L'Italia festeggia il 25 aprile chiudendo le banche e gli uffici postali, ma non sono sicuro che l'Italia reale si commuova e partecipi di quella storia e di quegli avvenimenti dove i nostri padri erano in prima linea.
Il 25 Aprile non è una data da festeggiare.
Nessuna nazione festeggia date del genere. Né le nazioni vinte come la Germania e il Giappone, che non ricordano le date della resa ufficiale, né – ad esempio per la Germania – l’attentato a Hitler da parte dei militari antinazisti. Ma non sembra che festeggi neppure una nazione vincitrice come si considera la Francia, il cui territorio era diviso in due come l’Italia: non si festeggia l’ingresso delle truppe gaulliste a Parigi. O sbaglio?
Durante la guerra civile che seguì il 25 aprile 1945 morirono oltre 20.000 italiani uccisi dai partigiani. Uomini, donne, bambini, preti, anziani, persone oggi dimenticate anche dai libri di storia.
Festeggerò il 25 Aprile solo quando sarà il giorno dedicato a tutti gli Italiani che morirono per difendere la propria Patria e le proprie idee. E’ stata una terribile e sanguinosa guerra civile, dove sono morti anche innocenti. Trovo ingiusto che ancora oggi si facciano discriminazioni.
La sinistra unita, l’ANPI e le Comunità ebraiche la considerano una “parificazione” dei valori (lo ha detto di recente anche Luciano Violante), di chi combatteva per una giusta causa o una sbagliata, per la dittatura o per la libertà, per il Bene Assoluto o il Male Assoluto. È un malinteso voluto, un errore di prospettiva in mala fede, se non vogliamo proprio parlare di assoluta ignoranza, perché il progetto di legge è soltanto una equiparazione giuridica e non altro, e non affronta il problema della ragione o del torto sulla bilancia della democrazia. Se i militari della Repubblica Sociale non furono “combattenti” cosa erano esattamente, come li dobbiamo classificare? E allora da questo punto di vista giuridico i Partigiani come li definiamo? Il riconoscimento come “militari combattenti” i repubblicani già lo ebbero dagli Alleati che così li trattarono, dal Tribunale Supremo Militare italiano nel Dopoguerra, dalle Associazioni d’Arma che oggi li accolgono tra le loro file.
COMBATTENTI della Republlica Sociale Italiana » ... COMBATTENTI DELL' ONORE .
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