Assolti dal Tribunale di Tivoli i giovani che danneggiarono il mausoleo a Rodolfo Graziani, ad Affile
Art. di Emma Moriconi.
Fonte http://www.ilgiornaleditalia.org
Era stato un combattente nella Grande Guerra, pluridecorato, Reggente del Vicereame d’Etiopia, grazie a lui vennero realizzati lavori pubblici che consentirono l’arrivo della civiltà nei domini italiani, devastati dall’anarchia, negli anni Trenta. Parliamo di Rodolfo Graziani. Il periodo è quello della politica imperialista dell’Italia, la sola tentata nel corso dei secoli: mentre Inghilterra, Francia, Spagna avevano fatto, nel corso del tempo, della colonizzazione la propria chiave di volta, l’Italia subiva ancora gli effetti della vittoria mutilata della Grande Guerra.
A Graziani il Comune di Affile, dove egli visse durante l’ultimo periodo della sua vita, ha dedicato un monumento. Ne derivò un polverone, com’è facilmente immaginabile. Il sindaco, Ercole Viri, aveva risposto senza mezzi termini: “tanti affiliani orgogliosamente rivendicano la lealtà, la coerenza e l’eroicità del loro grande concittadino”.
Nel frattempo, l’atteggiamento polemico e pretestuoso di molti personaggi della politica e delle istituzioni, ma anche di associazioni come l’Anpi, ha fatto si che alcuni ragazzi si sentissero autorizzati ad imbrattare il mausoleo: E imbrattare un monumento, c’è da dirlo, è incivile. E penalmente perseguibile.
Non la pensa così, evidentemente, il Tribunale di Tivoli, che ha assolto ieri i tre ragazzi autori della brutta performance. Naturalmente l’Anpi si è immediatamente attivata per diffondere un comunicato stampa di “soddisfazione” precisando che “il proscioglimento dei tre ragazzi restituisce loro la dignità”. Sono parole di Ernesto Nassi, presidente dell’Anpi di Roma, che ora è in attesa dell’esito della denuncia a Viri per “apologia di Fascismo” e che – aggiunge con enfasi – continuerà la battaglia finché il mausoleo non verrà abbattuto”.
Seguendo il ragionamento di Nassi, qualcuno potrebbe avere voglia di preparare una raccolta firme per far abbattere il Colosseo, o le statue di Giulio Cesare, o addirittura le piramidi di Giza. In fondo, si tratta di monumenti che ricordano epoche in cui c’era addirittura la schiavitù. O, forse, sarà sufficiente alzare un po’ i toni per autorizzare, implicitamente ma nemmeno tanto, chissà quanti giovani ad imbrattarli. Tanto poi un Tribunale che li assolve si trova sempre…
Art. di Emma Moriconi.
Fonte http://www.ilgiornaleditalia.org
Era stato un combattente nella Grande Guerra, pluridecorato, Reggente del Vicereame d’Etiopia, grazie a lui vennero realizzati lavori pubblici che consentirono l’arrivo della civiltà nei domini italiani, devastati dall’anarchia, negli anni Trenta. Parliamo di Rodolfo Graziani. Il periodo è quello della politica imperialista dell’Italia, la sola tentata nel corso dei secoli: mentre Inghilterra, Francia, Spagna avevano fatto, nel corso del tempo, della colonizzazione la propria chiave di volta, l’Italia subiva ancora gli effetti della vittoria mutilata della Grande Guerra.
A Graziani il Comune di Affile, dove egli visse durante l’ultimo periodo della sua vita, ha dedicato un monumento. Ne derivò un polverone, com’è facilmente immaginabile. Il sindaco, Ercole Viri, aveva risposto senza mezzi termini: “tanti affiliani orgogliosamente rivendicano la lealtà, la coerenza e l’eroicità del loro grande concittadino”.
Nel frattempo, l’atteggiamento polemico e pretestuoso di molti personaggi della politica e delle istituzioni, ma anche di associazioni come l’Anpi, ha fatto si che alcuni ragazzi si sentissero autorizzati ad imbrattare il mausoleo: E imbrattare un monumento, c’è da dirlo, è incivile. E penalmente perseguibile.
Non la pensa così, evidentemente, il Tribunale di Tivoli, che ha assolto ieri i tre ragazzi autori della brutta performance. Naturalmente l’Anpi si è immediatamente attivata per diffondere un comunicato stampa di “soddisfazione” precisando che “il proscioglimento dei tre ragazzi restituisce loro la dignità”. Sono parole di Ernesto Nassi, presidente dell’Anpi di Roma, che ora è in attesa dell’esito della denuncia a Viri per “apologia di Fascismo” e che – aggiunge con enfasi – continuerà la battaglia finché il mausoleo non verrà abbattuto”.
Seguendo il ragionamento di Nassi, qualcuno potrebbe avere voglia di preparare una raccolta firme per far abbattere il Colosseo, o le statue di Giulio Cesare, o addirittura le piramidi di Giza. In fondo, si tratta di monumenti che ricordano epoche in cui c’era addirittura la schiavitù. O, forse, sarà sufficiente alzare un po’ i toni per autorizzare, implicitamente ma nemmeno tanto, chissà quanti giovani ad imbrattarli. Tanto poi un Tribunale che li assolve si trova sempre…
Nessun commento:
Posta un commento
Commenti dai camerati.