Quando Teti, la madre di Achille, chiese al figlio che cosa desiderasse più d’ogni altra cosa per il suo futuro, il Pelide, anziché scegliere di vivere con la moglie fino alla morte come tutti gli altri, chiese di partire per la celebre guerra di Troia, da subito la madre gli annunciò che, se avesse combattuto la guerra di Troia, sarebbe stato ricordato in eterno come un eroe. Ma non tutti gli eroi sono ricordati come eroi. Anche Ettore Muti, italiano, classe 1902 fu un eroe, ma non viene ricordato allo stesso modo, eppure, ci sono molti dubbi se Achille sia esistito veramente, comunque siano andate le cose, lo si ricorda come il migliore guerriero cha abbia mai avuto la Grecia.
“Gim dagli occhi verdi” come fu chiamato da “Il Vate”, non morì in battaglia, come meriterebbe qualunque eroe, ma fu vilmente assassinato da un sicario di Stato, ammanettato, con due colpi alla nuca e nell’oscurità della notte.
Questo dimostra come la fama si ricava non solo con le gesta, che sono certamente necessarie, ma anche nel modo in cui si muore, Arrigo Petacco nel libro “L’uomo della Provvidenza” scrisse che: “se Mussolini non avesse fatto la fine di un delinquente comune, molto probabilmente, ora non sarebbe stato ricordato come lo si ricorda”. Ettore Muti, è questo il nome del soldato Italiano più decorato “di sempre”, eppure, potrà sembrare strano, ma nessuno si ricorda di lui. Invece, forse, non c’è nulla di strano; non lo si rammenta perché è stato fascista, si forse è proprio così, si ignora, e si “deve ignorare” che quest’uomo ha servito l’Italia più di ogni altro italiano per cielo e per terra. Chi sa, o ha saputo di lui, quasi certamente gli è stato descritto come un “lurido fascista”, così direbbero quelli che del fascismo sanno solo quello che i vincitori hanno voluto far sapere. Strana storia quella del Fascismo italiano, si ricorda a macchie di leopardo, senza continuità storica di tutti gli accadimenti sociali che hanno caratterizzato quel periodo. Quest’uomo, pluridecorato sino all’inverosimile, è stato l’esempio di molti ragazzi, che come lui amavano credere nella Patria e nei suoi valori. Ha partecipato ad ogni conflitto che si ricordasse nei primi quarantatre anni del ventesimo secolo su tutti i fronti, ma, non come un soldato qualunque… ma, bensì come VOLONTARIO. Sottolineando che c’è una differenza incolmabile tra chi fa la guerra perché la sente un dovere patriottico e chi la fa perché è obbligato, in quanto, disertare, sarebbe stato un reato punito con la fucilazione. Già quattordicenne, scappò di casa con documenti fasulli per arruolarsi come volontario negli “Arditi”, durante la Prima Guerra Mondiale, il fisico glielo permise, guardandolo sembrava un ventenne, atletico, spalle larghe, alto, portamento fiero ed uno sguardo profondo e tenebroso, tutte le caratteristiche di un ardito modello. In effetti, differentemente da tutti gli altri soldati, in lui si accomunavano tante caratteristiche: impavido, sprezzante del pericolo con uno spiccato gusto nell’assaporare la battaglia, intelligente ed abile con tutte le armi, e, se necessario, anche a mani nude, insomma, un guerriero d’eccellenza. Subito conquistò la prima onorificenza, una medaglia d’argento, che non poté accettare altrimenti avrebbero scoperto che non aveva l’età per partecipare alla guerra in quanto minorenne. lo scoprirono ugualmente. Lui confessò che anche se lui non combatteva per le onorificenze, la prima fu la più sudata. La mia domanda: è dove sono finiti tali italioti? si sono forse estinti? Sono morti tutti in battaglia? O, cos’altro? Come si fa a mettere all’ombra di pregiudizi ideologici, a prescindere da quale parte stanno, un uomo così fatto! In altre nazioni, eroi veri come Muti, non ce né sono mai stati, ed in mancanza, se li sono inventati. Una nazione campionessa nel creare eroi (ad Hollywood) sono gli Stati Uniti d’America. Partendo da certi delinquenti comuni che sono passati alla storia nel periodo del Farwest sino ad arrivare ai giorni nostri con John Rambo. Ma anche i cugini francesi non sono di meno, si sono dovuti inventare un personaggio “super” per superare un vuoto di eroi nazionali, con Asterix hanno voluto riscattare la loro “sottomissione storica” all’Impero Romano. Poi, seguendo certe ultime mode ideologiche, ci sono quelli che hanno il debole per Ernesto Che Guevara e così via… La domanda è spontanea: perché chi, di eroi, non né ha mai avuti, sente la necessità di inventarseli e chi li ha avuti li occulta? che differenza passa tra un fantastico Rambo che non è mai esistito e un vero Rambo esistito dal nome Ettore Muti, perché ammirare un falso quando noi in Italia abbiamo avuto l’originale. Attenzione, l’eroe Italiano, che credetemi, vale dieci eroi di altri paesi, non è stato premiato soltanto dal suo paese, ma ha avuto alte onorificenze sia tedesche che spagnole. È stato unico. Chiamarlo soldato valoroso è nulla! oltre ad essere stato chiamato dal Re il più “bel petto d’Italia” fu definito il camerata perfetto. Era l’esempio di uomo: leale, onesto, intelligente, impavido, coraggioso, determinato, nonché, un amante rapace, insomma, era l’ideale di maschio: il maschio latino. In fin dei conti che avesse coraggio da vendere, non ci può essere ombra di dubbio, ma, col senno del poi, vista la fortuna di rimanere in vita dopo innumerevoli atti di guerra che gli hanno procurato cosi tante decorazioni, sicuramente, emerge che utilizzava il cervello con scarso spirito di autoconservazione. Certo che sentir parlare di un uomo del genere ci fa pensare anche ad una morte degna di un eroe, invece si rimane delusi. La sua morte, avvolta ancor oggi nel mistero, uno dei tanti che avvolgono l’Italia, fu un volgare, vergognoso quanto codardo assassinio di Stato. Un colpo di pistola alla nuca, sparato da un sicario mandato dal Gen. Badoglio (ragion di Stato…?) Una sepoltura degna soltanto di un eroe postumo gli fu riservata per la sua onestà e generosità verso l’Italia. La sua tumulazione è stata identica ad altri come lui: Gioacchino Murat, Mozart … La fossa comune… ecco come si riesce a cancellare anche la memoria. Solo in seguito per volere di Mussolini la salma fu trasferita a Ravenna città natale. Onorato dai massimi esponenti della Repubblica Sociale Italiana, il feretro fu preceduto da Alessandro Pavolini che portò il cuscino con tutte le medaglie con cui fu onorato Ettore Muti.
Fonte art. http://giovannipastore.com/
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