Alla fine l'A.N.P.I. l'ha spuntata: il quadro, risalente al 1939, del pittore Aldo Castelli, raffigurante un Mussolini idealizzato, deve sparire dall'aula magna dell'Istituto Tecnico Commerciale per geometri di Ascoli Piceno. Ad avviso dei figli e nipoti dei partigiani sarebbe "troppo pericoloso per la formazione dell'individuo".
Ci rendiamo conto? Un disegno che vuole essere un inno alla formazione, alla cultura e al sapere diventa, per coloro che hanno l'ardore di definirsi come "i fautori della democrazia e del libero pensiero in Italia", addirittura una minaccia per dei ragazzi di età normalmente compresa tra i 15 e i 19 anni, i quali si suppone che un minimo di coscienza storico-politica l'abbiano già ricevuta durante l' "antifascistissima" scuola dell'obbligo. Ragazzi che, in più d'un caso, hanno pure protestato contro la scelta del preside, sollecitata appunto dall'A.N.P.I., di rimuovere l'opera, giacchè, a loro avviso, questa stava bene nel suo contesto originale (fonte).
Non le proteste, non il buon senso e nemmeno il tanto decantato insegnamento dei "Padri Costituenti", (i quali hanno scritto nella costituzione le seguenti parole: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione"; "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento"), hanno potuto arginare la barbarie e la furia iconoclasta di certi signori. Insomma, dopo Bolzano, (ove si voleva censurare un bassorilievo raffigurante Mussolini), siamo davanti ad una nuova manifestazione di quella turba psichica, di quell'odio cieco e rancoroso e di quell'ignoranza senza precedenti che risponde al nome di "antifascismo militante". Una vera e propria patologia, che non deve essere sottovalutata né deve trovare alcun gioco di sponda da parte delle istituzioni, in quanto foriera di una mentalità e di un atteggiamento ben più dannosi per la formazione di un ragazzo di quanto non possa esserlo un'opera d'arte, (si legga: qualsiasi opera d'arte), perché, appunto, distoglie gli studenti dai problemi veri e li educa all'odio e all'avversione politica. Tuttavia, credo che queste siano solo le considerazioni di una "carogna fascista" e, come tali, non debbano trovar posto nella "repubblica nata dalla resistenza", dove, notoriamente, possono avere cittadinanza solo sentimenti di bassa lega. Eccovene un'altra conferma.
C.V.D.
Roberto Marzola.
Ci rendiamo conto? Un disegno che vuole essere un inno alla formazione, alla cultura e al sapere diventa, per coloro che hanno l'ardore di definirsi come "i fautori della democrazia e del libero pensiero in Italia", addirittura una minaccia per dei ragazzi di età normalmente compresa tra i 15 e i 19 anni, i quali si suppone che un minimo di coscienza storico-politica l'abbiano già ricevuta durante l' "antifascistissima" scuola dell'obbligo. Ragazzi che, in più d'un caso, hanno pure protestato contro la scelta del preside, sollecitata appunto dall'A.N.P.I., di rimuovere l'opera, giacchè, a loro avviso, questa stava bene nel suo contesto originale (fonte).
Non le proteste, non il buon senso e nemmeno il tanto decantato insegnamento dei "Padri Costituenti", (i quali hanno scritto nella costituzione le seguenti parole: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione"; "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento"), hanno potuto arginare la barbarie e la furia iconoclasta di certi signori. Insomma, dopo Bolzano, (ove si voleva censurare un bassorilievo raffigurante Mussolini), siamo davanti ad una nuova manifestazione di quella turba psichica, di quell'odio cieco e rancoroso e di quell'ignoranza senza precedenti che risponde al nome di "antifascismo militante". Una vera e propria patologia, che non deve essere sottovalutata né deve trovare alcun gioco di sponda da parte delle istituzioni, in quanto foriera di una mentalità e di un atteggiamento ben più dannosi per la formazione di un ragazzo di quanto non possa esserlo un'opera d'arte, (si legga: qualsiasi opera d'arte), perché, appunto, distoglie gli studenti dai problemi veri e li educa all'odio e all'avversione politica. Tuttavia, credo che queste siano solo le considerazioni di una "carogna fascista" e, come tali, non debbano trovar posto nella "repubblica nata dalla resistenza", dove, notoriamente, possono avere cittadinanza solo sentimenti di bassa lega. Eccovene un'altra conferma.
C.V.D.
Roberto Marzola.
Nessun commento:
Posta un commento
Commenti dai camerati.