di Ignazio Stagno
Il Ministro dell'integrazione Cecile Kyenge vuole incentivare l'occupazione. Degli immigrati però. Sul suo sito personale, www.cecilekyenge.it, durante la campagna elettorale nelle fila del Pd prometteva posti di lavoro ai migranti nella pubblica amministrazione. La Kyenge che si è già distinta per voler introdurre lo ius soli e abolire il reato di clandestinità ora a quanto pare avrebbe in testa di dare un posto pubblico agli immigrati. Sul suo sito nemmeno tanto tempo fa scriveva: "Serve una legge organica sul diritto di asilo. Questa è una delle proposte che intendo portare avanti che sarà la garanzia di accesso per i migranti ai posti nella pubblica amministrazione, su esempio di ciò che furono in le americane “affermative action”, politiche già applicate in Gran Bretagna. L’Emilia Romagna già applica in parte queste possibilità, ma anche molte grandi aziende estere hanno compreso che i migranti possono essere un volano per l’economia nonché referenti privilegiati per dialogare e creare partnership commerciali con i paesi di origine anche nel settore privato".
Precedenza agli immigrati - La Kyenge pretendeva pure che la misura fosse adottata nei primi cento giorni dell'eventuale governo Bersani. Le cose poi sono andate diversamente. Bersani a palazzo Chigi non è entrato. ha sbattuto sul muro a Cinque Stelle. Lei invece, accettando le larghe intese, si è presa il "posto" da ministro e ora punta a cambiare radicalmente le politiche sociali del Paese. Le affermative action a cui si riferisce il ministro sono delle misure di tutela per le minoranze. Quote di impiego bloccate per chi appartiene ad una minoranza. In un momento di crisi come quello che l'Italia sta attraversando in questo momento, e con una disoccupazione galoppante pensare a dare un posto fisso agli immigrati lasciando indietro gli italiani potrebbe scatebnare una bufera senza precedenti. Il lavoro pubblico o privato che sia non si ottiene perchè si ha un determinato colore della pelle. Il merito è l'unico giudice delle capacità di chi vuole lavorare. Con buona pace della Kyenge.
Non va ai funerali - Intanto oggi si celebrano a Milano i funerali delle vittime delle picconate del ghanese Kabobo. Centinaia di milanesi hanno voluto portare un saluto, l'ultimo, a chi è rimasto sotto i colpi del clandestino. Ma c'è un'assenza che fa rumore ed è quella del ministro Kyenge. Lei non ha partecipato alle esequie. La sua presenza poteva essere un segnale per ricucire la polemica dopo le sue parole che hanno cercato di sconfessare una "relazione tra immigrati e reati". I numeri dicono il contrario e la Kyenge a quanto pare non lo sa. In chiesa durante il funerale erano presenti il sindaco Giuliano Pisapia con gli assessori Pierfrancesco Majorino e Lucia De Cesaris, l'assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani, il presidente della Provincia Guido Podestà e il capo della Polizia Locale Tullio Mastrangelo. La Kyenge no. Eppure il suo ministero riguarda l'integrazione. Partecipare ai funerali sarebbe stato un gesto opportuno.
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