi e le complicazioni sono comunque un costo. Ad ottobre erano già 24mila i richiedenti asilo giunti in Italia. Dopo i siriani sono gli eritrei (9.834) i secondi nella classifica degli sbarchi seguiti da somali (3.263) egiziani, nigeriani ed altre nazionalità.
andiamo avanti di questo passo arriveremo al picco del 2011, di oltre 62mila arrivi, causato dallo scoppio della primavera araba. La missione navale Mare nostrum ha salvato dal 18 ottobre, quando è stata lanciata, 6.322 migranti. Un dovere soccorrerli in balia delle onde, ma che andrebbe condiviso con altri paesi europei, almeno quelli che si affacciano sul Mediterraneo come Spagna e Francia. Le promesse comunitarie strappate dal governo Letta di dividere il peso economico ed il numero di clandestini sono rimaste lettera morta. I disperati tratti in salvo nel Mediterraneo da Mare nostrum sono stati sbarcati a Catania, Augusta, Siracusa, Pozzallo, Porto Empedocle e Lampedusa. In dicembre doveva entrare in gioco la Ue con uomini, unità navali ed Eurosur, il mitico «sistema pan-europeo di sorveglianza delle frontiere». A fianco della flotta italiana è arrivata solo nave Triglav della piccola Slovenia. Ed i nostri vicini non si portano certo i migranti soccorsi a Lubiana. Il 9 novembre Mare Nostrum ha pizzicato una nave madre facendo arrestare 16 scafisti, ma un’azione incisiva nei confronti dei trafficanti di uomini al momento è una chimera.E Pantalone si sobbarca i costi della missione, che si aggirano sui 12 milioni di euro al mese. Frontex, prima che partisse l’operazione, aveva stanziato la miseria di 2 milioni di euro in più nel budget 2013 per l’emergenza Lampedusa. Nel complesso dal 2005 al 2012 l’Italia ha speso 1 miliardo e 300 milioni di euro per il contrasto all’immigrazione clandestina. I fondi arrivati dall’Europa ammontano a 280 milioni. Ogni clandestino costa una media giornaliera di 45 euro, ma considerata la permanenza nei Centri di identificazione (Cie) e altre voci collegate si arriva a 10mila euro di spesa a testa. Per di più dai Cie, che ci costano 55 milioni all’anno, sono stati espulsi solo il 46,2% dei trattenuti dal 1998. E nonostante tutti i soldi che sborsiamo per contrastare il fenomeno gli sbarchi nel 2013 sono triplicati.
Fonte articolo http://piovegovernoladro.
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