Un sentito ringraziamento a Graziano D'Angelo, dottore in lingue, per avermi aiutato nella traduzione dei passi più difficili.
Solo materiale autentico su questo blog: nessuna patacca e nessuna versione concordata o aggiustata dai fatti che si raccontano. La verità e nient'altro che quella, per quanto brutale, scomoda, difficile da affrontare e digerire. Questo è lo spirito che anima questo spazio, piccolo ma in crescita costante.
Stavolta, vi propongo un documento particolarmente interessante. Si tratta di alcune dichiarazioni spontanee rese da Ezra Pound ad un agente dell'FBI in data 8 maggio 1945, vale a dire cinque giorni dopo essere stato arrestato a Genova dai partigiani e consegnato alle forze alleate, (un'altra prova di che razza di cagnolini ammaestrati fossero questi partigiani!). Naturalmente, quella che segue è la traduzione letterale di quelle dichiarazioni. L'orginale*, è stato ritrovato negli archivi britanici di Kew Gardens, da poco desecretati. Traspare un Pound dannatamente orgoglioso, seppur in odore di pena capitale per essere stato incriminato di tradimento. Un uomo che non ha paura di rinvedicare con forza la genuinità delle sue idee, la convizione piena del suo operato e la buona fede delle proprie azioni neanche davanti a quelli che potrebbero essere i suoi uccisori.
Una condanna capitale che non arriverà, malgrado Pound non abbia fatto niente per migliorare la propria posizione. Purtroppo. Dico "purtroppo" perché la sorte che toccherà all'autore dei "Cantos", (primo poema lirico made in U.S.A.), sarà ben peggiore di un'esecuzione capitale: dopo l'arresto, verrà confinato in un campo di prigionia amaricano in Italia, (precisamente a Metato, presso Pisa), dove trascorrerà momenti terribili in cella di sicurezza, da lui chiamata con licenza poetica "gabbia di gorilla". Subirà un vero e proprio tracollo psicologico che gli varrà anni di ospedale psichiatrico, prima di spegnersi nel 1972 a Venezia, dopo aver subito l'ulteriore umiliazione di un mancato premio Nobel, in quanto sostenitore di "idee che sono decisamente in contrasto con lo spirito del Premio Nobel" *.
Questo è il vero spirito delle moderne democrazie o "daneistocrazie", come era solito chiamarle lui, ossia dominio dei prestatori di denaro, degli usurai: accuse infami, segregazione fisica, morale ed intellettuale e, dulcis in fundo, diffamazione di tutti i potenziali nemici ed avversari. Ironia di una sorte tremenda toccata ad un uomo che si diceva contrario alla censura e alla negazione della libertà di pensiero e di opinione; una sorte causata proprio da chi dice, (già, dice!), di aver dato a tutti la libertà personale, di pensiero e di opinione. Vigliacchi!
Roberto Marzola.
“Conformemente al principio fascista di libertà d’opinione da parte di quelli autorizzati ad avere un’opinione, al Dr. Pound è stata garantita la libertà della nostra radio. Non gli è stato chiesto di dire niente che fosse contrario alla propria coscienza o ai suoi doveri come cittadino americano”.
Non ho mai ricevuto una risposta del Procuratore Generale degli U.S.A.
Durante l’autunno del 1943, mentre ero a Salò, Italia, incontrai un uomo chiamato Schwartz, che era un ex professore tedesco. Stava lavorando per il Ministero tedesco della propaganda e aveva un registratore portatile con sé. Gli garantii un’intervista e feci due registrazioni per la causa non solo di questa guerra, ma per una serie di guerre di tanti anni. Non fui pagato per questo lavoro. Non so se sia mai andato sulla radio tedesca.
Ho letto la dichiarazione di cui sopra, consistente in due pagine battute a macchina e questa è la verità. Ho siglato (Autenticato?) ogni cambiamento che ho voluto fare e ho posto le mie iniziali o firma alla fine di ogni pagina.
Solo materiale autentico su questo blog: nessuna patacca e nessuna versione concordata o aggiustata dai fatti che si raccontano. La verità e nient'altro che quella, per quanto brutale, scomoda, difficile da affrontare e digerire. Questo è lo spirito che anima questo spazio, piccolo ma in crescita costante.
Stavolta, vi propongo un documento particolarmente interessante. Si tratta di alcune dichiarazioni spontanee rese da Ezra Pound ad un agente dell'FBI in data 8 maggio 1945, vale a dire cinque giorni dopo essere stato arrestato a Genova dai partigiani e consegnato alle forze alleate, (un'altra prova di che razza di cagnolini ammaestrati fossero questi partigiani!). Naturalmente, quella che segue è la traduzione letterale di quelle dichiarazioni. L'orginale*, è stato ritrovato negli archivi britanici di Kew Gardens, da poco desecretati. Traspare un Pound dannatamente orgoglioso, seppur in odore di pena capitale per essere stato incriminato di tradimento. Un uomo che non ha paura di rinvedicare con forza la genuinità delle sue idee, la convizione piena del suo operato e la buona fede delle proprie azioni neanche davanti a quelli che potrebbero essere i suoi uccisori.
Una condanna capitale che non arriverà, malgrado Pound non abbia fatto niente per migliorare la propria posizione. Purtroppo. Dico "purtroppo" perché la sorte che toccherà all'autore dei "Cantos", (primo poema lirico made in U.S.A.), sarà ben peggiore di un'esecuzione capitale: dopo l'arresto, verrà confinato in un campo di prigionia amaricano in Italia, (precisamente a Metato, presso Pisa), dove trascorrerà momenti terribili in cella di sicurezza, da lui chiamata con licenza poetica "gabbia di gorilla". Subirà un vero e proprio tracollo psicologico che gli varrà anni di ospedale psichiatrico, prima di spegnersi nel 1972 a Venezia, dopo aver subito l'ulteriore umiliazione di un mancato premio Nobel, in quanto sostenitore di "idee che sono decisamente in contrasto con lo spirito del Premio Nobel" *.
Questo è il vero spirito delle moderne democrazie o "daneistocrazie", come era solito chiamarle lui, ossia dominio dei prestatori di denaro, degli usurai: accuse infami, segregazione fisica, morale ed intellettuale e, dulcis in fundo, diffamazione di tutti i potenziali nemici ed avversari. Ironia di una sorte tremenda toccata ad un uomo che si diceva contrario alla censura e alla negazione della libertà di pensiero e di opinione; una sorte causata proprio da chi dice, (già, dice!), di aver dato a tutti la libertà personale, di pensiero e di opinione. Vigliacchi!
Roberto Marzola.
SEGRETO
Roma, Italy
31 maggio, 1945
Capitano Sidney Henderson
Ufficio del Procuratore Generale
Quartier generale delle Forze Alleate
A.P.O. 512, ESERCITO DEGLI STATI UNITI
RE: EZRA LOOMIS POUND
Stimabile Capitano Henderson:
Sperando sia di Vostro interesse, qui trovate allegata copia delle dichiarazioni firmate rilasciate dal soggetto a Genova.
Ramon Arrizabalaga dei “Counter Intelligence Corps”, 92° divisione, è anch’egli in possesso di queste informazioni.
Distinti saluti,
Frank L.Amprim
Rilascio la presente dichiarazione a Frank. L. Amprim, agente speciale dell' F.B.I. degli Stati Uniti d’America, al fine di integrare le precedenti dichiarazioni fatte da me allo stesso Frank Amprim. Sono stato informato da Frank Amprim che non sono tenuto a fare questa dichiarazione se non lo voglio. Questa dichiarazione è volontaria. Sono stato anche informato da Frank Amprim che questa dichiarazione può essere usata contro di me in tribunale. Nessuna minaccia o promessa di nessuna natura mi è stata fatta da nessuno, né direttamente, né indirettamente.
Il mio nome completo è Ezra Loomis Pound e risiedo temporaneamente a Sant’Ambrogio 60, piccolo paese vicino Rapallo, Italia.
Circa il tempo in cui l’esercito di Hitler stava invadendo la Danimarca, io incotrai un gentleman tedesco di nome Barone Dinklage al campo di tennis di Rapallo. Abbiamo parlato di economia. Quindi mi ha accennato che avrei dovuto trasmettere alla radio. Fece l’errore di dire che “sarei stato ben pagato”. Non è mia intenzione stare o sembrare di stare sotto qualsivoglia controllo straniero.
Ho sempre combattuto contro la censura, persino in tempo di guerra. Chiunque ha il diritto di criticare le cause fondamentali di tutte le guerre in cui l’umanità è stata e continua ad essere coinvolta. Naturalmente, nessuno ha il diritto di passare al nemico informazioni di natura militare. Per esempio, quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, io ho criticato il presidente Roosevelt, perchè ritenevo che egli avesse ricevuto informazioni imprecise e incomplete e che fosse stato malamente influenzato.
Io non sono un antisemita e distinguo tra l’usuraio ebreo e l’ebreo che lavora onestamente per vivere.
Hitler e Mussolini erano persone semplici di origini contadine. Penso che Hitler fosse un santo e che non volesse niente per se stesso. Ritengo che egli sia stato spinto verso l’antisemitismo e che la cosa lo abbia rovinato. E’ stato questo il suo errore. Quando si osserva il pasticcio in cui l’Italia versa attualmente dopo aver defenestrato Mussolini, si capisce perchè qualcuno ha avuto fiducia nei suoi sforzi.
Le politiche di Winston Churchill sono costituite da somma ingiustizia unita a somma brutalità. Basti considerare, ad esempio, i bombardamenti contro obiettivi non militari.
Molti degli uomini che andarono nel nord Italia nell’autunno del ’43 con la Repubblica Sociale Italiana erano gente onesta che non poteva sopportare la meschinità di Badoglio. Il maresciallo presumibilmente trasse del denaro dalla resa agli Alleati. I documenti che riproducono le ricevute dei pagamenti sono stati pubblicati. Così come sono disponibili lettere manoscritte concernenti i debiti esteri di Vittorio Emanuele III. E queste sono state scritte dal re in persona.
Io certamente non ho mai trasmesso alcun messaggio di spionaggio alla radio italiana in nessun tempo. Non mi è mai stato chiesto di farlo da nessuno. Comunque, durante il regime di Badoglio una frase come “Tutti i cavalli del re e tutti gli uomini del re” sarebbe stata annunciata spesso sulla EIAR (Ente italiano per le audizioni radiofoniche, ndr). Secondo me questo era un messaggio in codice, ma non ho prove su questo. Io non ho mai usato quella frase.
Io seppi di essere stato incriminato per tradimento da una Giuria federale negli U.S.A. nel luglio del 1943, quando i tedeschi mandarono a Roma una fotocopia statica di un articolo della rivista "Time' in tal senso. Penso che questo articolo fu mandato a Roma dai tedeschi prima dell’autunno del 1943. Ulteriormente, circa nel luglio del 1943 il Ministero italiano per la cultura popolare sottopose alla mia attenzione un’intercettazione radio, fatta dal loro personale della sezione radio. Questa intercettazione radio ha affermato che io ero stato incriminato per tradimento da una Giuria federale negli U.S.A. Sono subito andato all’ambasciata svizzera a Roma per scoprirlo. Lì mi tolsero il mio passaporto, dicendo che era scaduto. Tramite l’ambasciata svizzera a Roma ho mandato una lettera,passando per l’ambasciata Americana in Svizzera, al Procuratore Generale, sottolineando che non ero stato invitato dal Governo italiano a parlare alla radio italiana, ma che avevo richiesto la prerogativa. Nella lettera al Procuratore Generale degli USA dichiarai le condizioni su cui ero d’accordo a trasmettere. La lettera suddetta conteneva la seguente dichiarazione passata da Paresce, capo della sezione Radio del Ministero Italiano della cultura popolare, e poi annunciata alla radio italiana:
“Conformemente al principio fascista di libertà d’opinione da parte di quelli autorizzati ad avere un’opinione, al Dr. Pound è stata garantita la libertà della nostra radio. Non gli è stato chiesto di dire niente che fosse contrario alla propria coscienza o ai suoi doveri come cittadino americano”.
Non ho mai ricevuto una risposta del Procuratore Generale degli U.S.A.
Durante l’autunno del 1943, mentre ero a Salò, Italia, incontrai un uomo chiamato Schwartz, che era un ex professore tedesco. Stava lavorando per il Ministero tedesco della propaganda e aveva un registratore portatile con sé. Gli garantii un’intervista e feci due registrazioni per la causa non solo di questa guerra, ma per una serie di guerre di tanti anni. Non fui pagato per questo lavoro. Non so se sia mai andato sulla radio tedesca.
Ho letto la dichiarazione di cui sopra, consistente in due pagine battute a macchina e questa è la verità. Ho siglato (Autenticato?) ogni cambiamento che ho voluto fare e ho posto le mie iniziali o firma alla fine di ogni pagina.
Ezra Loomis Pound.
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