Cie, controllo delle frontiere e spese di cooperazione: i costi dell'immigrazione
Un miliardo e seicento milioni di euro. E' la cifra monstre che lo Stato italiano spende ogni anno per fermare il fenomeno dell'immigrazione clandestina. L'inchiesta è de La Notizia che prova a mettere ordine nella giungla di leggi e leggine che regolano le modalità di contrasto dell'immigrazione clandestina.
Le singole voci di spesa - Le voci di spesa, scrive il quotidiano, sono principalmente tre: la detenzione degli immigrati nei Centri d'Accoglienza ed Espulsione (CIE); il controllo delle frontiere; e le spese per la cooperazione con i paesi terzi finalizzata ad arginare il fenomeno. Soldi ben spesi? Non proprio, visti i risultati. La Bossi-Fini è così contraddittoria e soggetta alle più svariate interpretazioni che la strategia immaginata per contenere il fenomeno fa acqua da tutte le parti. I limiti della legge, insomma, sono sotto tutti gli occhi tutti.
Soldi buttati - Nonostante ciò, il governo non solo ha confermato il budget per i prossimi tre anni ma, in alcuni casi, lo ha aumentato. Esempio: per i Cie sono stati stanziati 236 milioni di euro per il 2013, 220 per il 2014 e 178 per il 2015. Per il 2013 i milioni aggiuntivi rispetto al 2012 sono 66, che in tempi di spending review non sono proprio bruscolini. Ma si sa, le spese da tagliare sono sempre altre.
I dati - Eppure basterebbe leggere i dati diffusi dalla Polizia di Stato sull'efficacia di tali politiche. Si legge nel rapporto: "Nel 2012 sono stati 7.944 (7.012 uomini e 932 donne) i migranti trattenuti in tutti i centri di identificazione ed espulsione (CIE) operativi in Italia. Di questi solo la metà (4.015) sono stati effettivamente rimpatriati con un tasso di efficacia (rimpatriati su trattenuti) del 50,54%".
Un miliardo e seicento milioni di euro. E' la cifra monstre che lo Stato italiano spende ogni anno per fermare il fenomeno dell'immigrazione clandestina. L'inchiesta è de La Notizia che prova a mettere ordine nella giungla di leggi e leggine che regolano le modalità di contrasto dell'immigrazione clandestina.
Le singole voci di spesa - Le voci di spesa, scrive il quotidiano, sono principalmente tre: la detenzione degli immigrati nei Centri d'Accoglienza ed Espulsione (CIE); il controllo delle frontiere; e le spese per la cooperazione con i paesi terzi finalizzata ad arginare il fenomeno. Soldi ben spesi? Non proprio, visti i risultati. La Bossi-Fini è così contraddittoria e soggetta alle più svariate interpretazioni che la strategia immaginata per contenere il fenomeno fa acqua da tutte le parti. I limiti della legge, insomma, sono sotto tutti gli occhi tutti.
Soldi buttati - Nonostante ciò, il governo non solo ha confermato il budget per i prossimi tre anni ma, in alcuni casi, lo ha aumentato. Esempio: per i Cie sono stati stanziati 236 milioni di euro per il 2013, 220 per il 2014 e 178 per il 2015. Per il 2013 i milioni aggiuntivi rispetto al 2012 sono 66, che in tempi di spending review non sono proprio bruscolini. Ma si sa, le spese da tagliare sono sempre altre.
I dati - Eppure basterebbe leggere i dati diffusi dalla Polizia di Stato sull'efficacia di tali politiche. Si legge nel rapporto: "Nel 2012 sono stati 7.944 (7.012 uomini e 932 donne) i migranti trattenuti in tutti i centri di identificazione ed espulsione (CIE) operativi in Italia. Di questi solo la metà (4.015) sono stati effettivamente rimpatriati con un tasso di efficacia (rimpatriati su trattenuti) del 50,54%".
Nessun commento:
Posta un commento
Commenti dai camerati.