Milano 15 ott – “L’Italia se vuole ripartire deve riempire di nuovo le fabbriche. E io sono certo che tra 100 anni nella mia fabbrica qualcuno farà televisori, saranno americani, o forse cinesi”. Così Carlo Vichi, 90 anni, fondatore della Mivar nel 1945, l’ultima azienda italiana a produrre televisori, ne annuncia la chiusura. Dal 30 novembre tutti a casa i 60 operai (venti anni fa erano 900), per la maggior parte donne, che hanno anche esaurito il periodo di cassa integrazione straordinaria.
“Mancavano il genio italiano, la tecnologia italiana, non li sentivo più miei ha detto Vichi. Vichi è un imprenditore di ferro, cordialità e disciplina sono state le ricette che lo hanno portato, nel 1998, ad arrivare a produrre oltre 100 mila televisori. Quest’anno la Mivar ne ha sfornati un centinaio. E dire che Vichi, nel 2001 aveva completato una fabbrica-modello di 120 mila metri quadri, che non aveva nulla da invidiare alle migliori al mondo, con un parco di 60 mila metri quadri, viali alberati, un asilo per i figli delle dipendenti. Mai utilizzata. “Quello è un gioiello nato per fare i televisori – spiega Vichi- o qualcosa di simile, non può prostrarsi a cose diverse. E poi non volevo che ci entrassero anche i sindacati. A casa mia comando io”.
Nonostante la pressione dei sindacati, la Regione si è detta impossibilitata a fare qualcosa per salvare l’azienda. È stato già tanto ottenere la cassa integrazione straordinaria. Del governo neanche a parlarne. Per Vichi il problema è la concorrenza dei cinesi e la mancata tutela delle aziende italiane da parte del governo con politiche appropriate. “Non posso più produrre – spiega- spendo 10 e posso vendere a 8”. “La Milano Vichi Apparecchi Radio nasce nel 1945, ma l’Italia di fatto è morta nel 1945: finita la guerra siamo stati superati da tutti. Dovremmo lavorare come i cinesi, con onestà e intelligenza. Il problema invece è che non sappiamo più lavorare” – ha detto Vichi, che non ha mai rinnegato le sue simpatie per il fascismo.
Cosa farà Vichi da grande? Trasformerà l’attuale fabbrica in una ditta di design di mobili che darà lavoro solo a dieci dipendenti. “Da usare nelle mense, nei self service, nei luoghi affollati come aeroporti e stazioni. E li farò al meglio, come sempre. Saranno prodotti al massimo della tecnologia. Chi non lavora non vive”.
Michael Mocci
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