Premessa
Il regime fascista non fu un regime liberale. Non ci fu libertà di stampa, non ci fu libertà di associazione, non ci furono libere elezioni.
Eppure nessun governo dalla nascita dello stato italiano ad oggi ha mai goduto di un consenso così vasto come quello goduto dal governo Mussolini. Forse per la prima volta nella storia il popolo si sentiva partecipe della vita e del destino della Patria.
Poteva questo esser merito esclusivamente, come qualcuno ha tentato di affermare, del potente apparato propagandistico del regime o, addirittura, dal magnetismo che emanava dalla figura del Duce ? E’ difficile crederlo.
O era, più probabilmente, la percezione che le successive realizzazioni del regime in campo previdenziale e a tutela del lavoro, di organizzazione e assistenza dei giovani (dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, alle colonie marine e montane, alle organizzazioni giovanili, alle scuole), nel campo delle bonifiche, delle grandi opere pubbliche…..rientravano in un grande disegno, alimentato da una ideologia che tutti intravedevano e della quale tutti si sentivano partecipi ?
Eppure la storiografia antifascista ha tentato per anni di descrivere il Fascismo come un movimento privo di ideologia e basato unicamente sulla violenza e su un pragmatismo esasperato teso unicamente alla gestione del potere e alla sua conservazione.
E ciò malgrado che storici seri ed onesti abbiano nel tempo dato contributi inoppugnabili che mostravano la insostenibilità della tesi grossolana della vulgata antifascista.
Ultimo, importantissimo, contributo in questo senso è quello di cui da notizia Acta, pubblicazione della Fondazione Istituto Storico della R.S.I. nel n.3 , Anno XX del settembre-novembre 2006.
Si tratta dell’opera Mussolini’s intellectuals – Fascist social and political thought, del Prof. A. James Gregor, edito dalla Princeton University Press (Princeton, New Jersey, U.S.A.).
In essa, frutto di lunghi e approfonditi studi, col sostegno di una amplissima documentazione, si dimostra che il Fascismo, lungi dall’essere quel movimento privo di una vera ideologia preteso dall’antifascismo, “rappresentava la sintesi tra una visione organica del nazionalismo ed una revisione antimaterialistica del marxismo” . Il tutto sostenuto da una robusta ideologia che, malgrado i compromessi che il regime ha dovuto accettare nel corso del ventennio per conciliare, nell’interesse di tutti, tendenze e interessi diversi, ha continuato a svilupparsi coerentemente fino al Fascismo Repubblicano della R.S.I.
A conclusione della sua opera il Gregor “analizza quale sia stata nel dopoguerra e quale sia oggi l’incidenza della dottrina del Fascismo…..” Perché tale dottrina, anche se chiamata con altri nomi, non è scomparsa e, come affermato a commento del Progetto di Costituzione di Biggini sul sito internet da cui è stato scaricato il testo del Progetto (vedi Appendice 1), puo’ avere ancora qualcosa da dire agli uomini del nostro tempo.
Il presente lavoro, analizzando un documento rimasto ignorato per più di mezzo secolo, e che a nostro parere rappresenta il punto di arrivo di quella coerente ideologia fascista, avrebbe l’ambizione di contribuire a dimostrare non solo l’esistenza di tale ideologia, ma anche la coerenza del suo sviluppo fino alla sua compiuta formulazione.
Il regime fascista non fu un regime liberale. Non ci fu libertà di stampa, non ci fu libertà di associazione, non ci furono libere elezioni.
Eppure nessun governo dalla nascita dello stato italiano ad oggi ha mai goduto di un consenso così vasto come quello goduto dal governo Mussolini. Forse per la prima volta nella storia il popolo si sentiva partecipe della vita e del destino della Patria.
Poteva questo esser merito esclusivamente, come qualcuno ha tentato di affermare, del potente apparato propagandistico del regime o, addirittura, dal magnetismo che emanava dalla figura del Duce ? E’ difficile crederlo.
O era, più probabilmente, la percezione che le successive realizzazioni del regime in campo previdenziale e a tutela del lavoro, di organizzazione e assistenza dei giovani (dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, alle colonie marine e montane, alle organizzazioni giovanili, alle scuole), nel campo delle bonifiche, delle grandi opere pubbliche…..rientravano in un grande disegno, alimentato da una ideologia che tutti intravedevano e della quale tutti si sentivano partecipi ?
Eppure la storiografia antifascista ha tentato per anni di descrivere il Fascismo come un movimento privo di ideologia e basato unicamente sulla violenza e su un pragmatismo esasperato teso unicamente alla gestione del potere e alla sua conservazione.
E ciò malgrado che storici seri ed onesti abbiano nel tempo dato contributi inoppugnabili che mostravano la insostenibilità della tesi grossolana della vulgata antifascista.
Ultimo, importantissimo, contributo in questo senso è quello di cui da notizia Acta, pubblicazione della Fondazione Istituto Storico della R.S.I. nel n.3 , Anno XX del settembre-novembre 2006.
Si tratta dell’opera Mussolini’s intellectuals – Fascist social and political thought, del Prof. A. James Gregor, edito dalla Princeton University Press (Princeton, New Jersey, U.S.A.).
In essa, frutto di lunghi e approfonditi studi, col sostegno di una amplissima documentazione, si dimostra che il Fascismo, lungi dall’essere quel movimento privo di una vera ideologia preteso dall’antifascismo, “rappresentava la sintesi tra una visione organica del nazionalismo ed una revisione antimaterialistica del marxismo” . Il tutto sostenuto da una robusta ideologia che, malgrado i compromessi che il regime ha dovuto accettare nel corso del ventennio per conciliare, nell’interesse di tutti, tendenze e interessi diversi, ha continuato a svilupparsi coerentemente fino al Fascismo Repubblicano della R.S.I.
A conclusione della sua opera il Gregor “analizza quale sia stata nel dopoguerra e quale sia oggi l’incidenza della dottrina del Fascismo…..” Perché tale dottrina, anche se chiamata con altri nomi, non è scomparsa e, come affermato a commento del Progetto di Costituzione di Biggini sul sito internet da cui è stato scaricato il testo del Progetto (vedi Appendice 1), puo’ avere ancora qualcosa da dire agli uomini del nostro tempo.
Il presente lavoro, analizzando un documento rimasto ignorato per più di mezzo secolo, e che a nostro parere rappresenta il punto di arrivo di quella coerente ideologia fascista, avrebbe l’ambizione di contribuire a dimostrare non solo l’esistenza di tale ideologia, ma anche la coerenza del suo sviluppo fino alla sua compiuta formulazione.
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