foto (5)Quando i giornalisti lo hanno visto arrivare a Sigonella, dove era previsto un incontro con il console statunitense, Donald Moore, per affrontare la questione del Muos di Niscemi, a bordo di un’auto blu con tanto di lampeggiante, quasi non ci credevano: un grillino e un’ammiraglia pagati con soldi pubblici insieme non sono una cosa che si vede tutti i giorni. E, infatti, quando la portiera si è aperta ed Antonio Venturino è sceso, hanno potuto assistere a un evento a dir poco storico. Se non altro perché, qualche mese, prima il vicepresidente dell’Ars, eletto nelle liste del Movimento 5 Stelle, si era contraddistinto rispetto ai colleghi della “casta”, rinunciando sin da subito all’indennità di presidenza e, appunto, all’auto blu.
Così quando i giornalisti quasi increduli gli hanno chiesto spiegazioni, lui ha risposto ironico:”Perche mi fate questa domanda? Perché non avete che cosa scrivere? E poi questa non e’ un’auto blu, ma una vettura di servizio”, ha chiosato, sorridendo. Ma poi è tornato serio, fornendo la sua versione, la versione di Venturino. “Ovviamente – ha spiegato – siamo venuti con l’auto di servizio. Qualcuno dira’ che era un’auto blu, ma non lo e’. Siccome noi oggi siamo venuti da Palermo e dobbiamo fare un altro giro, e siccome io la macchina non ce l’ho e a piedi sarebbe stato complicato, in bicicletta sarebbe stato un po’ difficile anche perche’ avrete visto lo stato fisico in cui mi trovo. Quindi per motivi di tempo abbiamo usato un’auto di servizio, chiamiamola auto aziendale, dell’azienda Ars”.
Spiegazione esauriente, per certi versi anche in linea con i diritti che il vicepresidente di un’Assemblea Regionale può esercitare e con i benefit ai quali ha diritto. E questo nonostante Venturino il 18 dicembre scorso, a poche ore dalla nomina, si affrettò a spedire due lettere all’amministrazione dell’Ars, una alla Ragioneria, dove rinunciava all’indennità 3.244,22 euro prevista per la carica ricoperta, l’altra al collegio dei questori dell’Assemblea, dove comunicava “la propria rinunzia ad utilizzare l’auto blu, messa a disposizione per le cariche Istituzionali”. Firma, timbro e pubblicazione immediata in rete, sul sito dei 5 Stelle siciliani, tempio della trasparenza da sempre sbandierata.
Mossa gradita a tutti: attivisti, elettori e soprattutto il leader, Beppe Grillo, che sul blog qualche giorno prima, e più esattamente il 13 dicembre, aveva anticipato tutto con un post. “Antonio Venturino, citttadino portavoce del MoVimento 5 Stelle Sicilia, è stato eletto Vice-Presidente Vicario dell’ARS: l’Assemlea Regionale Siciliana. Si tratta della seconda carica istituzionale più importante dell’ARS. Ai normali politici conferisce di “diritto” alcuni privilegi che Venturino, come promesso in campagna elettorale, ha immediatamente rifiutato”.
E via con la dichiarazione entusiasta del diretto interessato e il link a un video postato su Youtube. “Ho appena firmato la rinuncia all’indennità di carica di Vice Presidente, pari a 3.244,22 euro al mese, così come avevamo promesso durante la nostra campagna elettorale”, affermava entusiasta Venturino. “Per quanto riguarda l’altro privilegio, quello delle auto blu, l’abbiamo già detto mille volte: noi rinunciamo a questo tipo di benefit. La macchina resterà parcheggiata da qualche parte. A noi non interessa. Non utilizzeremo assolutamente l’auto blu”.
Insomma, nient’altro che la conferma di ciò che aveva detto subito dopo la sua elezione a vice presidente dell’Assemblea, l’11 dicembre, quando, incalzato dai giornalisti, alla prevedibile domanda sulla rinuncia all’auto blu, rispose con fare sicuro:”Ma quale auto blu! Io continuero’ ad andare in autobus. Io per ora faccio il pendolare da Piazza Armerina, pago 12 euro e 30 centesimi di biglietto e riesco persino a lavorare mentre sono in viaggio”.
Coerenza a parte, dunque, tutto combacia. Il rifiuto del privilegio, l’autobus di linea preso tutte le mattine come i comuni mortali e addirittura la rinuncia “al rimborso forfettario su gomma” previsto dalla legge per i consiglieri dell’Assemblea Regionale. Che farsene quando non si ha una macchina propria? Giusto ragionamento quello di Venturino, di una linearità così rara in politica che quasi ci si stupisce. Talmente rara che, quando si entra nel tempio della trasparenza siciliana a 5Stelle, ci si ricrede in men che non si dica. Lì, dove il gruppo regionale del M5S è stato trasformato in una casa di vetro, infatti, è possibile trovare il rendiconto delle spese di tutti i consiglieri grillini, le copie delle loro buste paga e dei bonifici effettuati mensilmente per la creazione del “fondo per il microcredito” che ha reso nei mesi scorsi Cancelleri e i suoi dei veri e propri eroi.
Così si scopre che Antonio Venturino, quarantottenne insegnante di Commedia dell’Arte di Piazza Armerina, provincia di Enna, entroterra siciliano, tra gennaio e febbraio ha speso ben 1160,32 euro (773,30 nel primo mese dell’anno, 387,02 nel secondo, ndr) “per la benzina, calcolati in base alla tabella ACI”. Proprio lui, il rettissimo vicepresidente grillino che doveva fare il pendolare con l’autobus. Com’è possibile per uno che non possiede un’auto propria? Mistero che non sarà facile svelare e che ha insospettito anche alcuni attivisti del Movimento, che sulla pagina incriminata, quella rigurdante il trattamento economico dei “cittadini eletti”, già in passato hanno chiesto spiegazioni sui calcoli non sempre chiari di Venturino.
Come Vincenzo, ad esempio, secondo il quale “il cittadino Venturino sembra avere qualche problema a fare i conti”, essendoci nel rendiconto relativo a gennaio, una discrepanza di 451,98 euro tra i soldi percepiti e quelli realmente restituiti. Detto fatto. Nel giro di due giorni Venturino rettifica i conti. Si è sbagliato, ma, nel tentativo di mettere la toppa, ha allargato il buco. “Il cittadino Venturino ha corretto le spese di gennaio. Mentre prima non si sapeva cosa avesse fatto con i 451,98 euro mancanti di differenza tra quanto incassato e quanto speso, ora non si sa che cosa abbia fatto con i 1.267 euro mancanti”. E nemmeno con quei 1160 euro e 32 centesimi spesi in benzina per una macchina che non possiede.