« Dopo la sconfitta del 1945 la propaganda antifascista non cessava di martellarci. Se si è mobilitato il mondo intero contro di noi, pensammo allora, vuol dire che siamo stati qualcosa di grande. E noi, che del fascismo in fondo sapevamo poco, trovammo così l'orgoglio e la volontà di continuare. »
(Pino Rauti)
Oggi riprendiamo in mano le “idee che mossero il mondo”, capolavoro storiografico di Rauti, ne sfogliamo le pagine, ne rivediamo la visionaria capacita’ di leggere con anticipo processi sociali e mutamenti politici e sorridiamo. Potremmo credere di essere vinti dalla tentazione di ricordare l’uomo che se ne va solo perché temiamo che con lui vada via la nostra giovinezza, ma sappiamo che non e’ così. Pino avrebbe sorriso, sistemando sul naso i suoi occhiali con una goffaggine che non ne avrebbe mai fatto un personaggio da talk show televisivo, e ci avrebbe detto di guardare avanti, di pensare a chi soffre, ai nuovi poveri, alla necessita’ di aggregare li dove le sue idee più difficilmente potrebbero attecchire.
Ci avrebbe detto di “andare oltre”, oltre le divisioni, le contrapposizioni, le meschinità umane, le difficoltà di un contingente povero di grandi figure a cui fare riferimento. E noi andremo oltre. Le grandi idee possono trovare cattivi interpreti, ma difficilmente muoiono.
Grazie di tutto, Pino, noi restiamo qui, in piedi, anche se altri ci vorrebbero in ginocchio.La corrente di Ordine Nuovo
Ordine Nuovo scelse come proprio simbolo l'ascia bipenne e come proprio motto il motto delle SS: "Il mio onore si chiama fedeltà".
La canzone La vandeana, una antica ballata controrivoluzionaria, il cui ritornello è "Spade della Vandea, falci (o asce) della boscaglia, baroni e contadini siam pronti alla battaglia" diventerà l'inno di Ordine Nuovo in piena coerenza con l'insegnamento evoliano di difesa della Francia monarchica e pregiacobina
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