sabato 30 marzo 2013

«Hanno gettato fango e menzogne sulle ausiliarie. Hanno odiato in esse l’espressione del coraggio e della decisione in ogni momento di pericolo. Non le conoscevano. Non sapevano la forza di volontà, l’entusiasmo e anche il pizzico di follia che le spinsero a sfidare il destino. Soprattutto non volevano credere che avessero scelto in piena libertà e senza fanatismo la strada più ingrata: quella di dichiarare apertamente, in divisa la propria fede,in un tempo in cui pareva vantaggioso solo nascondersi».
I primi di luglio del 1944 è catturata e fucilata la prima ausiliaria, Franca Barbier, ventunenne. Accusata di spionaggio non cerca neppure di evitare la morte con un lavoro da “informatrice”. Mussolini le conferisce la medaglia al valore militare. Sempre nel mese di luglio sette ausiliarie perdono la vita a causa dell’esplosione della sede del GNR. Angelina Milazzo è la seconda a essere insignita della medaglia al valore per aver salvato una donna in cinta. Jolanda Crivelli, ventenne, percossa, denudata, trascinata per le strade sotto gli sputi della gente è legata a un albero e fucilata. Il suo corpo rimane per giorni sotto gli occhi di tutti. Numerosi sono i nomi di ausiliarie che sono state violentate, torturate, umiliate, picchiate prima di porre fine ai loro tormenti e sepolte senza neppure la consolazione di un fiore.

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