Da molti mesi mi batto insieme ad alcune associazioni per una modifica al rialzo dell’assegno di invalidità civile che al momento ammonta a 286 euro al mese (esattamente 286,20). Ha diritto a ricevere tale assegno l’invalido civile che superi il 74% di invalidità al lavoro e la cifra non cambia con l’aumentare della percentuale di invalidità (cioè un invalido al 100% prende sempre 286 euro al mese così come quelli invalido al 74%).
La mia, lo devo ammettere, non è una battaglia del tutto disinteressata essendo il sottoscritto tra coloro che secondo lo Stato italiano dovrebbe vivere con 286 euro al mese pur essendo invalido al 100% (sclerosi multipla secondariamente progressiva), solo che fino ad oggi, essendo tra i pochi fortunati che hanno comunque una famiglia alle spalle e comunque non vogliono passare da “lagnosi”, mi sono sempre astenuto da una critica aperta preferendo lavorare con chi tutela (o dovrebbe farlo) questa particolare categoria. Ma nei giorni scorsi è successo qualcosa che mi ha fatto decidere che era arrivato il momento di scendere in campo apertamente e concretamente.
Brevemente, un mio conoscente malato come me di sclerosi multipla, imprenditore privato, più giovane di me, con moglie e una figlia di una decina di anni, si è ritrovato nel giro di pochi mesi su una sedia a rotelle (la sclerosi multipla in alcuni casi sa essere devastante) e quindi nella sostanziale e obbiettiva impossibilità di portare avanti la sua attività. L’altro ieri parlando con lui al telefono l’ho sentito veramente disperato, un uomo sulla soglia del suicidio, ritrovatosi immobilizzato e quindi nella impossibilità di lavorare, con le bollette da pagare, il mutuo, i materiali acquistati quando ancora stava bene invenduti e ancora da pagare, una famiglia da sostenere. Gli è crollato il mondo addosso nel giro di qualche mese. Unico introito l’assegno di invalidità civile di 286 euro. E non è che, vista la situazione, qualcuno offra alla moglie un lavoro. No, non frega niente a nessuno della sua situazione. Di persone come questa, che siano malate di sclerosi multipla, di qualcos’altro o invalidi per un incidente, ce ne sono a decine di migliaia e secondo lo Stato dovrebbero vivere, mantenere la famiglia e curarsi con appena 286 euro al mese.
Lasciamo stare la sterile polemica che ci sono molti falsi invalidi (non so nemmeno perché lo fanno visto l’ammontare dell’assegno), quello di individuarli e punirli è un obbligo delle istituzioni e non è una scusante per mantenere l’assegno di invalidità così basso. Parliamo piuttosto del fatto che con 286 euro al mese non ci vive nessuno specie se malato. Figuriamoci una famiglia. Ma quando si va dalle Istituzioni e si fa notare questa cosa ci si sente ripetere il mantra che “non ci sono i soldi”. Ma come, dico io, non ci sono i soldi? Vengono spesi miliardi per garantire un assegno sociale agli immigrati (anche clandestini o richiedenti asilo) e non ci sono soldi per garantire una esistenza dignitosa agli invalidi civili? Un clandestino che arriva in Italia e che richiede l’asilo politico o lo status di rifugiato riceve dallo stato immediatamente la somma di 976,15 euro per i primi 35 giorni., ridotti poi a 557,80 euro in caso di respingimento della domanda. In seguito, secondo la Fondazione Leone Moressa, lo Stato affronta una spesa diretta di 14.600 Euro l’anno (40 Euro al giorno, cioè circa 1.200 euro al mese) per persona e altrettanti in prestazioni indirette (spese sanitarie e servizi generali dello Stato, calcolati per analogia, considerando che tali voci impegnano circa la metà del Pil nazionale): quindi allo Stato ogni rifugiato o presunto tale costa circa 29.200 Euro l’anno (la fonte è questa anche se non ho controllato le cifre attuali. Invito a correggermi se sbaglio). E siccome ogni clandestino che mette piede in Italia si dichiara perseguitato politico non è sbagliato affermare che ogni immigrato ci costi quella cifra. Il doppio (e in alcuni casi il triplo) di quanto percepisce un invalido civile. A questo va aggiunto tutta una serie di benefit di cui godono gli immigrati (scuole materne gratuite, case popolari, assistenza sanitaria, ecc. ecc.).
Si trovano soldi per tutto questo e non si trovano soldi per gli invalidi italiani? Nel verbale ufficiale dell’INPS che sancisce l’invalidità civile del 100% c’è scritto testualmente (prendo il mio) “INVALIDO con TOTALE e permanente inabilità lavorativa: 100%”. Ebbene, un invalido totale inabile al lavoro deve vivere con 286 euro al mese mentre si spendono miliardi per gli immigrati. Mi sembra francamente un enorme sopruso a cui va posto al più presto rimedio. E il primo che prova a darmi del razzista perché dico questo lo prendo a stampellate perché francamente è ora di finirla con questo mantra del razzismo. Hanno più diritti gli immigrati di noi italiani.
Da oggi quindi la battaglia sarà totale e me ne frego di essere tacciato di razzismo: prima vengono i Diritti degli italiani e poi, se ne avanza, quelli di tutti gli altri. Ne ho piene le scatole di questo buonismo falso e ipocrita che penalizza la parte debole del Paese a favore di persone che, con tutto il rispetto, da noi non avanzano niente. Di invalidità civile si muore (se non altro di fame) e non è certo una cosa da paese civile.
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