Se il saluto romano non è reato.
Il fascismo «silenzioso» non nuoce alla salute della Repubblica italiana, secondo i giudici del Tribunale di Teramo che nei giorni scorsi hanno assolto tre attivisti di Forza Nuova, accusati di aver violato la legge Mancino del 1993 (quella che vieta gesti, azioni e slogan di matrice nazifascista o discriminatoria) per aver salutato romanamente nel corso di una manifestazione svoltasi in città nel giugno del 2010. Otto mesi fa la Cassazione aveva stabilito che fosse reato «inneggiare» al razzismo. A quel verbo «sonoro» si sono appigliati, vincendo, gli avvocati del terzetto. «Il saluto non accompagnato da proclami e inni - hanno detto raggianti uscendo dall'aula -è solo un omaggio al termine più ampio della romanità: nulla a che vedere con altre cose». Orecchio non sente, cuore non duole. E il saluto, anche se fascista, non fa male. Purché silente.
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