martedì 22 ottobre 2013

“OGNUNO HA IL GOVERNO CHE SI MERITA” scritto da Angelom.

Questo dicono di noi in Europa:
Gli italiani assistono inermi ogni giorno al degrado politico, morale, culturale ed economico del loro Paese. Quali sono i motivi? Difficile la risposta, sicuramente il cittadino non vede nessuna alternativa possibile su cui puntare, quindi preferisce questa stagnazione. Non c’è crescita culturale, ma c’è una privatizzazione della vita, ognuno pensa ai fatti propri, cerca di risolvere i suoi problemi personali, lavoro, educazione dei figli, la casa. Le vicende dei  politici non interessano e in parte vengono giustificate. Non ci si accorge che non è stata fatta nessuna riforma importante, né federalista, né politica, né industriale, né tantomeno scolastica.
Gli italiani hanno comportamenti diversi rispetto agli altri europei, tollerano il libertinismo di chi ha potere, non si accorgono che manca un’etica pubblica, che c’è voyeurismo. L’attuale classe politica ha imposto la libertà del potere, chi ha i soldi può comprare quello che vuole, POTERE GENEROSO. Non c’è più governo, il paese è pieno di tensioni sociali, c’è un’emergenza democratica, un impoverimento del ceto medio, il sistema bipolare è fallito. Occorre una legge elettorale diversa è solo una coalizione formata da forze politiche diverse può far si che questo avvenga.
L’Italia è in un pantano da cui sarà molto difficile risalire la china.

Purtroppo una buona parte dei nostri concittadini giustificano e accettano simili comportamenti, si adattano a ogni cosa restando nel loro “privato” come se non li concernesse; come se la vita “privata” di un capo di governo non fosse un affare pubblico, un esempio per tutto il Paese e per i giovani in particolare ed un’immagine a garanzia della serietà del paese stesso.
Da qui il titolo “questo dicono di noi in Europa…” e all’estero si domandano se si possono ancora fidare dell’Italia, se possono investire capitali e che conseguenze potrebbero esserci.(paolacon)


è una frase talmente famosa e incisiva da appartenere ormai al linguaggio corrente: ognuno di noi l’ha citata chissà quante volte, soprattutto dibattendo di questioni politiche.
Questa celebre massima va attribuita al filosofo e diplomatico italiano Joseph De Maistre (1753-1821), che la scrisse in una lettera del 1811 a proposito del governo zarista, poiché fra il 1803 e il 1817, il re Vittorio Emanuele I lo aveva inviato come ambasciatore del Regno di Sardegna a San Pietroburgo.
L’intellettuale e politico italiano aveva idee ultraconservatrici e giudicava il governo russo troppo pericolosamente aperto alle idee illuministiche che andavano diffondendosi in Europa.D'altro canto venendo ai giorni nostri, c'è
l'Islanda che sta insegnando al mondo intero
come 420.000 persone si sono andati a riprendere
"fisicamente" le redini del paese, licenziando
in tronco tutta la classe dirigente e tutta
quella politica. Abolendo di fatto il debito
pubblico di cui i responsabili erano i banchieri
insieme ad alcuni appartenenti alla classe
politica, chiedendo ed ottenendo l'arresto
per questi.
E' storia moderna.
 

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