sabato 26 aprile 2014

25 aprile 1945. Forse i posteri scriveranno che quel giorno la libertà morì

Fonte art.

http://www.criticalibera.it

Pubblicato da Davide Mura.

E’ poco chiaro se il 25 aprile si festeggi la Liberazione dall’oppressione nazifascista oppure quella data sia l’inizio o l’epilogo di una guerra civile, e cioè di una guerra scoppiata tra italiani ed italiani, i quali, a un certo punto, per convinzione o errore, si sono trovati l’uno nemico dell’altro: fratelli contro fratelli, sorelle contro sorelle, genitori contro figli e via dicendo.
Già per questo è insolito che una nazione commemori un evento storico pieno zeppo di oscuri episodi e di contraddizioni per se stessa e per la propria identità, nei quali la ritrovata libertà ha sepolto sapientemente la verità storica sotto una tonnellata di retorica, perché quella verità non dovesse essere raccontata per non demolire il nuovo ideale che avrebbe dovuto sostituire il patriottismo nazionale del Fascismo.
Del resto era pur questo l’obiettivo: separare nettamente e in modo manicheo i buoni dai cattivi; il regime dalla libertà; il nero dal bianco (o se volete, dal rosso); il bene dal male. E il male era già perfettamente incarnato nel Fascismo, mentre il bene era molto al di là dall’essere chiaramente identificato. Dunque bisognava dargli una mano. Il che era abbastanza semplice: i buoni non possono che essere coloro i quali liberavano l’Italia dall’oppressione del regime, e poco importava come la liberassero. Almeno alcuni.
Ma questo è un aspetto del quale su questo blog si è già parlato. L’altro aspetto è diverso, ma non è meno marginale. Il 25 aprile viene celebrata la Liberazione. La verità è che non sono così sicuro che cosa si intenda per “liberazione”. Perché guardando l’Italia di oggi, “orgogliosamente” fondata sulla Resistenza e l’Antifascismo, la libertà è un cortile che giorno dopo giorno restringe sempre di più i propri confini. Dall’antifascismo e dalla resistenza, sui quali è stato modellato il nostro modello di Stato non-Stato e Nazione non-Nazione (il trionfo dell’internazionalismo), siamo passati gradualmente a una forma di laicismo integrale, che relativizza ogni aspetto della nostra italianità prima e della nostra umanità poi. Un modello deprimente che annichilisce le nostre libertà in nome della… libertà.
Forse è questo il dettaglio che sfugge ai più. Idealmente, la Liberazione non ci ha affatto restituito la libertà, ma ci ha condotto in una nuova forma di non-libertà, ipocrita e falsamente aperta, che ogni giorno si rafforza in quelle istituzioni nazionali e sovranazionali, nate all’indomani della seconda guerra mondiale, le quali hanno sradicato (e in verità continuano a sradicare) chirurgicamente dalla nostra società quei valori sui quali la libertà – quella vera – è stata costruita dai padri dei nostri padri. Forse un giorno i nostri pronipoti scriveranno nei loro libri di storia (se mai ne avranno la possibilità) che il 25 aprile fu la data nella quale la libertà morì definitivamente…
 
 

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